Audi – L’impianto di Bruxelles è sempre più a rischio
La situazione attuale nello stabilimento Audi di Bruxelles è oggettivamente preoccupante e merita la nostra attenzione. Molti dipendenti e loro famiglie si trovano a fronteggiare incertezze enormi riguardo al proprio lavoro e al futuro del sito, e questo non può lasciarci indifferenti. In questi momenti di grande tensione, è fondamentale mostrare solidarietà e comprensione nei loro confronti.
In base alle comunicazioni più recenti, il gruppo Volkswagen ha deciso di non assegnare alcun nuovo modello allo stabilimento di Bruxelles per i prossimi anni. Questa scelta ha provocato un’ondata di ansia e preoccupazione tra i lavoratori, che vivono con il timore costante di come questa mancanza di progetti automobilistici possa tradursi in conseguenze dirette sui posti di lavoro. La notizia ha suscitato un forte dibattito tra i rappresentanti dei lavoratori, i quali avvertono che senza progressi concreti, la chiusura dello stabilimento potrebbe diventare una realtà.
I sindacati sono in allerta e stanno facendo pressione per ottenere maggiori informazioni sui piani futuri, sperando che si possano mettere in campo strategie alternative per garantire un futuro stabile ai circa 2.500 lavoratori coinvolti. La prossima riunione del consiglio di fabbrica rappresenterà un momento cruciale, in cui speriamo possano emergere idee e soluzioni per evitare scenari drammatici.
In un contesto di crisi come questo, è naturale sentirsi disorientati e preoccupati per il futuro. È importante però ricordare che, in questi momenti, l’unione e la solidarietà tra lavoratori, sindacati e comunità possono fare la differenza. Nessuno deve affrontare questa situazione da solo, e ogni voce conta. Continuiamo a sostenere chi sta battendosi per salvaguardare i posti di lavoro e il futuro dello stabilimento.
Rischio di chiusura per lo stabilimento di Bruxelles
Le notizie che giungono dallo stabilimento Audi di Bruxelles sono motivo di seria preoccupazione per tutti coloro che vi lavorano e per le loro famiglie. La possibilità che il sito possa chiudere porta con sé un’ondata di ansia che si riflette non solo sul benessere economico dei lavoratori, ma anche sulle loro vite quotidiane. Ogni persona che lavora in questa fabbrica ha una storia, sogni e progetti che potrebbero essere messi in pericolo. Comprendere la gravità della situazione è essenziale per rimanere solidali e pieni di speranza in questo momento difficile.
A fronte dell’assenza di nuovi modelli assegnati per i prossimi anni, la situazione sembra sempre più critica. Questa decisione sembra segnalare non solo un cambiamento strategico da parte del gruppo Volkswagen, ma anche una riflessione più profonda sulla direzione che l’industria automobilistica sta intraprendendo. È naturale che i lavoratori si sentano abbattuti e preoccupati; perdere la sicurezza del lavoro è una delle esperienze più devastanti che si possano affrontare. Il clima di incertezza si fa palpabile, specialmente con le affermazioni dei sindacati che parlano di una potenziale chiusura imminente.
Questa situazione va oltre la sola azienda; tocca il cuore di una comunità intera. Molti sono i legami che uniscono le persone che lavorano qui e il rischio di perdere tutto ciò crea un senso di vulnerabilità. Le vite degli operai, delle loro famiglie, e dell’intera filiera produttiva sono coinvolte in modo diretto. La prossima riunione del consiglio di fabbrica sarà decisiva, e molti sperano che emergano nuove strategie per assicurare la continuità del lavoro e mantenere viva la produzione nella capitale belga. Portare avanti il dialogo tra sindacati, lavoratori e amministrazione è fondamentale per mantenere viva la speranza e trovare potenziali soluzioni.
Chi lavora nell’impianto di Bruxelles merita di essere ascoltato. È importante fare squadra in questo momento di sfida. Condividere le preoccupazioni e le idee può portare a sviluppare soluzioni creative e innovative. Che si tratti di sensibilizzare il pubblico, coinvolgere le comunità locali o esplorare nuove opportunità di mercato, ogni piccolo passo conta. La crisi attuale può servire anche come spunto per ripensare il futuro, creando spazi per l’innovazione e nuovi modelli di produzione.
