Mercati finanziari in Germania: la grande incognita del dopo elezioni
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La Cancelliera tedesca Angela Merkel è vicina alla riconferma per il quarto mandato consecutivo. Questo è quello che prospettano, a poche ore dall’apertura dei seggi, i sondaggi e gli analisti politici di tutto il mondo. Quale sarà la maggioranza che si insidierà nel Bundestag, però, ancora non si sa: è proprio questa l’incertezza che aleggia attorno alle elezioni tedesche.
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Fino ad ora i mercati sembrano non essersene curati molto e sembrano aver già scommesso su una rielezione della Merkel-quater: la Germania e l’Eurozona continuano a essere premiati. L’euro si è rafforzato grazie ai buoni numeri economici dei paesi europei. Attorno a 1,20 contro il dollaro e tra 0,85 e 0,90 contro la sterlina. Il Bund ha chiuso a 0,44 l’ultima seduta pre-elettorale e il Dax nel 2017 ha già guadagnato quasi il 10%. Un quadro che dovrebbe rincuorare anche i più scettici, insomma.
L’IMPREVEDIBILE DIETRO L’ANGOLO
Eppure, come ci insegnano il referendum britannico, l’elezione di Trump e la vittoria schiacciante di Macron, l’imprevedibile si nasconde dietro l’angolo e potrebbe avere delle ricadute reali sul mercato teutonico ed europeo. È vero che è difficilissimo pensare a una sconfitta di Angela Merkel, ma è altrettanto vero che il suo CDU/CSU(ora al 36,5% secondo i più recenti sondaggi Allensbach) ha perso voti – così come i socialdemocratici di Schulz – in favore dei partiti minori come i liberal democratici dell’FDP, i Verdi, la destra di AFD e i post-comunisti di Die Linke. La crescita senza precedenti di queste entità politiche non solo ha sconvolto lo storico sistema maggioritario tedesco, ma obbligherà quasi sicuramente la Merkel a dover dare vita a una nuova coalizione mai esperita nel paese. Questo muoverà i mercati.
CRISTIANO DEMOCRATICI E FDP
L’ipotesi più accreditata in questo momento dai sondaggi è la partnership tra i Cristiano Democratici della Cancelliera e l’FDP, partito di centro orientato economicamente su posizioni liberiste. I mercati ci credono e forse ci sperano. Una maggioranza simile non dovrebbe stravolgere l’attuale politica tedesca. Merkel a l’FDP propongono di tagliare le tasse alle imprese e le aziende plaudono. Un vantaggio andrebbe anche al comparto tech, dove la Germania ancora fatica. L’FDP ha fatto dello sviluppo tecnologico il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale e questo aiuterebbe non solo i grandi, ma stimolerebbe anche le aziende mid-cap e le PMI. Situazione analoga si prospetta in caso del rinnovo della “Grande Coalizione” tra CDU/CSU e SPD. Anche qui, le imprese godrebbero di una tassazione più leggera – tema su cui i due partiti concordano e che è resa possibile grazie all’enorme surplus commerciale della Germania – e di un sistema politico ed economico pressoché invariato rispetto alla passata legislatura.
SCHULZ PRENDE LE DISTANZE
Tuttavia, con la crescita dell’FDP (11% secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Allensbach), Merkel preferirà rompere questa alleanza, anche perché il leader socialdemocratico Schulz, accusato di non avere una visione politica ed economica diversa dal centro-destra, ha cercato di prendere le distanze più volte negli ultimi mesi dalla Cancelliera, mostrandosi amico dei lavoratori e dei disoccupati. Non è un caso che abbia cercato di sfruttare a proprio vantaggio il recente memorandum of understanding siglato da TATA e Thyssenkrupp per una futura venture europea che potrebbe lasciare a casa molti operai tedeschi.
L’OPZIONE JAMAICA
La terza opzione, mai vista nella storia politica del Paese, è la coalizione “Jamaica”:CDU/CSU, FDP e i Verdi (chiamati così perché i colori dei tre partiti assieme sono gli stessi della bandiera giamaicana). Per gli analisti, anche questa alleanza sarebbe guardata con favore dai mercati. L’unica grande novità è per il comparto delle auto, fondamentale nell’industria tedesca e che impiega circa 800.000 lavoratori. Il Green Party, infatti, ha più volte criticato il settore e le politiche adottate dal governo tedesco per la sua salvaguardia. È pensabile quindi che in una ipotetica coalizione possa avere dei risvolti importanti.
GLI YIELDS EUROPEI
Un’affermazione di un blocco a guida socialdemocratica resta molto improbabile (SPD è a quota 22% secondo Allensbach), ma ogni ipotesi deve essere tenuta in considerazione dopo Brexit. Una caduta di Angela Merkel, saldamente al comando dal 2005, darebbe contraccolpi significanti a tutti i mercati europei e globali. Nonostante Schulz sia uno dei più strenui filo-europeisti, la Merkel ha di fatto assunto la leadership dell’UE, portando avanti politiche di riforme e aprendo anche a un Fondo Monetario Europeo in grado di aiutare i paesi in crisi economica. Se così fosse, possiamo aspettarci un rialzo degli yields europei e un’apertura al ribasso per Dax, Cac40, Ibex 35 e Ftse MIB.
I problemi, infatti, sarebbero soprattutto politici. Merkel difende strenuamente Michel Barnier nelle negoziazioni sulla Brexit, ha gestito e gestisce tuttora le sanzioni alla Russia, ha un ruolo chiave nella gestione della crisi migratoria e, a livello globale, si è fatta baluardo della globalizzazione e del libero commercio. Non è che un caso che sia l’Europa a trazione tedesca ad aver soddisfatto maggiormente gli investitori. Un vuoto di leadership lascerebbe nello sconforto i mercati, anche se pare improbabile vederla lontano dalla Cancelleria al momento.
GLI OUTSIDERS
Resta, infine, il grande outsider: la destra estrema di AFD (10%, Allensbach). Una sua affermazione non sembra contemplata dai sondaggisti. Se però il suo peso specifico sarà abbastanza alto da dover obbligare a una coalizione, allora potremmo trovarci di fronte allo scenario peggiore per i mercati, soprattutto europei, a causa delle posizioni anti-euro e anti-EU. Parliamo comunque di ipotesi che, sono sempre gli esperti a suggerirlo, rimangono improbabili. La sensazione è però che, chiunque arrivi terzo, sarà l’ago della bilancia della prossima legislatura. Mercati avvisati.
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Giovanni Prati per ActionNews Agenzia di stampa
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