Sophie Codegoni respinge insulti e minacce dopo lungo interrogatorio
Sophie Codegoni conferma le minacce subite
Sophie Codegoni, nel corso di un’interrogazione durata cinque ore presso il Palazzo di Giustizia di Milano, ha ribadito con decisione le minacce e gli insulti ricevuti dall’ex compagno, Alessandro Basciano. Incontrando i magistrati, tra cui la procuratrice aggiunta Letizia Mannella e il pm Antonio Pansa, ha chiarito di non aver mai ritirato la querela presentata nel dicembre 2023. Il suo messaggio è chiaro: “La querela non l’ho mai ritirata e non ho intenzione di farlo”. Questa dichiarazione è cruciale perché rappresenta la base legale che consente alla procura di continuare a perseguire le accuse di stalking contro Basciano, il quale, sebbene arrestato, è tornato in libertà in meno di 48 ore.
Codegoni ha illustrato anche le dinamiche di comunicazione con il partner, inclusa la condivisione di chat che avrebbero testimoniato comportamenti minacciosi. A tal proposito, ha dichiarato di essere pronta a presentare ulteriori prove, comprese ‘telefonate di minacce’ che attesterebbero la gravità della situazione. L’influencer ha evidenziato, durante l’interrogatorio, che le minacce non sono state sporadiche ma reiterate, costringendola a prendere una posizione chiara e definitiva per tutelare la propria incolumità e quella della loro bambina.
Ricostruzione del rapporto con Alessandro Basciano
L’incontro tra Sophie Codegoni e Alessandro Basciano è iniziato sotto i riflettori del Grande Fratello VIP, dove la chimica tra i due aveva catturato l’attenzione del pubblico. Tuttavia, ciò che sembrava l’inizio di una storia romantica si è rapidamente trasformato in una situazione complessa e problematica, culminata nella faticosa decisione di Sophie di fare una denuncia. Durante il lungo interrogatorio, Codegoni ha descritto il deterioramento del loro rapporto, evidenziando come inizialmente i momenti di complicità e gioia si siano evoluti in episodi di insulti e aggressività verbale.
La crisi tra i due è emersa nel corso del 2023, con una serie di eventi segnali che hanno progressivamente evidenziato comportamenti disfunzionali e tossici da parte di Basciano. Sophie ha rivelato che le dinamiche di abuso verbale si sono amplificate, passando da discussioni accese a minacce dirette nei suoi confronti. Questo escalation l’ha portata a concludere che continuare a tollerare tali situazioni era inaccettabile, non solo per il suo benessere, ma anche per la sicurezza della loro figlia, elemento centrale nel suo processo decisionale.
In un episodio significativo, l’influencer ha menzionato un regalo apparentemente innocuo, una borsa di marca ricevuta da Basciano pochi giorni prima della sua denuncia e del successivo arresto. Sophie, riflettendo su quel gesto, ha affermato di aver reagito istintivamente pensando che “la butto dalla finestra”, rivelando quanto fosse determinata a rompere il silenzio e non lasciarsi influenzare da regali materiali, che in quel contesto sembravano riparatori ma, in realtà, non facevano altro che mascherare una realtà ben più preoccupante.
Le motivazioni della denuncia e il suo sviluppo
La denuncia di Sophie Codegoni nei confronti di Alessandro Basciano è emersa da una serie di eventi non più tollerabili, che hanno compromesso il suo benessere e la serenità della loro figlia. Durante il lungo interrogatorio, Sophie ha spiegato che le motivazioni alla base della sua decisione sono state espressamente legate ai ripetuti insulti e alle minacce subite nel tempo, che hanno contribuito a creare un clima di costante paura e insicurezza. Codegoni ha riferito di essersi sentita in un angolo, costretta a difendersi da un comportamento aggressivo e opprimente.
La volontà di denunciare non è stata solo una questione di immediato impulso, ma il frutto di una riflessione approfondita sulla situazione personale e familiare. Con il passare del tempo, le minacce di Basciano sono diventate sempre più dirette e inquietanti, alimentando in Sophie una crescente necessità di proteggere se stessa e, soprattutto, la loro bambina. Ricordando momenti di intenso conflitto, Codegoni ha sottolineato l’idea che restare in silenzio avrebbe significato legittimare un comportamento che considerava inaccettabile.
