Monica Guerritore a Stories: dettagli dell’intervista
Monica Guerritore si racconta in una lunga intervista che andrà in onda su Sky TG24 venerdì 11 ottobre alle 21:00, all’interno del programma “Stories”, condotto dal vicedirettore Omar Schillaci e diretto da Francesco Venuto. Questo episodio si intitola “Monica Guerritore – Tra palco e realtà” e rappresenta un’opportunità unica per scoprire dettagli inediti sulla vita personale e professionale di una delle attrici più importanti del panorama teatrale e cinematografico italiano.
Durante la conversazione, sarà possibile esplorare vari aspetti della sua carriera, dalle sue prime esperienze nel mondo della recitazione fino ai ruoli iconici che l’hanno resa famosa. Guerritore affronterà anche il tema della sua nuova serie Netflix, ‘Inganno’, dove interpreta una donna che, a cinquant’anni, incontra un giovane attraente e pericoloso, immergendosi in una storia che esplora le complessità della seduzione e della fragilità emotiva.
Oltre a discutere delle sue esperienze lavorative, Monica Guerritore condividerà ricordi legati alla sua infanzia, al suo amore per il teatro e ai rapporti significativi con figure emblematiche del palcoscenico, come il leggendario Giorgio Strehler. Nella chiacchierata si parlerà anche delle sue esperienze nel mondo del cinema, dei suoi lavori recenti e delle influenze che hanno segnato la sua carriera. Non mancheranno spunti di riflessione sui tabù e le aspettative sociali riguardanti le donne, in particolare quelle di mezza età, che sono esplorati in modo audace nella nuova serie.
La puntata offrirà quindi un viaggio intimo e profondo nella vita di un’artista che ha saputo reinventarsi nel corso degli anni, rimanendo sempre fedele a se stessa. Non è solo un’intervista, ma un’opportunità per comprendere meglio il pensiero e l’arte di Monica Guerritore, il suo modo di affrontare le sfide della vita e del palcoscenico. Inoltre, la registrazione sarà disponibile On Demand per chi desidera rivederla.
La carriera di Monica Guerritore
Monica Guerritore ha costruito nel corso degli anni una carriera straordinaria, che la vede oggi affermata non solo come attrice, ma anche come drammaturga e regista. La sua avventura nel mondo dello spettacolo è iniziata in giovane età, quando, per caso, si è ritrovata sotto la guida di Giorgio Strehler, il maestro che ha lasciato un segno indelebile nel suo percorso artistico. Guerritore si è subito distinta per la sua capacità di incarnare personaggi complessi e sfaccettati, portando sul palcoscenico emozioni vibranti e autentiche.
Nella sua carriera, ha affrontato una varietà di ruoli che le hanno permesso di esplorare diverse sfumature della condizione umana. Tra i film cult che l’hanno contraddistinta, spicca ‘La lupa’, dove ha interpretato una donna in cerca di sé stessa, affrontando il tema della sensualità e del dramma interiore. Ma il suo talento non si limita al dramma: Monica ha anche dimostrato il suo spessore comico, collaborando con grandi come Carlo Verdone, partecipando a produzioni che hanno messo in risalto il suo lato più leggero e divertente.
Il suo recente lavoro in ‘Inganno’, una serie Netflix diretta da Pappi Corsicato, rappresenta un ulteriore passo nell’evoluzione della sua carriera, affrontando tematiche di grande attualità attraverso la storia di una donna che, a cinquant’anni, si confronta con le complessità della seduzione e della fragilità. L’interpretazione di Guerritore in questo contesto rispecchia la sua versatilità e la volontà di mettersi in gioco anche in ruoli più trasgressivi.
Monica non è soltanto un volto noto del cinema e del teatro italiano, ma anche una figura che ha saputo combinare il suo amore per l’arte con impegni di produzione. Ha fondato la Lumina MGR, una società di produzione che si occupa di sviluppare progetti editoriali e cinematografici. Tra i suoi progetti di punta, c’è il film su Anna Magnani, una figura iconica della cinematografia italiana, che rappresenta non solo un omaggio, ma un’opportunità per riflettere sulla complessità della vita e dell’arte. L’attrice si è sempre impegnata a portare avanti narrazioni che sfidano le convenzioni sociali, affrontando questioni delicate con sensibilità e coraggio.