La solidarietà in tempi di crisi non è solo una parola, è un valore fondamentale che può aiutare a superare momenti difficili. È il momento di alzare le voci, unire le forze e lavorare insieme. I lavoratori dell’Audi di Bruxelles non sono soli in questa battaglia e, insieme, possono costruire un futuro diverso, pieno di speranza e opportunità.
Annuncio di Volkswagen al consiglio di fabbrica
Il recente annuncio del gruppo Volkswagen ha colto di sorpresa molti nel versante del lavoro, generando immediatamente preoccupazione e tensione. Con l’indicazione chiara che lo stabilimento di Bruxelles non riceverà alcun nuovo modello nei prossimi anni, le incertezze si sono amplificate. I lavoratori, investiti da questa notizia inaspettata, si trovano a vivere un momento di grande inquietudine per il loro futuro professionale e personale.
La cooperazione tra management e sindacati diventa cruciale in questo frangente. I sindacati hanno espresso la loro preoccupazione, sottolineando quanto questa decisione possa influenzare non solo i posti di lavoro ma anche le vite delle famiglie coinvolte. La sensazione che accompagna questa situazione è un misto di incredulità e frustrazione. È difficile per i lavoratori accettare che un brand di prestigio come Audi possa prendere una decisione così drastica, in un contesto in cui l’industria automobilistica si trova a dover affrontare sfide significative per rimanere competitiva e innovativa.
Il timore di una chiusura definitiva è palpabile e si riflette nelle discussioni tra i membri del consiglio di fabbrica, che prevedono di riunirsi nuovamente il 17 settembre per discutere dei prossimi passi. L’aspettativa è quella di trovare spunti e strategie per contrastare questa tendenza negativa. È fondamentale che i lavoratori sappiano che le loro voci sono ascoltate, che le loro paure non vengono ignorate e che ogni suggerimento possa essere preso in considerazione per elaborare un piano concreto per il futuro.
Molti dipendenti forse si sentiranno impotenti nell’affrontare l’incertezza, ma è essenziale trovare un modo per riunirsi e condividere le esperienze. La situazione attuale ci ricorda quanto sia necessario il sostegno reciproco in momenti di difficoltà. È attraverso l’unione che si possono trovare soluzioni efficaci e percorrere insieme la strada verso un cambiamento positivo. Le persone che lavorano a Bruxelles non sono sole: la comunità e i sindacati si uniscono per difendere i loro diritti e il loro lavoro.
Nel contesto di questa crisi, emergono anche dei segnali di incoraggiamento; l’idea di presentare “progetti alternativi” alla chiusura potrebbe rappresentare un’opzione di salvezza. La volontà di esplorare nuove opportunità è un passo nella giusta direzione e dimostra che, nonostante le avversità, esiste spazio per la speranza e l’innovazione. L’impegno di quanti lavorano all’interno dell’impianto di Bruxelles e l’energia positiva che possono portare alla tavola delle discussioni hanno il potere di far sentire ogni voce e di alimentare l’ottimismo.
Ora più che mai, è fondamentale mantenere alta l’attenzione sul dialogo e sulla cooperazione. Il cammino sarà lungo e ricco di sfide, ma con il supporto reciproco e un obiettivo comune, è possibile lavorare insieme per garantire un futuro più luminoso per lo stabilimento di Bruxelles e per tutti coloro che vi lavorano. La situazione è complessa, ma non impossibile da affrontare, e ogni passo verso l’unità e la solidarietà può aprire porte a nuove opportunità. In questo periodo di difficoltà, continuiamo a sostenere chi è in prima linea, affinché l’impegno e la passione possano portare a cambiamenti positivi desiderati.
Preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati
In questi giorni di angoscia e incertezza, i lavoratori dello stabilimento Audi di Bruxelles sentono il peso di ogni parola e di ogni decisione presa dalle alte sfere aziendali. È normale, in momenti così delicati, vivere sentimenti di ansia riguardo al futuro, ai propri posti di lavoro e alla stabilità economica delle proprie famiglie. I rappresentanti dei sindacati esprimono il loro allarme, sottolineando il clima di preoccupazione che pervade i corridoi dell’impianto. Gli oltre 2.500 dipendenti stanno affrontando una sfida che non è solo professionale ma anche profondamente personale e collettiva.
