LA PROPOSTA DI MATRIMONIO CON UN ‘FLASH MOB’
Cosenza, 28 novembre 2014
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Cara Cinzia,
mi chiamo Valeria e sono appena uscita dal tunnel di una brutta malattia.
Tutto è cominciato una mattina nel bagno a casa di Gigi, il mio ragazzo. Mi guardo una lieve protuberanza sul collo, la tocco e poi lo chiamo a gran voce.
Gigi che mi adora ed è uno dal bicchiere sempre mezzo pieno e mai vuoto a metà, mi tranquillizza, anche se decidiamo che l’indomani andremo dal dottore per un controllo. E purtroppo la sua positività si spegne quando il medico di base ci rinvia allo specialista a cui le nostre facce speranzose ed innamorate, non impediscono di esternare la cruda diagnosi.
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Ho un tumore di quelli seri e con garbo ci viene spiegato che domani sarò ricoverata e dopo due giorni, il tempo degli accertamenti necessari, operata. Aggiunge anche che il decorso post operatorio prevede almeno un ciclo di chemioterapia.
Incassiamo il colpo come due provetti portieri, o meglio io, pur essendo la parte lesa, agguanto meglio del mio ragazzo, che sembra sotto choc.
Sono io a rianimarlo nel bar appena due traverse dall’ospedale, dove ci siamo rifugiati, con le bocche talmente chiuse che i due caffè bollenti diventano ben presto freddi ed imbevibili, mentre ci stringiamo forte le dita e parliamo con gli sguardi, perché le gole sono secche e le labbra stritolate per trattenere i singhiozzi che vogliono uscire a tutti i costi.
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Cara Cinzia, salto tutto l’orribile, tanto é custodito eternamente nelle tasche della memoria, e dico che ho finito il terzo ed ultimo ciclo di chemio. Dopo essere stata calva ed avere sfoggiato i foulard dai mille colori che mi ha regalato Gigi, perché la parrucca proprio non riuscivo a indossarla, ho una bella zazzerina corta e sbarazzina che devo ammettere, pur avendo tenuto sempre i capelli piuttosto lunghi, mi sta bene.
Sembro più giovane, il che non guasta visto che il mio calvario mi ha fatto invecchiare di dieci anni!
Ora mentre mi sentivo come quella che è uscita da un incontro dove gliele hanno suonate a dovere, stavo sulla riva a guardare le onde in tempesta, interrogandomi su come ce l’avessi fatta a scampare il naufragio. Insomma fuori pericolo, mi sono risentita donna, e col desiderio di riprovare a sentire l’amore suonare la sua melodia.
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E Gigi l’ha fatta risuonare nel modo più incredibile.
Devi sapere che durante la malattia, in cui mai un giorno ha mancato di essere al mio capezzale, e sempre col sorriso e la grinta giusta, si tormentava a più riprese, e puntualmente zittito da me, di non avermi chiesto in moglie nell’ultimo viaggio a Parigi, dove sulla Torre Effeil, a dir suo, dopo esserci baciati, sarebbe stato il giusto contesto per fare la proposta.
Sai cosa ha architettato Gigi? Ha organizzato un ‘flash mob’ incredibile e nel parco di una villa antica, mentre un’orchestra con i suonatori in costumi d’epoca eseguiva un romantico walzer, una schiera di bimbe bellissime e vestite di una nuvola di organza rosa, hanno portato un cuscino di raso e pizzo bianco, con sopra un solitario splendente.
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La mia bocca si è spalancata due volte prima che potessi mormorare di fronte a parenti ed amici, il mio grazie a questo ragazzo meraviglioso!
Non so dirti come non sia svenuta, io che sono stata forte di fronte alla mia brutta avventura! So che quando mi ha chiesto in moglie, ho ascoltato la sua voce ovattata, però gli ho detto di sì urlando felice, perché ho vissuto quel momento come la liberazione da tutti i mali.
Per me la musica suonava il futuro che io e Gigi, da lì a sei mesi, avremmo condiviso.