La carriera di Monica Guerritore è, quindi, un racconto in continua evoluzione, nel quale ogni tappa e ogni nuovo progetto rappresentano non solo un traguardo, ma anche una sfida e una scoperta. Rimanendo fedele a se stessa e ai suoi principi, ha saputo conquistare il cuore del pubblico, diventando per molti un simbolo di resilienza e talento. La sua partecipazione a ‘Stories’ non è solo una celebrazione della sua carriera, ma un’opportunità per riflettere su come il teatro e il cinema possano influenzare e ispirare, trasformando la vita di chi ne fa parte.
Il legame con Giorgio Strehler
Monica Guerritore ha sempre riservato un posto speciale nel suo cuore per Giorgio Strehler, considerato non solo un maestro, ma una figura paterna e un faro artistico nella sua carriera. La loro connessione, che si è sviluppata sin dai primi anni della sua attività nel teatro, ha avuto un impatto profondo e duraturo sul suo approccio alla recitazione. Ricorda con affetto il giorno in cui fu chiamata da Strehler a salire sul palcoscenico: “Non so fare l’attrice”, rispose, ma le parole del maestro furono chiare e incoraggianti: “Tu fai l’attrice bene”. Quel momento segnò l’inizio di un percorso di crescita e scoperta artistica che ha definito la sua carriera.
La visione e la filosofia di Strehler sul teatro hanno forgiato il suo io artistico. Guerritore sottolinea come il suo maestro fosse un perfezionista che richiedeva una dedizione totale e una comprensione profonda del testo e dei personaggi. Le insegnò non solo a lavorare sodo, ma a vivere ogni performance come un’opportunità unica di connessione con il pubblico. Volle che si facesse coinvolgere dalla magia del palcoscenico, guardando e ascoltando attentamente ciò che accadeva in scena. “Stai dietro di me, non andare in quinta e guarda”, le diceva, indicando una via per interpretare con intensità e autenticità.
Il loro legame professionale si trasformò ben presto in un affetto sincero, frutto della condivisione di esperienze e della passione comune per il teatro. Strehler, infatti, ha rappresentato per Guerritore l’esempio di come il teatro potesse essere un veicolo potente per esprimere emozioni e far riflettere. Grazie alla sua guida, è riuscita a comprendere il valore dell’arte come mezzo per affrontare e superare diverse sfide della vita. Le tecniche apprese da Strehler le hanno permesso di affrontare ruoli complessi, entrando nei panni di personaggi che spingevano oltre le convenzioni sociali.
Dopo la sua esperienza con il maestro, Guerritore incontrò Gabriele Lavia, un altro grande del palcoscenico, che la introdusse a una nuova dimensione drammatica. Con lui, ha acquisito ulteriori competenze e il suo approccio si è evoluto, rendendola non solo un’attrice ma anche una figura poliedrica nel mondo del teatro. Livia e Strehler hanno segnato tappe fondamentali nel suo percorso, arricchendo la sua vita artistica e umana e permettendole di sperimentare la recitazione in modi che non aveva mai immaginato.
In questo modo, il legame con Strehler, fondato sulla stima, l’ammirazione e una profonda connessione artistica, continua ad influenzare la sua vita e la sua carriera. La passione per il teatro e l’amore per l’arte che Monica Guerritore propaga nel suo lavoro quotidiano sono un chiaro riflesso di quanto le abbia insegnato il maestro, rendendola una delle interpreti più rispettate e riconosciute del panorama artistico italiano.
Progetti futuri: il film su Anna Magnani
Monica Guerritore sta attualmente lavorando a un progetto di grande importanza che le è particolarmente caro: un film dedicato ad Anna Magnani, una delle figure più iconiche della cinematografia italiana. Guerritore ha sempre nutrito un profondo rispetto e ammirazione per Magnani, riconoscendo in lei non solo una grande attrice, ma anche un simbolo di autenticità e passione. Questo film non rappresenta solo un omaggio a una leggenda del cinema, ma anche l’opportunità di esplorare una storia ricca di emozioni, sfide e trionfi.