Le comunicazioni da parte del gruppo Volkswagen, che indicano l’assenza di nuovi modelli per il futuro immediato, hanno amplificato i timori di una situazione già critica. Non si tratta solo di numeri o statistiche; si parla di vite, di esperienze lavorative costruite nel tempo e di sogni da realizzare. I sindacalisti fanno eco alle paure dei lavoratori, chiedendo un dialogo aperto e trasparente che possa chiarire le future prospettive lavorative, evitando che l’incertezza si trasformi in una realtà inaccettabile. “È necessario ascoltare le nostre preoccupazioni e valutare le potenziali soluzioni,” affermano, esprimendo il desiderio di adottare un approccio proattivo piuttosto che reattivo.
I sentimenti di impotenza possono diventare travolgenti, ma è vitale sapere che non si è soli in questa battaglia. La collettività, l’unità e il supporto reciproco diventano risorse fondamentali. I lavoratori cercano di unire le forze attraverso assemblee e incontri, dove ognuno può esprimere le proprie paure, ma anche proporre idee e soluzioni alternative per garantire la sopravvivenza del sito. La prossima riunione del consiglio di fabbrica sarà un’occasione cruciale per far sentire la propria voce e cercare di trasformare l’angoscia in azione concreta.
In questo periodo di incertezze, è importante essere testimoni attivi del cambiamento. Ogni piccolo passo, ogni iniziativa che emerge dalla base dei lavoratori può contribuire a forgiare un futuro diverso e migliore. Le alternative devono essere discusse e considerate, dall’adozione di nuovi progetti che possano rilanciare lo stabilimento a possibili collaborazioni con aziende locali. Questa creatività e voglia di affrontare la crisi con coraggio possono anche stupire chi si trova al vertice dell’azienda, dimostrando che esiste ancora una riserva di energie pronta a mettersi in gioco.
Le emozioni che circondano questo momento sono complesse e variegate. È essenziale coltivare la speranza tra i lavoratori e aiutarli a riconnettersi con la loro forza interiore. Non si tratta semplicemente di mantenere un’occupazione, ma di salvaguardare una comunità, un’identità e una professionalità che sono il risultato di anni di dedizione e lavoro. I sindacati sono al fianco dei lavoratori per supportarli e guidarli verso un futuro che, sebbene incerto, può contenere opportunità e prospettive nuove.
La battaglia per il futuro dello stabilimento di Bruxelles è una battaglia che coinvolge tutti: i lavoratori, le loro famiglie e la comunità circostante. Immettere un senso di unità e determinazione in questo periodo difficile può fare la differenza. Con il cuore e la mente aperti, possiamo tutti contribuire a scrivere una nuova storia per Audi a Bruxelles, restando vicini a coloro che affrontano questi tempi difficili e costruendo insieme una strada che porti verso il cambiamento che tutti desideriamo.
Progetti alternativi per il futuro del sito
In un clima di preoccupazione come quello attuale, sono emerse proposte di “progetti alternativi” che potrebbero rappresentare una via d’uscita per lo stabilimento Audi di Bruxelles. I lavoratori e i sindacati stanno cercando opportunità per rilanciare il sito, riducendo il rischio di chiusura e salvaguardando i posti di lavoro. È stimolante vedere come in tempi di crisi si possa sprigionare un gran senso di creatività e determinazione, elementi essenziali per affrontare le incertezze del futuro.
L’idea di sviluppare progetti alternativi non è solo pragmatica ma è anche un chiaro segno di resilienza da parte di chi lavora all’interno dello stabilimento. Esplorare nuovi modelli di produzione, come la transizione verso veicoli elettrici o la creazione di servizi legati alla mobilità sostenibile, può rivelarsi un’opzione potente e attuale. Non si tratta semplicemente di mantenere il sito operativo ma di innovare e adattarsi alle sfide del mercato moderno. Il dialogo aperto tra lavoratori, sindacati e management è cruciale per mettere in campo tali proposte e dar vita a una visione condivisa e ambiziosa.
