Truffe per le App per smartphone: attenzione alle versioni “premium”
La navigazione da cellulare? Secondo recenti dati statistici cresce rispetto a quella “fissa”, complici probabilmente le sempre maggiori offerte rivolte a consumatori di tutte le età, passando da quelle di Tim, a quelle di Vodafone e così via. Accanto ai tradizionali pacchetti voce e messaggini propongono allora anche un traffico dati abbastanza importante da permettere ormai le operazioni più disparate.
Data la vasta proposta, altro non resta al consumatore che pensare ad abbonamenti con smartphone incluso, che possono permettere di utilizzare pienamente ogni caratteristica dell’offerta e cominciare a navigare senza problemi anche quando motivi di studio, il lavoro o i viaggi non ci permettono di utilizzare internet da casa.
Altro elemento che contribuisce ad attrarre il consumatore verso la fruizione della connessione ad internet via smartphone è sicuramente quel mix perfetto di utility e divertimento che le app garantiscono da qualche anno: capaci di far tutto, “anche il caffè!” come direbbero i nostri genitori vedendoci armeggiare giorno e sera con gli schermi dei dispositivi mobili, sono un’ottima alternativa alla comune navigazione in rete.
Dalle più professionali applicazioni ad uso informazione, come quelle messe a disposizione da quotidiani sempre più attratti dal fenomeno mobile, fino ai social network e ai loro applicativi, per finire con giochi di ogni foggia, adatti non solo al pubblico possessore di device ma anche sempre più ai loro bambini, fratellini e cuginetti.
Gli acquisti effettuati da cellulare per appropriarsi dell’ultima applicazione di successo valgono, secondo alcune stime, circa l’80% dei guadagni del settore, calcolati in una decina di miliardi di euro. Il valore stimato del mercato delle app nei prossimi cinque anni potrebbe toccare i 63 miliardi di euro, moltiplicando quel già importante milione di persone che nella sola Europa ne fanno uso…e abuso.
Infatti, può capitare che, attratti dalla funzionalità delle applicazioni, si voglia decidere di acquistare la cosiddetta versione “premium”, che aggiungendosi alle caratteristiche di base promette migliorie e opzioni differenti.
Tuttavia non sempre riusciamo a renderci conto, magari presi da un gioco che ci ha particolarmente affascinato, a capire se cliccando sul banner pubblicitario l’aggiunta di variazioni potrà influire anche sul nostro conto in app store.
Di certo non sembrano comprenderlo i più giovani, che magari per poter continuare il gioco, cliccano sull’annuncio e fanno sparire automaticamente dalla carta di credito di mamma e papà qualche euro: si tratta di un fatto di cui molti si accorgono in ritardo, a volte per nulla, dal momento che il conto viene addebitato sulla carta e spesso si tratta di pochi spiccioli.
Sulla mancata trasparenza esercitata da alcuni prodotti si esprime la Commissione europea, che si interessa a quel 50% di applicazioni del mercato che si “vendono” come gratuite ma di fatto prevedono funzioni aggiuntive di cui fruire a pagamento: le denunce dei consumatori ingannati da pratiche poco trasparenti infatti arrivano da tutta Europa, col rischio di minare un mercato di grande potenzialità che perde pian piano di fiducia.
Si annuncia allora un incontro a questo proposito, condotto dall’Ombudsman dei consumatori danese e che vedrà fra i suoi partecipanti i membri della Consumer Protection Cooperation, Regno Unito, Italia, Belgio, Lussemburgo, Lituania e Francia: si parlerà di chiarezza e trasparenza sulle condizioni di pagamento e sui costi da aggiungere alle versioni base.
L’appello che la Commissione europea rivolge poi alle autorità nazionali che regolano l’applicazione della legge e le aziende tecnologiche che mettono a punto le app sarà probabilmente rivolto proprio al problema della tutela dei minori, che non conoscendo, cliccano indistintamente senza pensare alle possibili conseguenze dei costi inattesi.