Rings, l’ultimo film della trilogia The Ring diretto da Gutiérrez

Ieri sera sono stata a vedere per te l’anteprima di Rings per la stampa. Punto a super favore: il film in lingua. Davvero era moltissimo che non ne vedevo uno al cinema e hanno tutto un altro sapore. Soprattutto in un film come Rings dove, nell’incedere della storia telefonata, ciò che più mi ha incollato alla sedia è stato l’audio.

Se chiudessi gli occhi e mi dedicassi anima e corpo all’ascolto, Rings sarebbe un’ottimo horror. Purtroppo le immagini e la recitazione non lasciano molto scampo al fatto che la storia è ormai un abito liso.

Siamo al terzo capitolo di qualcosa che non si smuove dal primo The Ring: la bimba che esce dalla TV.

Come stravolgere quindi il copione del film? Gutiérrez e la sua crew hanno messo al centro di questo episodio la ricerca della verità. I due giovani protagonisti cercano infatti di capire perché Samara è intrappolata in un VHS.

Tuttavia molte scene sono davvero prevedibili e non so se la mia ansia era dovuta più al mal di denti o davvero ai colpi di scena all’interno del film.

Devo ammettere che la parte più interessante è stata l’evoluzione della ricerca e il fatto che fosse una storia reale, che può accadere ai giorni nostri.

Effettivamente, prima del finale, mi sono ritrovata con una lacrima per la piccola Samara a scorrermi lungo la guancia.

Non era dovuto alla “bellezza” del film, tutt’al più alle riflessioni che mi sono permessa di fare durante il film. Segno che ero tutto fuorché coinvolta.

Nonostante le voci parlassero di un prequel, Rings è invece un film ambientato ai giorni nostri. Il VHS viene trasformato in un filmato digitale per essere copiato e condiviso con il mondo.

Un problema che terrà i ragazzi in tensione fino alla fine del film. E che ti farà sospirare per vedere il prossimo The Ring…