Medio Oriente: Nasrallah ucciso da Israele, Safieddine nuovo leader Hezbollah
Bomba americana e la morte di Nasrallah
Secondo una dichiarazione del senatore democratico Mark Kelly, presidente della sottocommissione Aeronautica del Senato per le forze armate Usa, l’arma utilizzata da Israele per eliminare l’ex leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, era una bomba guidata di fabbricazione americana: una Mark 84 del peso di 900 kg. Questo attacco ha segnato un cambiamento significativo nelle operazioni militari israeliane, poiché rappresenta l’uso di armamenti statunitensi in un contesto di guerra contro Hezbollah.
La notizia di questo attacco ha suscitato reazioni immediate e preoccupazioni sia in Libano che a livello internazionale. Le implicazioni politiche e militari sono notevoli, poiché segnano un’escalation nelle tensioni tra Hezbollah e Israele e sollevano interrogativi sulla fornitura di armamenti statunitensi ai loro alleati in Medio Oriente. L’uso di una bomba così potente e di alta precisione evidenzia il livello di cooperazione militare tra Israele e Stati Uniti.
Con la morte di Nasrallah, si presenta un vuoto di potere significativo all’interno di Hezbollah, aprendo la strada a potenziali riorganizzazioni interne e a cambiamenti nella strategia del gruppo militante. Il leader è stato una figura centrale nel conflitto con Israele ed è stato responsabile di numerose operazioni contro le forze israeliane.
Questa situazione richiede di fatto che gli analisti monitorino da vicino gli sviluppi futuri all’interno di Hezbollah e il potenziale impatto su tutta l’area del Medio Oriente.
L’attacco aereo su Beirut
Israele ha effettuato un attacco aereo a Beirut, precisamente nei pressi dell’incrocio di Kola, un punto di riferimento popolare noto per essere un nodo di traffico per taxi e bus. Questa operazione ha fatto rumore in tutta la città, evidenziando l’intensità dell’attacco e segnando la prima volta che Israele colpisce il centro di Beirut dall’inizio della guerra. Secondo quanto riportato dal Guardian, l’esplosione ha causato la distruzione di due piani di un condominio, evidenziando la gravità dei danni.
Le notizie immediatamente successive all’attacco hanno confermato che almeno due persone sono state uccise, con la sicurezza libanese che ha specificato che l’attacco israeliano ha preso di mira un appartamento associato alla Jamaa Islamiya, un gruppo islamista libanese che collabora con Hezbollah. Questa escalation dimostra un cambiamento nella strategia israeliana, poiché fino ad ora gli attacchi si erano limitati in gran parte ai sobborghi meridionali di Beirut.
Il contesto del bombardamento è particolarmente allarmante. Allo stesso modo, i rapporti di agenzie di stampa locali hanno mostrato scene di devastazione, con immagini che documentano la devastazione inflitta non solo alle strutture, ma anche al tessuto sociale della capitale libanese. Le autorità libanesi sono state rapide nell’evocare l’operazione israeliana come una pallottola che colpisce una situazione già altamente instabile, alimentando ulteriormente le paure di un conflitto più ampio nella regione.
Questo attacco si inserisce anche in una sequenza di operazioni militari più ampie che includono ulteriori bombardamenti di obiettivi di Hezbollah in Libano e operazioni nel vicino Yemen. La risposta di Israele riflette una determinazione crescente a colpire le capacità militari di Hezbollah, di cui Nasrallah era una figura chiave, e a stabilire una nuova etichetta di deterrenza nei confronti delle fazioni filo-iraniane nella regione.
La nomina di Hashem Safieddine come nuovo leader
Il Consiglio della Shura di Hezbollah ha ufficialmente nominato Hashem Safieddine come nuovo leader del gruppo al posto di Hassan Nasrallah. Questa decisione rappresenta un significativo cambiamento all’interno della gerarchia di Hezbollah, considerando il ruolo cruciale che Nasrallah ha avuto nella strategia del gruppo e nel conflitto con Israele. Safieddine proviene da Deir Qanoun al-Nahr, un villaggio nel sud del Libano, ed è noto per fare parte di una famiglia sciita influente, che ha dato vita a molti chierici e politici di spicco.
La nomina di Safieddine è avvenuta in un contesto di crisi e incertezza. Essendo un cugino di Nasrallah e con legami familiari con Qassem Soleimani, l’ex comandante della Forza Quds iraniana ucciso nel 2020, Safieddine è ben posizionato per mantenere l’influenza iraniana all’interno di Hezbollah. La sua nomina potrebbe presentare tanto continuità nella linea politica approvata da Nasrallah, quanto aperture a nuove strategie per fronteggiare le sfide attuali e future.