Nel prossimo incontro del consiglio di fabbrica, previsto per il 17 settembre, ci sarà l’occasione per presentare e discutere queste idee. Ogni voce conta, e l’importanza di raccogliere feedback da parte di tutti i dipendenti non può essere sottovalutata. La partecipazione attiva di chi vive quotidianamente l’ambiente di lavoro è fondamentale per garantire che le soluzioni siano realistiche e attuabili. I lavoratori hanno una comprensione unica delle dinamiche interne e delle potenzialità dello stabilimento; pertanto, è loro diritto e dovere contribuire a questo processo decisionale.
Ci sono state anche discussioni sull’integrazione di nuove tecnologie e pratiche sostenibili nella produzione, che non solo potrebbero migliorare l’efficienza, ma anche allinearsi con le tendenze globali verso un’industria automobilistica più verde. Proposte che mirano a riqualificare il personale, con programmi di formazione per le competenze richieste in un mercato in evoluzione, possono anche rappresentare un’opzione vantaggiosa: formare i lavoratori per ricoprire ruoli all’interno della produzione di veicoli elettrici, ad esempio, potrebbe risultare vantaggioso sia per l’azienda che per i dipendenti. Questa retraining rappresenta una garanzia per il futuro e un’opportunità per ridurre il temoroso clima di incertezza che aleggia nello stabilimento.
In aggiunta, l’esplorazione di partenariati con aziende tech o startup locali può portare innovazione e nuove prospettive al sito di Bruxelles. Lavorare insieme a piccole imprese innovative potrebbe fornire l’input necessario per un rilancio significativo della produzione. I collaboratori possono stimolare sinergie che arricchiscono il know-how e amplificano le possibilità di lavoro. È tempo di cercare collaborazioni che possano coincidere con l’orientamento dell’industria automobilistica verso il futuro, dove l’innovazione è cruciale.
In questi momenti difficili, ogni proposta, per quanto piccola possa sembrare, ha la possibilità di tradursi in un cambiamento concreto. Lavorare insieme, unendo le forze verso un obiettivo comune, è essenziale per trasformare le sfide in opportunità. La storia del sito di Bruxelles non deve finire qui; il futuro può e deve essere scritto con le idee e le aspirazioni di chi vi lavora. La coesione, il supporto reciproco e la volontà di affrontare la situazione con determinazione possono cambiare il corso della crisi. Ogni passo verso il dialogo e la pianificazione di progetti alternativi è un segnale di speranza per tutti i lavoratori e le loro famiglie; un segnale che dimostra che insieme si può affrontare anche il momento più buio e costruire un domani migliore.
Ristrutturazione e calo delle vendite
La ristrutturazione dello stabilimento Audi di Bruxelles è una realtà che non possiamo ignorare, e le ripercussioni del calo delle vendite delle Audi Q8 e-tron e Q8 Sportback e-tron si fanno sentire in maniera pesante. Questi modelli, che avrebbero dovuto rappresentare l’avanguardia del marchio in un mercato sempre più competitivo e orientato alla sostenibilità, non hanno raggiunto gli obiettivi di vendita sperati. Ciò ha provocato un ripensamento strategico da parte del gigante tedesco, il che ha portato a questa precarietà che colpisce direttamente i dipendenti e le loro famiglie.
Il calo delle vendite non è solo un problema aziendale; è un campanello d’allarme per tutta la comunità collegata a questo impianto. I lavoratori non possono evitare di sentirsi colpiti dalla notizia che i modelli di punta della gamma non stanno rispettando le aspettative. La sensazione di insicurezza si diffonde, e quella che doveva essere una crescita ed un’innovazione nel segno della mobilità elettrica si trasforma in un’incertezza che pesa come un macigno.
In questo contesto di ristrutturazione, è importante tenere a mente che il cambiamento può portare con sé opportunità, anche se in questo momento possono sembrare lontane. La crisi attuale potrebbe forzare l’azienda a riscrivere le proprie linee guida e a trovare nuovi percorsi per tornare a crescere, sperimentando magari nuovi approcci e progetti. L’idea di puntare su modelli alternativi di produzione e sull’implementazione di tecnologie innovative è una via percorribile, e per farlo è necessaria la partecipazione attiva di tutti, dal management ai lavoratori.
Tuttavia, ciò non esclude il dolore e le difficoltà che i dipendenti devono affrontare ora. Ogni giorno che passa senza notizie concrete sul futuro del sito aumenta l’ansia e il timore di una chiusura definitiva. È cruciale che i rappresentanti dei lavoratori ricevano aggiornamenti costanti e informazioni chiare riguardo ai progetti di ristrutturazione. Questa trasparenza può aiutare a ridurre l’incertezza e a costruire un dialogo costruttivo tra le parti.
