Realizzare uno storytelling aziendale? Ecco i segreti per una narrazione efficace
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Sempre di più, nel campo della comunicazione e del marketing, si sente parlare di storytelling: letteralmente, il termine tradotto vuol dire narrazione di storie. Storie intese come trame, plot, non bugie – quelle non sarebbero una novità nel marketing.
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Ma per quale motivo la narrazione è improvvisamente diventata di moda, quando fino a poco tempo fa gli scrittori erano considerati poco più che simpatici fenomeni da circo? Cosa è successo?
Da un lato, il marketing tradizionale ha incominciato a perdere efficacia perché ha tirato troppo la corda. Bombardati di messaggi (cartellonistica, pubblicità televisiva, spot audio), gli utenti hanno fatto indigestione di contenuti invadenti ed hanno semplicemente spesso di ascoltare determinate lunghezze d’onda; delusi da troppe indicazioni ingannevoli, hanno perso la fiducia nella comunicazione pubblicitaria.
Contemporaneamente, marketeer ed aziende hanno messo insieme i fattori determinanti del nuovo scenario: social, comunicazione peer-to-peer ed un rinnovato bisogno di veicolare informazioni efficaci sul piano emotivo, ancor più che sul piano informativo.
Oggi gli utenti sono più portati a fidarsi dell’opinione di un amico in merito ad un prodotto, che non di un messaggio pubblicitario. A questo punto, lo scopo dell’azienda che produce il prodotto non consiste più nel convincere l’utente che il proprio brand è in assoluto la scelta migliore; consiste piuttosto nel creare un effetto alone positivo intorno al proprio prodotto in modo che si creino buzz e conversazione al riguardo.
E nulla è più coinvolgente di una storia che si svolge lungo un determinato arco temporale; la presenza di una trama consente di utilizzare tutte le tecniche di aggancio emotivo che i romanzieri ben conoscono (suspense, immedesimazione, ilarità, serialità) e che i marketeer sono stati costretti a rispolverare nel momento in cui la vecchia tecnica della ripetizione infinita (cercare di prendere l’utente per sfinimento) ha cominciato a rivelarsi insufficiente.
A dimostrazione di come siano cambiati i tempi, oggi gli spot più belli non nascono per la televisione ma per il web; il messaggio del brand viene veicolato con una tale attenzione alle qualità estetiche dell’advertising, che è l’utente stesso a ricercare la pubblicità, invece di subirla.
E voi, che storie avete da raccontare?
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Fabia Scali-Warner
Editor DraculApp
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