Sveva Alviti e il suo legame con Venezia
Alla cerimonia di inaugurazione, Sveva Alviti ha dichiarato: «Con gli occhi del cinema guardiamo il mondo in modo nuovo». Ora, riflettendo sulla sua intensa esperienza come madrina della Mostra del cinema di Venezia, riconosce come questo evento le abbia aperto una nuova prospettiva. «È stata un’esperienza super intensa, molto bella ed emotivamente forte. Mi ha anche cambiato un po’, devo dire. Mi ha dato più sicurezza in me stessa e mi ha permesso di conoscere persone affascinanti e interessanti, sia italiane che internazionali», afferma con entusiasmo.
Sveva, indossando un completo di Peserico e con i capelli sciolti, descrive il suo viaggio a Venezia come un’avventura inaspettata. La miriade di emozioni e incontri ha arricchito il suo legame con la città. Tra i momenti indimenticabili, spiccano quelli sul red carpet, dove ha potuto osservare da vicino il glamour e l’eleganza. «Ho incontrato persone fantastiche e ho visto scene folli come George Clooney e Brad Pitt sul red carpet, oppure Lady Gaga. È stato un festival che aveva un po’ di tutto: film meravigliosi, glamour e show che solo un festival come Venezia può offrire», ricorda.
Essendo la madrina del festival, Sveva ha avuto l’opportunità di vivere da vicino ogni istante, creando ricordi indelebili. «È stato bellissimo essere a contatto quotidiano con il direttore Alberto Barbera, vivere i red carpet e questa ritualità. Sono davvero contenta e grata per questa esperienza», conclude, evidenziando il forte legame che ha instaurato con Venezia e il mondo del cinema.
La magia del festival del cinema
Tra i tanti ricordi che Sveva Alviti porta con sé dalla Mostra del cinema di Venezia, emerge una sensazione di meraviglia e di celebrazione del cinema in tutte le sue forme. «La cerimonia d’apertura è stata il culmine di tanta preparazione, passione e amore. Volevo trasmettere il mio amore per il cinema e per questo lavoro», racconta. Tuttavia, nonostante la sua preparazione, l’emozione l’ha colta di sorpresa: «Qualche minuto prima di entrare sul palco, mi ha colto l’ansia classica: ‘E se la voce non mi esce? E se cado?’. Ero completamente congelata dietro le quinte», ricorda Sveva, rivelando un lato vulnerabile che risuona con molti artisti.
La trasformazione avviene quando il supporto della sua squadra, in particolare di Giulia Trippa, le ricorda chi è: «Dovevo entrare. Sono salita sul palco con determinazione, passione e tutta la magia è iniziata». Questo scambio ha segnato un momento cruciale, permettendole di superare l’ansia e abbracciare la sua nuova posizione.
La presenza elegante di icone come Angelina Jolie e Nicole Kidman ha ulteriormente arricchito l’atmosfera del festival. Sveva ricorda con ammirazione come la Jolie si muova con regalità sul red carpet, mentre Kidman l’ha sorpresa con la sua vulnerabilità e calore. «Mi ha preso la mano e non l’ha lasciata per dieci minuti, mi guardava con intensità e amore», condivide, illustrando l’impatto emotivo di tali incontri.
In questo contesto di glamour e amicizia, Sveva ha potuto vivere da protagonista un festival che ha saputo mescolare arte, emozione e celebrazione in un’unica esperienza indimenticabile. Ha potuto immergersi nei film, assaporando le storie e le performance che hanno affascinato il pubblico, contribuendo a rendere la Mostra di Venezia un evento iconico nel panorama cinematografico mondiale.
Incontri indimenticabili sul red carpet
Tra le esperienze più memorabili di Sveva Alviti alla Mostra del cinema di Venezia ci sono sicuramente gli incontri sul red carpet con star di fama mondiale. «Ho incontrato persone fantastiche e ho visto scene folli come George Clooney e Brad Pitt sul red carpet, oppure Lady Gaga», racconta con entusiasmo. Questi incontri non solo hanno segnato il suo soggiorno veneziano, ma hanno anche rafforzato il suo amore per il cinema e la sua connessione con il mondo dello spettacolo.
Sveva mette in risalto l’aspetto straordinario di poter interagire con icone del cinema, descrivendo la bellezza e l’eleganza di Angelina Jolie. «È impressionante come si muove con i fan e sul red carpet. A differenza mia, che vengo dallo sport e mi muovo in modo più “cacciarone”, lei ha una regalità incredibile», afferma, evidenziando la differenza tra le sue radici sportive e il glamour del cinema. La profesionalità di Jolie ha lasciato un segno profondo nella sua mente e nel suo cuore.