Un aspetto importante della ristrutturazione è la necessità di un programma di formazione e riqualificazione per i dipendenti. Investire nella formazione, non solo per i veicoli elettrici ma anche per nuove tecnologie emergenti, può rivelarsi una strategia vincente sia per l’azienda che per i lavoratori. Maggiore è la capacità di adattarsi a un mercato in continua evoluzione, maggiore sarà la probabilità di sostenere e creare nuovi posti di lavoro. Per molte persone, questo rappresenterebbe una boccata d’aria fresca in un periodo così cupo e di intense sfide.
Mentre navigiamo in questo periodo di ristrutturazione e calo delle vendite, è fondamentale mantenere la speranza e la determinazione. Le sfide che affrontiamo non devono definirci, ma piuttosto costituire un’opportunità per ripensare il nostro approccio. La comunità Audi di Bruxelles, con i suoi 2.500 lavoratori, possiede una forza collettiva: unita, può spingere verso un cambiamento necessario e desiderato. La strada potrebbe essere in salita, ma ogni passo compiuto insieme verso un futuro più luminoso conta. È il momento di lavorare insieme, di sostenersi a vicenda e di affrontare ciò che ci aspetta con coraggio e innovazione.
Possibili chiusure in altri impianti europei
La situazione del sito di Bruxelles non è un caso isolato all’interno del gruppo Volkswagen; infatti, l’azienda sembra stia considerando di attuare misure simili in altri stabilimenti europei. Questa prospettiva è fonte di ulteriore ansia per i lavoratori, poiché il rischio di chiusura può estendersi oltre le mura dell’impianto belga, toccando anche altre realtà, in particolare quelle tedesche. La possibilità di ridurre la produzione e di dismettere strutture che non soddisfano più i criteri di efficienza economica è stata tema di discussioni interne, generando preoccupazioni diffuse tra i sindacati e i lavoratori.
Tra le fabbriche che rischiano di essere colpite ci sono quelle di Dresda e Osnabrück, storicamente legate alla tradizione dell’azienda. La notizia della possibile chiusura di questi siti ha ulteriormente amplificato il senso di vulnerabilità tra i dipendenti, i quali ormai si sentono in balia di decisioni che sembrano fuori dal loro controllo. Ogni annuncio di questo tipo riporta alla luce paure profonde, come quella di perdere il posto di lavoro, di non poter garantire la stabilità economica per le proprie famiglie e di vedere andare in fumo anni di impegno e dedizione.
È comprensibile, in questo contesto, che i lavoratori e i loro rappresentanti si sentano frustrati e impotenti. Le misure di austerità e il ridimensionamento della produzione sono spesso viste come ultimatum che minacciano non solo la stabilità economica di una fabbrica ma anche il tessuto stesso delle comunità locali. Non possiamo dimenticare che, dietro a ogni numero, c’è un lavoratore che ha una vita, sogni e ambizioni che possono essere compromessi.
La decisione di chiudere impianti in Europa non è soltanto una questione di logiche aziendali; porta con sé anche implicazioni sociali significative. Le comunità locali che ruotano attorno a queste fabbriche sono frequentemente alimentate dalle opportunità di lavoro che queste offrono, e la loro chiusura potrebbe portare a un vasto aumento della disoccupazione. I sindacati ribadiscono l’importanza di mantenere il dialogo aperto con la direzione e di esplorare varie opzioni, anche per prevenire la chiusura di impianti che, come nel caso di Bruxelles, hanno storicamente rappresentato un punto di riferimento per migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.
In questo contesto di pesante incertezza, è essenziale far sentire la voce dei lavoratori. Abolire il silenzio che spesso accompagna le decisioni aziendali può rivelarsi cruciale per garantire che la direzione prenda decisioni informate e responsabili. È possibile e necessario richiedere un maggiore coinvolgimento e una comunicazione più trasparente sulle strategie future del gruppo Volkswagen.
