La guida per velocizzare il proprio PC con un SSD con i consigli per acquistare su Amazon
Uno dei componenti essenziali di ogni computer è il disco rigido. Senza di esso, non è possibile installare un sistema operativo, scaricare programmi e salvare file e dati personali. Il disco rigido è letteralmente la memoria a lungo termine del nostro computer. Per aiutarvi a velocizzare il tutto abbiamo scritto questa guida su come velocizzare il pc con un disco SSD.
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Tuttavia, i dischi fissi soffrono di alcuni gravi difetti. Sono grossi, ingombranti, rumorosi e soprattutto molto molto lenti. Nonostante dischi più recenti riescano a tenere velocità maggiori, programmi installati su hard disk possono metterci diversi secondi ad avviarsi, addirittura minuti in caso di dischi molto vecchi.
Vecchi computer possono impiegare diversi minuti ad avviarsi, a causa della lentezza del disco su cui è installato il sistema operativo. In generale, un HDD può far sembrare un PC pesante e poco reattivo. Come possiamo risolvere questo problema, ridando vita ai nostri vecchi PC e sfruttando al massimo i nuovi? La soluzione è usare un SSD.
Che cos’è un SSD?
Un SSD è un tipo di dispositivo di storage che abbandona il tradizionale concetto di “disco” per abbracciare un sistema più moderno e prestante: la memoria a stato solido. SSD significa infatti Solid State Drive, dispositivo a Stato Solido, proprio per via del suo utilizzo di banchi di memoria simili a quelli delle chiavette USB al posto dei piatti meccanici usati dai dischi rigidi.
Proprio grazie al suo utilizzo di queste memorie, chiamate memorie NAND, un SSD può raggiungere velocità di gran lunga superiori rispetto ad un disco meccanico.
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Inoltre, il fatto di non avere parti in movimento permette di abbassare i consumi e calore, annullare praticamente ogni tipo di rumore e di mantenere le dimensioni molto più compatte.
A differenza degli HDD infatti, che vengono venduti in due formati da 3.5 pollici (per quelli più capienti e prestanti) e 2.5 pollici (per quelli da laptop), gli SSD standard vengono venduti anche in tagli di memoria molto grandi solamente nel formato da 2.5 pollici.
Tramite l’uso di queste tecnologie, gli SSD raggiungono velocità di diverse centinaia di Megabyte al secondo sia in lettura che in scrittura di dati.
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Confrontati con i valori dei dischi meccanici, che raramente arrivano a 200 MB/s, capiamo quanto sia sensibile il miglioramento di performance dato dall’uso di un SSD.
Esistono SSD per ogni fascia di prezzo, oscillando dai 50/60 euro per dispositivi adatti ad un uso quotidiano come il SanDisk SSD Plus, fino ad arrivare a dispositivi ad alte prestazioni quali il SanDisk Extreme Pro, capace di fornire il massimo delle velocità possibili.
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Che tipo di SSD esistono?
Le prestazioni di un SSD dipendono da alcune caratteristiche cruciali: tipo di memoria, controller delle memorie e interfaccia di collegamento utilizzata. Va inoltre fatto notare che spesso tagli di memoria maggiori comportano l’uso di memorie migliori rispetto ai tagli più piccoli, per cui un SSD dello stesso modello ma di dimensioni ridotte potrebbe avere velocità inferiori rispetto ai fratelli più grandi.
Le due famiglie principali di SSD dipendono principalmente dal tipo di interfaccia usata.
I più comuni usano la diffusissima interfaccia SATA 3, quella usata anche per i classici dischi rigidi. Questa interfaccia consente una banda passante di 6 Gigabit al secondo, corrispondenti ad un massimo teorico di 750 Megabyte al secondo.
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Questa velocità si traduce in massimo di 500/600 MB/s reale, un risultato davvero notevole specie se contate che negli ultimi anni il costo degli SSD è sceso parecchio arrivando a toccare i 24 centesimi di euro al Gigabyte (sempre più costosi degli HDD, che si trovano a circa 5 centesimi al Gigabyte, ma nettamente più abbordabili).
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SSD più recenti e costosi utilizzano invece l’interfaccia PCI-express, la stessa usata per collegare schede video e altre espansioni alla scheda madre. Con una velocità massima teorica di 15.754 GB/s questo bus permette di raggiungere virtualmente velocità altissime di trasferimento.
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Nella realtà, i più veloci SSD PCI-e si aggirano intorno ai 2 GB/s in lettura e circa la metà in scrittura, velocità assolutamente sbalorditive per chi è abituato ad un disco meccanico.
Il difetto dei drive PCI-e è che occupano uno slot della scheda madre, sottraendo spazio ad altre schede d’espansione e rischiando di venire a contatto con il calore generato da eventuali schede video nelle vicinanze.
Per ovviare a questo problema, e per rendere più facile anche l’installazione di SSD nei computer portatili, è stato introdotto qualche anno fa il connettore M.2, una particolare interfaccia di piccole dimensioni capace di collegarsi ai bus PCI-e, SATA e USB 3.0 e di alloggiare quindi SSD di entrambi i tipi.
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I drive in formato M.2 come il SanDisk Z400s sono piccoli, sottili, altrettanto veloci e capienti rispetto ai loro cugini full-size e con il vantaggi di avere un alloggiamento dedicato sulle schede madri di ultima generazione (per quelle non dotate di porta M.2, esistono schede di espansione PCI-e che aggiungono questa capacità, ma andando ad occupare uno slot PCI-e). Uno dei difetti di questo fattore di forma sono le temperature tendenzialmente più alte, ma con il progredire delle tecnologie di memoria anche questo valore si va gradatamente abbassando.
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Come installare un SSD
L’installazione di un drive a stato solido è molto semplice. Nel caso dei dispositivi da 2.5″ SATA, essi presentano due connettori standard esattamente come gli hard disk. Il primo, più largo, è il connettore per l’alimentazione, mentre il secondo più piccolo è l’attacco per il cavo dati che andrà alla scheda madre.
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Per quelli PCI-e e M.2 il procedimento è ancora più semplice. Basta infatti inserirli nell’apposito alloggiamento, sia esso uno slot PCI-e o M.2 sulla scheda madre, ed essi prenderanno l’energia che gli servono direttamente tramite il connettore senza bisogno di cavi aggiuntivi. Una volta installato fisicamente, il vostro sistema operativo dovrebbe riconoscerlo automaticamente.
Nel caso questo non succedesse, vi basterà andare, su Windows, nel programma Gestione Dischi e da li localizzare il vostro nuovo dispositivo. Per attivarlo sarà necessario formattarlo usando il filesystem NTFS (quello standard di Windows) e assegnargli una lettera. Ora il drive dovrebbe comparire normalmente nell’elenco dei dischi.
Installare un SSD permetterà di velocizzare sensibilmente l’avvio di programmi, i tempi di boot e in generale a conferire una maggiore reattività a tutto il PC. Rappresentano un upgrade facile e a basso costo che conferisce un notevole incremento prestazionale e migliorano la vostra esperienza quotidiana.
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