—– di Greta V. Galimberti – Trendiest News —- Una nuova e dirompente tipologia di azione nel Terzo settore è costituita dalla costituzione di reti associative. Stanno nascendo a un ritmo imprevedibile le “alleanze di scopo”. Fino ad ora si parlava di “Alleanza Permanente di Scopo” (APS) in ambito di formazione professionale, università, aziende, associazioni datoriali, ecc. Pur essendo qualcosa di simile, nel settore del volontariato, occorre comprendere quali siano le modalità e gli scopi con cui queste nuove reti si stanno costituendo.
Secondo Paolo Venturi (sul sito vita.it) “Una delle questioni sul tavolo a tal riguardo è di quali reti si stia parlando e che reti costruire in futuro e “per” il futuro”. E prosegue: “Tutte queste realtà si coagulano intorno a sfide sociali ed economiche significative e trasformative, rilanciando nuove soggettualità fra diversi e nuove forme d’intermediazione che incorporano la conoscenza e la ibridano con l’advocacy. Nuovi intermediari che non mancano di farsi attori di proposte per la politica, pur non indossando gli abiti della rappresentanza”.
Il rapporto “Le reti del Terzo settore” a cura del Forum TS evidenzia come le organizzazioni si relazionino con soggetti esterni soprattutto per la partecipazione a bandi, concorsi, pianificazione e realizzazione di progetti; in secondo luogo per la consultazione diretta per la definizione delle attività. Le reti privilegiano di gran lunga i rapporti con le Istituzioni pubbliche (nazionali, regionali o locali), ASL, università e scuole, e sono molto attente ai rapporti con le Pubbliche Amministrazioni. Poco coinvolti dalle reti, invece, sono gli organi di stampa, così come marginali sono i rapporti con le imprese private (profit).
Dal Rapporto emergono due aspetti:
– la pluralità e complessità delle reti: le organizzazioni indagate compongono un enorme volume di risorse, energie materiali e simboliche. La pluralità dei criteri di regolazione delle attività e degli stili di azione testimonia la capacità di adattamento degli enti di fronte alla complessità e/o mutamento dei bisogni e delle risorse in campo;
– le partnership: pur con differenti intensità, le reti creano non solo relazioni infraorganizzative ma anche inter-organizzative. In termini di capitale relazionale e sociale sono straordinariamente ricche e vitali, sviluppando molti rapporti con una ampia varietà di soggetti sui più diversi aspetti della vita e attività di un ente.
In prospettiva, si affacciano due importanti sfide future che si intersecano tra loro:
– da un lato, le nuove tecnologie: se e come le reti sapranno cogliere le opportunità offerte dalle nuove modalità di attivazione e di interazione?
– Dall’atro, i giovani e la capacità di un loro coinvolgimento nell’associazionismo: in una società ormai “liquida”, se e come le reti – organizzazioni che spesso affondano le loro radici in elementi identitari forti e che richiedono una disponibilità di impegno stabile – che sono figlie di una società “solida”, sapranno adeguarsi ed essere attrattive?