Un approccio proattivo, basato sul dialogo e sull’unione tra dipendenti, sindacati e aziende, può rappresentare un’opzione vincente. La creatività e l’innovazione non devono essere solo prerogative del management, ma devono invece essere incoraggiate e sviluppate in tutti i livelli dell’azienda. Ciò che è fondamentale ora è la costruzione di un fronte comune che possa portare avanti progetti nuovi e sostenibili, capaci di garantire stabilità e di far ripartire la crescita.
Rimanere uniti nella lotta per il futuro dell’industria automobilistica è essenziale. Le sfide che affrontiamo possono sembrare schiaccianti, ma è attraverso l’impegno collettivo che possiamo superarle. L’industria, in evoluzione, ha bisogno di idee fresche, di innovazione e di un approccio che consideri il benessere dei lavoratori come una priorità. Solo così possiamo sperare di costruire un futuro dove la produzione e l’occupazione possano continuare a coesistere, a beneficio di tutti.
Implicazioni della crisi per la produzione in Germania
La crisi che attanaglia lo stabilimento Audi di Bruxelles non si limita ai confini belgi, ma si estende anche all’intera rete di produzione del gruppo Volkswagen in Europa, compresi gli storici impianti tedeschi. Le notizie circolanti riguardo a potenziali chiusure di fabbriche in Germania, come quelle di Dresda e Osnabrück, sollevano preoccupazioni significative. Questi siti, che hanno rappresentato per anni un simbolo del prestigio e della tradizione germanica nell’industria automobilistica, si trovano ora a fronteggiare un futuro incerto, turbato da un contesto di vendite in calo e trasformazioni nel mercato automobilistico.
La possibilità di chiusure in Germania ha un impatto non solo sull’occupazione, ma anche sul tessuto sociale di intere comunità, che dipendono dalla stabilità e dall’attività delle fabbriche. I lavoratori di questi impianti vivono in una costante pressione, temendo per il futuro dei loro posti di lavoro e, di conseguenza, per la sicurezza economica delle loro famiglie. Questa incertezza è accentuata dal fatto che molte di queste fabbriche sono state per decenni il cuore pulsante dell’industria locale, offrendo opportunità di lavoro a migliaia di persone.
La rottura della “pax sindacale” – quel delicato equilibrio di dialogo e cooperazione che ha caratterizzato la relazione tra le aziende e i sindacati in Germania – porta con sé conseguenze gravi e di lungo termine. Cambiamenti radicali nelle scelte aziendali potrebbero infatti scatenare tensioni e conflitti, venendo meno a una tradizione di stabilità e reciproca fiducia. In questo contesto, sia i lavoratori che i loro rappresentanti sindacali stanno alzando la voce per chiedere un dialogo aperto e costruttivo, essenziale per affrontare la crisi in modo efficace e responsabile.
Inoltre, il fatto che l’azienda possa prendere in considerazione la chiusura di impianti in Germania suscita interrogativi più ampi sull’orientamento strategico dell’intero gruppo Volkswagen. La transizione verso un mercato sempre più elettrico e sostenibile richiederà investimenti significativi e la riduzione dei costi potrebbe risultare necessaria per restare competitivi. Tuttavia, queste misure non devono avvenire a scapito dei lavoratori, che meritano di essere parte integrante di questo cambiamento, anziché semplici statistiche in un bilancio.
È fondamentale che l’azienda non solo riconosca l’importanza dei legami storici con i propri stabilimenti tedeschi, ma anche l’inestimabile valore umano rappresentato dai lavoratori. Investire nelle loro competenze e nella loro formazione, oltre a trovare soluzioni innovative, può rivelarsi un’ottima strategia sia per l’azienda che per il benessere dei dipendenti nel lungo termine. Solo attraverso questa prospettiva di sviluppo e sostegno reciproco si può sperare di risolvere la crisi attuale in modo positivo.
Adesso è il momento di costruire un fronte unito, affinché non solo il sito di Bruxelles possa prosperare, ma anche i gli stabilimenti in Germania e in tutta Europa possano continuare a rappresentare un baluardo della tradizione industriale. La comunicazione aperta, la cooperazione e l’attenzione alle esigenze di tutti i lavoratori sono imperativi per superare questa fase cruciale e affrontare le sfide del futuro. I dipendenti della Volkswagen e le loro famiglie meritano di essere ascoltati e di vedere le loro preoccupazioni prese sul serio; solo così si può sperare in una ripartenza che tenga conto delle esigenze di tutti.