Un altro incontro che ha colpito Sveva è stato quello con Nicole Kidman. «Pensavo fosse una donna di ghiaccio, ma quando ci siamo conosciute mi ha preso la mano e non l’ha lasciata per dieci minuti. Mi guardava con intensità e amore», ricorda, rivelando la sua sorpresa di trovare una persona così aperta e calorosa. Queste esperienze l’hanno fatta sentire parte di un mondo che fino a poco prima le sembrava distante.
La vita sul red carpet ha rappresentato per Sveva un’autentica immersione in un’atmosfera di glam ed emozione. Gli abiti, le luci e le telecamere hanno creato un contesto magico che ha fatto sentire la madrina del festival come una vera protagonista. Ogni momento era carico di creare legami, emozioni e ricordi, rendendo la sua esperienza a Venezia semplicemente indimenticabile.
Riflessioni sulla fragilità e la forza femminile
Sveva Alviti si immerge nel tema della fragilità e della forza femminile, ritenendo essenziale affrontare e accettare la vulnerabilità come parte integrante dell’esperienza umana. «La psicoterapia mi ha aiutato molto. È fondamentale per persone ipersensibili come me poter parlare senza paura di essere giudicati», condivide, sottolineando quanto sia importante avere uno spazio sicuro per esplorare emozioni e sentimenti profondi.
In un mondo dove la forza viene spesso celebrata, Sveva propone una visione differente: «Vorrei sdoganare l’idea che la fragilità sia un difetto, perché in realtà è qualcosa che ci rende umani». Questa riflessione pone l’accento sulla bellezza della vulnerabilità, che può dare vita a storie straordinarie di resilienza e trasformazione. La sua volontà di esplorare queste dinamiche attraverso il cinema si riflette nel suo prossimo progetto.
Sveva ricorda anche le difficoltà vissute nel mondo del tennis, sport da cui proviene. «Nel tennis, quando mi allenavo andava tutto bene, ma quando dovevo affrontare una gara la paura di perdere mi bloccava», spiega, rivelando le sfide psicologiche che ha affrontato. Questa paura, che l’ha portata a lasciare il tennis competitivo, la connette a molte donne che si sentono sopraffatte dalle aspettative, sia nello sport che in altri ambiti della vita.
Il suo percorso di autoconoscenza l’ha portata a riflettere su come ognuno ha il proprio cammino. «Non esiste una classifica come nello sport», afferma, enfatizzando l’importanza di accettare il proprio ritmo e il proprio viaggio. Questo messaggio di autenticità e libertà riflette una crescente consapevolezza della propria identità, esprimendosi in un’arte che abbraccia la complessità dell’essere donna e della fragilità che ci unisce.
Futuri progetti e aspirazioni creative
Impegnata a esplorare nuove frontiere creative, Sveva Alviti si sta dedicando a un progetto che le sta particolarmente a cuore: un documentario sulle donne. «Sto lavorando a un documentario sulle donne, che parlerà di fragilità, forza e trasformazione», annuncia con determinazione. In questo lavoro, intende raccontare storie di donne che affrontano difficoltà ma trovano il modo di rialzarsi, cercando di sdoganare l’idea che la fragilità sia un difetto. «In realtà è qualcosa che ci rende umani», sottolinea, evidenziando come questa visione possa dare vita a narrazioni più inclusive e autentiche.
Sveva vede il suo progetto come un’opportunità per mettere in luce esperienze spesso inascoltate: «Vorrei contribuire a una narrazione che celebra la resilienza e la forza delle donne in tutte le loro forme». Tale iniziativa non è solo un atto creativo, ma anche un impegno sociale per valorizzare le storie di chi vive la fragilità quotidianamente.
Riflettendo sul suo percorso personale, Sveva condivide come la psicoterapia l’abbia aiutata a comprendere meglio il proprio lato oscuro, rendendola più consapevole e aperta verso gli altri: «Ho imparato a conoscere il mio lato oscuro e ad accoglierlo». Questa auto-esplorazione rappresenta una fonte di ispirazione per il suo lavoro, poiché desidera portare queste dinamiche nel cinema, creando così spazi di riflessione.
Oltre al documentario, Sveva è aperta a nuove sfide artistiche e professionali. «Mi sarebbe piaciuto molto interpretare la Callas», confessa, mostrando il suo interesse per ruoli complessi e sfumati. La sua volontà di esplorare personaggi con profondità emotiva mette in risalto la sua crescita come attrice e come creatrice.
Con una chiara visione artistica e una profonda passione per le tematiche di genere, Sveva si sta preparando a lasciare un’impronta significativa nel panorama culturale contemporaneo, unendo la sua esperienza personale con un impegno sociale profondo e autentico.