La Tassa per i motori di ricerca arriva in germania “Lex Google” che valorizza e premia il diritto d’autore.
Un’importante legge è stata approvata in Germania dal governo della cancelliera Angela Merkel, che prevede il pagamento di una certa somma di denaro, al fine di consentire la pubblicazione di contenuti editoriali su siti web, portali o riviste, sia nei formati tradizionali, che per quelli multimediali, i cui diritti appartengano a terze parti.
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La legge, passata al vaglio del Bundestag, ha ottenuto 293 consensi favorevoli all’interno della maggioranza (contro i 243 voti dell’opposizione) che ha così approvato quella che viene definita la “Lex Google”, in quanto colpisce anche i principali motori di ricerca.
Si tratta di un importante passo avanti nell’incessante lotta per la protezione del copiright i cui benefici da adesso in poi non saranno soltanto a favore degli autori, ma verranno estesi anche agli editori.
Delusa l’opposizione che ritiene il provvedimento poco valido e incompleto, in quanto non punisce l’impiego dei cosiddetti “snippets”, piccole parti di testo che possono essere costituite anche da qualche frase, che potranno continuare ad essere usati gratuitamente all’interno di motori di ricerca e blog per ricreare delle versioni ridotte dei testi originari.
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Dello stesso parere sono i principali editori che operano all’interno del paese che ribadiscono come la tematica degli snippets resti comunque aperta. Il Bundesverband Deuthscher Zeitungsverleger al contrario accoglie di buon grado la decisione del parlamento tedesco, che va a colmare una lacuna esistente nel sistema normativo nazionale, indicandola poi come un altro valido mezzo per combattere la pirateria.
Si tratta di una decisione volta a preservare l’editoria cartacea, altrimenti destinata a soccombere per la dicotomia reale-digitale che pende senza fuor di dubbio a vantaggio di quest’ultima, con una quantità sempre maggiore di informazioni circolanti in rete e prive del controllo delle autorità e minori incassi sul circuito della carta stampata. Senza contare che le campagne pubblicitarie online, costituiscono ora una scelta privilegiata per le aziende che vogliono pubblicizzare il proprio marchio, sottraendo importanti fondi al settore giornalistico tradizionale e mettendone in discussione la stessa esistenza.
Lars Klingbeil, esponente socialdemocratico, nonché consulente del partito in materia di informatica ha preannunciato il tentativo da parte sua e dei suoi compagni di non far passare il provvedimento alla Camera degli Stati, il Bundesrat, dove il governo è in minoranza, anche se di fatto la Google Lex non avrebbe bisogno di alcuna ulteriore votazione per essere definitivamente approvata.
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E’ molto probabile allora che si ricorra al Vermittlungsauschuss, la commissione che ha il compito di mediare tra i due organi politici, per fermare la norma. Una bella gatta da pelare che in tal caso verrebbe presa in consegna dal nuovo parlamento, visto che l’attuale governo è in dirittura d’arrivo, con le prossime elezioni previste per il 22 Settembre.
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