La produzione di questo film è stata programmata con attenzione, con l’intenzione di realizzare un’opera che rifletta la complessità della vita di Magnani. Guerritore ha sottolineato l’importanza di avvicinarsi a questa figura con il giusto rispetto, e a tal fine, ha collaborato con l’importante società di comunicazione Jaba Communication, che supporterà il progetto sul fronte finanziario e promozionale. La data di inizio delle riprese è stata fissata per marzo, e la Guerritore è entusiasta di portare avanti un lavoro che metterà in evidenza le sfide e le vittorie di una donna che ha segnato un’epoca.
Monica ha espresso il desiderio di raccontare la Magnani non solo attraverso i suoi successi, ma anche attraverso le difficoltà personali e professionali che ha affrontato. Questo approccio consente di presentare una narrazione più sfumata e realistica, capace di legare il pubblico alle esperienze vissute dall’attrice. La Guerritore si impegnerà affinché il film includa elementi che riflettano l’essenza di Magnani: la sua forza, la sua vulnerabilità e la sua immensa passione per l’arte.
Inoltre, l’attrice ha rivelato che questo progetto rappresenta per lei un’importante tappa di crescita professionale e personale. Per Monica, il cinema e il teatro sono mezzi attraverso cui può affrontare temi universali, come l’amore, il dolore e la resilienza, traendone ispirazione anche dalla propria vita. Così come Anna Magnani, che ha saputo trasformare le difficoltà in arte, Guerritore si propone di seguire sulla stessa strada, portando sul grande schermo una storia che possa risultare potente e toccante.
Questo film non è solo una celebrazione della carriera di una grande attrice, ma anche un invito a riflettere sulla condizione umana, sull’arte e su come le esperienze personali influenzino il nostro modo di vivere e raccontare storie. La speranza di Guerritore è che il pubblico possa riconoscersi in queste narrazioni, trovando così un modo per confrontarsi con le proprie esperienze attraverso il potere evocativo del cinema.
Riflessioni sulla vita e il dolore
Monica Guerritore affronta il tema del dolore con una profondità che deriva non solo dalla sua esperienza professionale, ma anche da quella personale. In un periodo in cui la società tende a nascondere il dolore e a ridurre la vita a una serie di immagini perfette, l’attrice invita a un approccio diverso. La sua riflessione si rivela fondamentale, specialmente in un contesto come quello attuale, dove le emozioni autentiche sono spesso trascurate.
Guerritore crede fermamente che il cinema, così come la letteratura, possa fungere da ponte per comprendere e accettare il dolore. “La fonte di tante tragedie,” afferma, “è l’incapacità di contenere il dolore.” La sua affermazione evidenzia la necessità di riconoscere e affrontare il dolore, piuttosto che fuggire da esso. In questa ottica, l’arte diventa uno strumento per liberarsi e affrontare le esperienze di vita più difficili. La Guerritore sottolinea che, imparando a convivere con il dolore, ci si rende conto che esso è un processo temporaneo, un passaggio verso la guarigione e la crescita.
Particolarmente toccante è la sua osservazione sui femminicidi, che, secondo lei, trovano spesso la loro origine nell’incapacità di gestire il dolore della perdita o dell’abbandono. Questo ci porta a riflettere sull’importanza di educare e sensibilizzare le persone su tematiche emozionali, in modo da promuovere una comunicazione sana e una comprensione più profonda delle relazioni interpersonali. Guerritore avverte che l’arte ha il potere di innescare una sorta di catarsi, per cui spettatori e lettori possono identificarsi con i personaggi e le loro sofferenze, imparando a confrontarsi con le proprie.
Un altro aspetto significativo è come l’attrice consideri la narrativa e il racconto come forme di cura. “Ci fanno piangere,” dice, “nella finzione mettiamo in moto quel meccanismo del dolore, soffriamo e poi scopriamo che c’è ancora vita.” La fruizione dell’arte, dunque, diventa un’esperienza trasformativa, capace di aprire spazi di riflessione e comprensione su ciò che realmente ci tocca e ci segna. Guerritore invita a considerare il dolore non come un nemico da temere, ma come un compagno di viaggio che, sebbene difficile, offre l’opportunità di crescere.
