Riapertura del Bar della Pace: un simbolo di Roma
La famosa edera ricrescerà. Quello che tutti sperano è che, assieme all’edera che rendeva unico e riconoscibilissimo il Bar Della Pace a Roma e quello spicchio di palazzo romano, rinasca anche lo spirito irripetibile che animava le notti di un’epoca, tra la fine degli anni ‘60 e la fine degli anni ’90, che sembra scomparsa per sempre. Il Caffè della Pace è rinato ed ora che ha riaperto come il Bar della Pace, dalla colazione del mattino al dopocena della notte, tutti sperano che torni il tempo di quello che qualcuno, con un’ironia tutta capitolina, chiamò il triangolo delle bevute romano. Quel fazzoletto di strade lastricate di sampietrini e incrociate di vicoletti tra via della Pace, via del Fico, via di Tor Millina e via di Parione, dove, come si dice a Roma, «è passato il mondo».
Attori, poeti e artisti: il mondo che popolava i tavolini del Caffè della Pace era variegato e affascinante. In quel crocevia affollato di botteghe e di locali a un passo da Piazza Navona, ci sono passati in tanti, e molti erano più che famosi: da Sofia Loren a De Niro, da Bono Vox a Al Pacino, da Mel Gibson a Madonna. Ma erano strade che risuonavano anche delle chiacchiere dei poeti, come Ungaretti, e dei registi come Francis Ford Coppola, Monicelli, Bolognini e Fellini, e che facevano da sfondo alla creatività dei pittori della Scuola Romana come Schifano, Testa, Angeli e Giosetta Fioroni. Con queste atmosfere, tutti sperano che quest’angolo magnifico di Roma ritrovi un po’ della sua autenticità, depredata nell’ultimo ventennio dall’invasione dei bed & breakfast e dei negozi di gadget a poco prezzo che l’hanno snaturata e sfigurata.
Celebrità e arte: i volti che hanno frequentato il bar
Quando nel 2016 i proprietari dell’antico palazzo, l’Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima, sfrattarono quel caffè che era nato come una latteria ma che esisteva già al tempo di Piranesi, assieme all’insegna furono portati via anche pezzi di storia e cultura di Roma. La perdita del Bar della Pace sollevò un’ondata di nostalgia tra i romani, rendendo evidente il cambiamento silenzioso ma inesorabile che stava avvenendo in questo angolo prezioso della città. La mancanza dei tavolini affollati e delle conversazioni animate rese quel luogo un’area priva di vita, un angolo di Roma che sembrava ormai dimenticato.
Ci volle il periodo della pandemia per far resistere tutti all’idea che “la Pace” non esistesse più. Tuttavia, il rinnovato entusiasmo ha ridato vita all’area, grazie all’impegno di un gruppo di imprenditori, riuniti nella società Caffè della Pace srl, e guidati da Mario Pizzuti, noto proprietario dell’altrettanto celebre I Tre Scalini di piazza Navona. Il loro obiettivo non era solo riaprire un’attività di ristorazione, ma anche ricostruire l’atmosfera vibrante di una Roma che sembra scomparsa.
La ristrutturazione ha rispettato scrupolosamente gli arredi originali, facendo in modo che la nuova versione del bar mantenga intatta l’aura che lo ha caratterizzato nel corso degli anni. La cassa originale, i tavoli in legno massello e le sedie vintage sono stati recuperati e integrati in un contesto rinnovato, in grado di accogliere i visitatori con il calore e l’accoglienza che hanno reso famoso il locale.
Con questo restyling, il Bar della Pace non solo recupera il suo prestigio storico, ma si propone anche come un punto di riferimento per le nuove generazioni, unendo tradizione e innovazione. L’intento è quello di attrarre non solo le celebrità che hanno frequentato il caffè in passato, ma anche i turisti e i residenti desiderosi di immergersi in una delle atmosfere più autentiche della capitale.
Storia del Caffè della Pace: dalle origini ai giorni nostri
La storia del Caffè della Pace è un viaggio affascinante attraverso il tempo, che affonda le radici in una Roma intrisa di cultura e creatività. Nato come una latteria, il bar ha acquisito notorietà nel corso degli anni, diventando un punto d’incontro per artisti, scrittori e celebrità. Le prime testimonianze del locale risalgono al XVIII secolo, quando l’edificio ospitava già un’attività commerciale, e da quel momento in poi ha subito numerose trasformazioni. L’insegna del Caffè della Pace è diventata un simbolo di convivialità, un luogo dove la cultura romana si mescolava con le influenze internazionali che affluivano nella città eterna.
Negli anni ’60 e ’70, il bar raggiunse il culmine della sua popolarità, affollato da volti noti del mondo del cinema e della letteratura. Artisti del calibro di Michelangelo Antonioni e Pier Paolo Pasolini si sedevano ai suoi tavolini, mentre poeti e scrittori trovavano ispirazione tra una tazza di caffè e un bicchiere di vino. Con il passare del tempo, il Caffè della Pace si è affermato come un crocevia culturale, un rendez-vous per chiunque cercasse una connessione con l’arte e la bellezza di Roma.