Le dinamiche interne di Hezbollah potrebbero quindi subire trasformazioni significative. Safieddine ha già dimostrato di avere una forte capacità di leadership e relazioni consolidate all’interno del gruppo. Tuttavia, il suo successo come nuovo leader dipenderà anche dalla sua abilità nel mantenere la coesione interna e rispondere alle crescenti pressioni militari e politiche dalla parte di Israele e degli Stati Uniti.
Questa transizione di potere non è priva di sfide. Hezbollah si trova ora a dover navigare in un ambiente militare e politico complicato, con attacchi israeliani che hanno già inflitto gravi perdite e una crisi economica profonda nel Libano. La capacità di Safieddine di consolidare il potere e mantenere l’unità del gruppo sarà fondamentale per il futuro di Hezbollah e per la stabilità dell’intera regione.
Reazioni degli Stati Uniti e l’aumento della presenza militare
In risposta all’inasprimento del conflitto tra Israele e Hezbollah, il governo degli Stati Uniti ha intrapreso misure significative per rafforzare la propria presenza militare in Medio Oriente. Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha ordinato all’esercito statunitense di potenziare le capacità di supporto aereo “difensive” nella regione, aumentando allo stesso tempo lo stato di prontezza di altre forze armate. Questa decisione rappresenta una chiara indicazione della volontà degli Stati Uniti di proteggere i propri interessi e le proprie forze nel contesto di un escalation delle tensioni.
Il Pentagono ha comunicato che il segretario Austin ha chiarito che qualsiasi attacco da parte dell’Iran o dei suoi alleati nei confronti di personale o interessi americani sarà accolto con tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza del personale statunitense. Questa assunzione di responsabilità indica un impegno solido da parte degli Stati Uniti nel supportare Israele nella sua campagna contro Hezbollah, che rappresenta un importante alleato dell’Iran nella regione.
Nell’ambito di questa riorganizzazione delle forze, funzionari statunitensi hanno dichiarato che è possibile che vengano effettuate operazioni di “scala ridotta” contra Hezbollah, per eliminare le posizioni militari del gruppo al confine con il Libano. Tuttavia, nonostante queste azioni preparatorie, non è stata presa una decisione definitiva su un’eventuale invasione di terra da parte di Israele. Le voci che circolano suggeriscono che, se una mossa del genere fosse contemplata, sarebbe comunque limitata nella sua portata.
Questa crescente presenza militare degli Stati Uniti è vissuta come una misura preventiva, tenendo conto della vulnerabilità della situazione geopolitica nel Medio Oriente. La tensione tra Israele e Hezbollah rimane alta, e la risposta impegnata degli Stati Uniti dimostra l’importanza strategica della regione e il loro desiderio di giocare un ruolo attivo nel mantenere la stabilità, garantendo al contempo la sicurezza del loro alleato.”
Bilancio delle vittime e gli sviluppi in Libano e Yemen
In seguito ai recenti attacchi aerei condotti dall’esercito israeliano, il bilancio delle vittime in Libano è in continuo aggiornamento. Stando a quanto riportato dal ministero della Salute libanese, almeno 105 persone hanno perso la vita, mentre i feriti sono stati segnalati in 359. Questo drammatico conto delle vittime evidenzia la gravità della situazione e l’intensità degli scontri tra le forze israeliane e Hezbollah.
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha sottolineato nulla è “troppo lontano” per le operazioni israeliane, il che riflette una strategia militare aggressiva nel tentativo di annientare l’influenza di Hezbollah nel Libano meridionale e nelle aree circostanti. L’operazione di venerdì ha visto la neutralizzazione di non solo Nasrallah, ma anche di 20 comandanti di Hezbollah, il che segna una perdita significativa per la leadership del gruppo. L’IDF ha annunciato attacchi mirati contro vari luoghi strategici, con la mappa dell’area bombardata che evidenziava la prossimità di una scuola gestita dalle Nazioni Unite.
Tweet da varie fonti locali hanno mostrato il video del recupero del corpo di Nasrallah, rimasto “intatto” nel cratere generato dai bombardamenti, un simbolo potente della devastazione portata da questa escalation. Parallelamente, in Yemen, le forze israeliane hanno sferrato attacchi contro le posizioni degli Houthi. Questi ultimi, accusati di lanci di missili e droni verso il territorio israeliano, sono stati colpiti in operazioni che hanno visto più di 40 aerei bombardare i porti di Hodeidah e Ras Issa, insieme all’aeroporto internazionale di Hodeidah.
Questa operazione ha causato la morte di quattro persone, confermando una logica di attacco che mira a interrompere le catene di approvvigionamento di armi e risorse destinate ai gruppi filamentari filo-iraniani. Nell’insieme, i recenti sviluppi in Libano e Yemen pongono interrogativi sul futuro della stabilità nel Medio Oriente, creando un clima di crescente tensione e incertezza.