Il suo approccio al dolore rivela una spiccata resilienza personale. Con il passare degli anni, la Guerritore ha imparato ad accettare i cambiamenti che accompagnano l’invecchiamento, affermando: “Mi sono affezionata al mio viso che cambia.” Questo atteggiamento proattivo rappresenta un bel messaggio per le nuove generazioni, incoraggiando a vedere il tempo non come un nemico, ma come uno strumento di apprendimento e di evoluzione. In un mondo in cui prevale spesso l’ansia per l’immagine e per la giovinezza, il suo monito è chiaro: vivere ogni fase della vita con consapevolezza e accettazione, apprendendo da ogni esperienza, sia essa positiva o dolorosa.
L’arte della comicità e i suoi progetti recenti
Nella sua carriera, Monica Guerritore ha dimostrato di essere un’attrice versatile, capace di spaziare dal dramma alla commedia con grande facilità. La sua recente esibizione in ‘Speravo de morì prima’, una serie Sky Original, ha messo in luce il suo talento comico, sorprendendo sia il pubblico che gli addetti ai lavori. In questo progetto, l’attrice interpreta Fiorella Totti, la madre del noto calciatore Francesco Totti, un ruolo che le ha permesso di esprimere la sua comicità in modo fresco e autentico.
Sebbene sia principalmente conosciuta per lavori legati al dramma, il suo incontro con Carlo Verdone ha rappresentato una tappa significativa per la sua carriera. Verdone ha riconosciuto in Guerritore una qualità comica che, secondo le sue parole, era in qualche modo nascosta e non del tutto esplorata. Questo ha dato vita a una nuova dimensione nella sua carriera, permettendole di affrontare situazioni comiche con il medesimo impegno e dedizione riservati ai ruoli drammatici. Guerritore stessa ha ribadito l’importanza di rimanere ‘dentro la situazione comica’, mantenendo il ritmo e contribuendo all’interazione con i compagni di scena, senza mai disturbare il flusso narrativo.
Questo cambio di prospettiva ha rappresentato per l’attrice una vera e propria sfida. Malgrado la comicità richieda un’abilità distinta e un diverso tipo di preparazione, Guerritore ha affrontato questa opportunità con entusiasmo, dimostrando come la sua formazione teatrale e la sua esperienza accumulata nel campo le abbiano fornito una solida base su cui costruire. Ricordando le parole di Verdone, l’attrice non nasconde il suo affetto e il rispetto per il collega, sottolineando come sia stata una fortuna poter lavorare al suo fianco in questo nuovo capitolo della sua carriera.
Guerritore ha in programma ulteriori evoluzioni nel suo percorso artistico, rendendo sempre più evidente il suo desiderio di esplorare nuove strade e generi. La sua società di produzione, Lumina MGR, è uno strumento importante per questo scopo, poiché le consente non solo di produrre opere cinematografiche, ma anche di contribuire attivamente alla creazione di storie che riflettono la varietà dell’esperienza umana. La Guerritore ha espresso l’ambizione di portare avanti progetti che abbracciano sia la drammaticità che la comicità, cercando un equilibrio tra questi due mondi che possa rivelarsi tanto coinvolgente quanto necessario.
In questo contesto, la sua partecipazione a ‘Vita da Carlo’, la nuova stagione della celebre serie con Carlo Verdone, conferma la sua volontà di rimanere attiva e rilevante nel panorama televisivo italiano. La combinazione di ironia, sentimento e esperienza si preannuncia come un elemento centrale del nuovo progetto, promettendo di riservare al pubblico momenti indimenticabili e spunti di riflessione sulle dinamiche familiari contemporanee.
La capacità di Monica Guerritore di unire l’arte della comicità a quella drammatica le consente di affrontare in modo fresco e originale le complessità del momento che stiamo vivendo. La sua carriera, che continua a evolversi, si costruisce sulle esperienze passate e sull’apertura verso il futuro, rendendola una figura di riferimento nella cultura italiana. La sua testimonianza, ora più che mai, rappresenta un invito a esplorare la bellezza insita in ogni sfumatura dell’espressione artistica, dalla risata alla riflessione profonda.