Alpha Go, l’intelligenza artificiale che impara senza l’input dell’uomo
L’intelligenza artificiale impara da sola da zero e senza alcun intervento dell’uomo. E’ il nuovo traguardo un po’ inquietante di Alpha Go Zero. Descritto sulla rivista Nature, il programma è stato messo a punto in Gran Bretagna, dall’azienda DeepMind di Google.
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Alpha Go Zero, impara da solo
La nuova versione dell’intelligenza artificiale Google è usata per giocare a Go, antichissimo e complesso gioco “da tavolo” cinese nato circa 2500 anni fa. Alpha Go Zero è in grado di imparare auto programmandosi, impara esclusivamente dall’esperienza che acquisisce giocando, analizzando le possibili mosse e memorizzando le strategie di gioco vincenti per ogni situazione.
Alpha Go, il gioco difficilissimo
A go si gioca in due, davanti a una griglia 19 x 19 che viene chiamata goban. Per vincere è necessario conquistare una porzione di goban superiore a quella dell’avversario, collocando le proprie pedine sulla griglia. Ogni giocatore può catturare una o più pedine dell’avversario se riesce a circondarle completamente con le proprie. Il gioco finisce quando entrambi i giocatori passano a vicenda una mano, cosa che indica il fatto che nessuno dei due ha ulteriori possibilità di espandere il proprio territorio o di ridurre gli spazi occupati dall’avversario.
Un salto di qualità notevole se si considera che il suo predecessore Alpha Go aveva battuto in un torneo il campione di Go, Lee Sedol.
Grazie alla rete neurale l’intelligenza artificiale ha approfondito autonomamente i comportamenti da tenere durante il gioco sconfiggendo per 89 a 11 l’Alpha Go che aveva battuto il campione del mondo di Go, Ke Jie.
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Il periodo di auto programmazione è durato 40 giorni ma la vera rivoluzione è che non ‘è stato alcun intervento umano. I tecnici di Google DeepMind hanno semplicemente impostato le regole del gioco lasciando poi la rete neurale lavorare in totale autonomia.
Alpha Go può trovare applicazioni in altri ambiti anche medico
Un risultato che può trovare applicazione anche in altri ambiti. I tecnici di Google DeepMind ora vorrebbero riutilizzare la tecnologia per fare scoperte importanti in ambito medico, per l’individuazione di cure per le patologie più aggressive, per approfondire il funzionamento dei meccanismi biologici e per individuare materiali innovativi.
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