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Chi ti scrive, di Gigi è ora la moglie felice; unico neo, per i bambini dobbiamo ancora aspettare, fin quando i miei controlli periodici diranno che sono pronta.
Ora che ci penso, non ho chiesto un parere, perché in effetti non è quello che mi serviva da te, quanto piuttosto condividere il mio pezzo di vita.
Un abbraccio da Valeria.
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Milano, 3 dicembre 2014
Cara Valeria,
la tua lettera attraversa tante emozioni diverse, e ti ringrazio da subito per il tuo desiderio di condivisione, che è un’iniezione di speranza per tutti quelli che ti leggeranno, oltre che mia.
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Intanto non posso esimermi dal dire brava per il coraggio dimostrato, sicuramente aiutato dal forte amore che Gigi ripone in te e, bada bene, nel progetto che ha insieme a te.
Aspetto per nulla da sottovalutare perché gli uomini spesso amano, e anche con sincerità, eppure al momento di sostanziare l’amore e coniugarlo all’impegno, si defilano o, nel migliore dei casi, restano inerti.
Qui il tuo ragazzo ha invece dimostrato propositività a iosa; prima restando, sia pure legittimamente impaurito, al tuo fianco, assistendoti nella malattia e curandoti con la più efficace delle medicine, cioè l’amore.
Dopo quasi ossessionato da un atto mancato ed ovvio, come la proposta di matrimonio nel più romantico degli scenari, ovvero la Torre Eiffel, recupera con un gesto superbo e nel più originale dei modi: il ‘flash mob’. Pratica deliziosa che comincia a diffondersi in tante parti d’Italia.
Immagino tutti i tuoi cari che avendo singhiozzato per mesi di nascosto per non farti preoccupare, finalmente si sono sgravati di un peso e hanno gioito durante il ‘flash mob’, di fronte a te che non riuscivi a profferir verbo, temendo quasi di svenire, dopo essere stata così granitica durante l’abbattimento del tuo male.
Hai ragione: non mi hai scritto per avere un parere, in quanto ti sei traghettata da sola verso la salvezza, che osservi incredula approdata a riva, come se tanta fortuna, dopo tali dispiaceri, fosse un dono impossibile da accettare.
E sulla riflessione di un regalo che ti fa salva da uno tsunami, ancora incerta se riascoltare il magico suono della vita e rituffarti guarita nell’amore per Gigi, ecco che lui fa suonare la più armoniosa delle orchestre. Quella che sviolina con un urlo liberato l’amore per te ed il bisogno di certificarlo con un matrimonio, che nella più scontata delle location, non aveva proposto.
Mi sono fatta un’idea sulla mancata richiesta nella romantica Parigi: ritengo che Gigi, con una sorta di sinistra preveggenza che solo chi ama anche col sesto senso dell’intuito è in grado di affinare, aveva captato che a quella magia si sarebbe presto susseguita una tragedia che avrebbe sporcato l’impegno del momento.
Dunque anche il suo esagerato darsi la croce addosso, indice di un grande affetto per te, non aveva senso. Comunque, si è fatto perdonare nel più eccellente dei modi.
Alla moglie di Gigi però un consiglio non richiesto lo voglio ammannire: sicuramente un sentimento immenso fa legittimamente desiderare di allargare la coppia e trasformarla in famiglia, con la nascita di un erede.
Tuttavia, trovo più prudente seguire i tempi e i pareri dei medici; non mordere il freno, insomma, e su questo punto, sii fatalista.
La vita ti ha rubato da un lato, ma ha fatto pareggiare i piatti della bilancia con il sostegno di un uomo che è più che una certezza nella tua vita: rappresenta il custode della tua forza e felicità.
Un amore così, se non ti sarà dato di procreare, il suo frutto più succoso e immarcescibile l’ha maturato lungo una strada irta e in salita, dove però il caldo sole dell’amore mai è tramontato.
Ti, anzi vi, auguro ogni bene e fortuna.
Un abbraccio forte dalla scrittora.
TACCO E STACCO: ALLA PROSSIMA!
GUEST POST: jacopo.ragona@gmail.com
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