Il percorso legale che ha intrapreso dopo la denuncia è stato complicato. Nonostante l’arresto di Basciano, l’immediata liberazione senza alcuna restrizione ha scatenato in lei una sensazione di impotenza. L’influencer ha chiarito agli inquirenti che il ritiro della querela, inizialmente contemplato in un contesto di tentativi di risolvere le questioni legate alla custodia della bambina, è stato abbandonato, rendendo in tal modo la sua posizione irremovibile. Quest’atto ha attivato un meccanismo legale che potrebbe portare a ulteriori sviluppi, poiché Sophie continua a raccogliere prove delle minacce ricevute, incluse comunicazioni recenti che potrebbero evidenziare la gravità della situazione.
La reazione della procura e prossimi passi
La procura di Milano, presa atto delle dichiarazioni di Sophie Codegoni, sta proseguendo con determinazione nell’indagine riguardante Alessandro Basciano. La denuncia di stalking presentata dall’influencer ha fornito un quadro giuridico solido che permette agli inquirenti di approfondire le accuse. Nonostante la rapida liberazione di Basciano dopo l’arresto, il file aperto dalla procura rimane attivo e supportato dalle prove già raccolte, tra cui comunicazioni scritte e testimonianze che evidenziano comportamenti minacciosi.
Il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Antonio Pansa seguono da vicino l’evoluzione del caso, valutando la possibilità di effettive misure cautelari nel futuro. La prossima audizione di Codegoni, programmata per la settimana successiva, sarà fondamentale per presentare ulteriori elementi a favore della sua denuncia. Sophie ha dichiarato di essere pronta a fornire ulteriori chat e registrazioni di conversazioni che dimostrerebbero l’escalation delle minacce ricevute, aumentando così la pressione su Basciano.
In questo frangente, risulta importante anche l’aspetto legale legato alla custodia della loro bambina, già menzionato nell’interrogatorio. La procura sembra intenzionata a considerare il benessere della minore come una delle priorità assolute nel prosieguo delle indagini. La reazione della procura, quindi, evidenzia non solo un’attenzione alla gravità delle accuse di Codegoni ma anche una strategia precisa per gestire le implicazioni familiari derivanti dalla situazione, con un’attenzione particolare alla salvaguardia della vita della giovane coppia.
L’impatto sui social e la difesa della figlia
Sophie Codegoni, rispetto alla sua situazione personale e alla denuncia contro Alessandro Basciano, ha scelto di affrontare le difficoltà anche sui social media. Dopo l’arresto dell’ex compagno, l’influencer ha condiviso con i suoi follower le ragioni della sua decisione, sottolineando l’importanza di proteggere la propria figlia in un contesto di insicurezza. “Dovevo proteggere mia figlia, non potevo fare altro”, ha affermato, rendendo chiara la motivazione alla base della sua denuncia e alla sua battaglia legale.
La mobilitazione del pubblico attraverso i social ha avuto un impatto tangibile nel sostenere Sophie in questo difficile percorso. Molti utenti hanno espresso solidarietà, sottolineando la necessità di dare voce a coloro che subiscono minacce e abusi, con particolare attenzione alla protezione dei minori coinvolti in situazioni familiari complicate. Sophie ha utilizzato il suo profilo per sensibilizzare su temi come la violenza domestica e il rischio di silenzio in situazioni simili.
Inoltre, l’influencer si è detto pronta a condividere ulteriori dettagli relativi alla sua situazione, inclusi scambi di messaggi e registrazioni audio, per dimostrare la gravità delle minacce subite. La sua presenza sui social non è solo una questione di denunciare pubblicamente, ma anche di coinvolgere e informare le persone su una questione che va oltre il singolo caso. Questo approccio ha contribuito a creare un discorso collettivo importante, evidenziando l’importanza della denuncia e della difesa dei diritti delle vittime.
Il legame tra la sua azione legale e l’attività sui social dimostra un intento strategico nel tutelare non solo se stessa, ma soprattutto il futuro della propria bambina, un aspetto che Sophie considera cruciale. La consapevolezza della responsabilità che ha nei confronti della figlia è palpabile nelle sue parole e nelle sue azioni, influenzando sia la percezione pubblica del caso sia la sua determinazione nel proseguire la battaglia legale contro qualsiasi forma di abuso.