Tuttavia, nel 2016, la chiusura del locale da parte dell’Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima ha segnato una triste pagina della sua storia. Gli affezionati clienti e gli artisti hanno avvertito la perdita come una ferita aperta nel tessuto culturale della città. Il dibattito sulla sua riapertura ha occupato le pagine di molti giornali, evidenziando la nostalgia per un tempo in cui il Caffè della Pace era un protagonista della vita romana.
Oggi, con la sua riapertura, si presenta non solo come un’eredità del passato, ma anche come un nuovo capitolo della sua storia. Il Caffè della Pace è pronto a scrivere nuove pagine, unendo passato e presente, e accogliendo a braccia aperte chiunque desideri gustare un caffè in un angolo ricco di storia e charme.
Ristrutturazione e ritorno dell’autenticità
Quando nel 2016 i proprietari dell’antico palazzo, l’Istituto Teutonico di Santa Maria dell’Anima, sfrattarono quel caffè che era nato come una latteria ma che esisteva già al tempo di Piranesi, assieme all’insegna furono portati via anche pezzi di storia e cultura di Roma. La perdita del Bar della Pace sollevò un’ondata di nostalgia tra i romani, rendendo evidente il cambiamento silenzioso ma inesorabile che stava avvenendo in questo angolo prezioso della città. La mancanza dei tavolini affollati e delle conversazioni animate rese quel luogo un’area priva di vita, un angolo di Roma che sembrava ormai dimenticato.
Ci volle il periodo della pandemia per far resistere tutti all’idea che “la Pace” non esistesse più. Tuttavia, il rinnovato entusiasmo ha ridato vita all’area, grazie all’impegno di un gruppo di imprenditori, riuniti nella società Caffè della Pace srl, e guidati da Mario Pizzuti, noto proprietario dell’altrettanto celebre I Tre Scalini di piazza Navona. Il loro obiettivo non era solo riaprire un’attività di ristorazione, ma anche ricostruire l’atmosfera vibrante di una Roma che sembra scomparsa.
La ristrutturazione ha rispettato scrupolosamente gli arredi originali, facendo in modo che la nuova versione del bar mantenga intatta l’aura che lo ha caratterizzato nel corso degli anni. La cassa originale, i tavoli in legno massello e le sedie vintage sono stati recuperati e integrati in un contesto rinnovato, in grado di accogliere i visitatori con il calore e l’accoglienza che hanno reso famoso il locale.
Con questo restyling, il Bar della Pace non solo recupera il suo prestigio storico, ma si propone anche come un punto di riferimento per le nuove generazioni, unendo tradizione e innovazione. L’intento è quello di attrarre non solo le celebrità che hanno frequentato il caffè in passato, ma anche i turisti e i residenti desiderosi di immergersi in una delle atmosfere più autentiche della capitale.
Il futuro del Bar della Pace: tra tradizione e innovazione
Il Bar della Pace, con la sua recente riapertura, rappresenta un nuovo inizio per non solo i romani, ma anche per tutti coloro che cercano un angolo di autenticità nel cuore della città. L’obiettivo dei nuovi gestori va oltre la semplice offerta di cibo e bevande; si tratta di reinserire il bar nel contesto culturale che ha contraddistinto i suoi gloriosi anni passati. Questo luogo iconico ha l’intenzione di diventare nuovamente un crocevia di idee, creatività e relazioni.
La chiave per il successo del Bar della Pace risiede nella sua capacità di unire il richiamo della tradizione con le esigenze della contemporaneità. I gestori hanno introdotto un menu che combina classicità e innovazione, proponendo caffè preparati secondo le tradizioni romane accanto a nuove bevande ispirate dalle tendenze globali. Non mancheranno eventi live, serate culturali e incontri con artisti e autori, per richiamare le stesse vibrazioni che animarono le serate del passato.
Inoltre, il Bar della Pace non ha intenzione di limitarsi a una clientela esclusivamente turistica. Si è puntato a creare uno spazio accogliente per la comunità locale, un luogo dove i residenti possano ritrovarsi e scambiare chiacchiere, brindando con un bicchiere di vino o godendosi un caffè al tavolino. Le iniziative sociali e le collaborazioni con artisti emergenti della scena romana contribuiranno a rendere il bar un punto di riferimento non solo per la sua storia, ma anche per il futuro della cultura romana.
Il Bar della Pace si propone di informare e sensibilizzare i propri clienti rispetto a pratiche sostenibili, attraverso scelte consapevoli nella selezione dei prodotti e nell’utilizzo di materiali eco-friendly. In questo modo, si consolida un legame con i valori moderni di rispetto per l’ambiente, necessari in un’era in cui culturale la tradizione può fondersi con l’innovazione per un futuro migliore.