Marco Carta e Chiara Iezzi raccontano i motivi dell’esclusione da Sanremo
Marco Carta e Chiara Iezzi raccontano la loro esclusione da Sanremo
Durante l’ultima puntata di La Volta Buona, i cantanti Marco Carta e Chiara Iezzi hanno condiviso le loro esperienze riguardanti l’esclusione dal Festival di Sanremo 2025. Entrambi gli artisti avevano presentato dei brani per la selezione, ma alla fine non sono stati scelti. Chiara ha rivelato che, sebbene avessero preparato la canzone con entusiasmo, la convinzione di un ritorno sul prestigioso palco dell’Ariston quest’anno era incerta. I due artisti si trovavano in uno stato di attesa non completamente fiduciosa, tanto che, per alcuni momenti, hanno optato per non seguire l’annuncio in diretta. Invece, hanno lasciato che fossero i propri genitori a commentare l’esito. Chiara ha commentato: “Se la canzone era brutta? Ma no, era bella”. Questo è segno di una partecipazione motivata da convinzioni artistiche, più che da ambizioni di successo a tutti i costi.
Marco, da parte sua, ha riflettuto sulla sua attuale situazione, evidenziando il contrappasso di una passata vittoria al Festival. Anche se inizialmente aveva deciso di non partecipare più, i suoi recenti tentativi di rientrare, per quanto fruttuosi, non hanno prodotto l’esito sperato. Entrambi i cantanti hanno dimostrato una rara onestà riguardo le loro esperienze, mettendo in luce il lato umanamente vulnerabile della competizione musicale, in cui non sempre la preparazione e il talento garantiscono risultati positivi.
Retroscena dell’esclusione
Nel corso della trasmissione La Volta Buona, Marco Carta e Chiara Iezzi hanno condiviso dettagli interessanti relativi alla loro esclusione dal Festival di Sanremo. Chiara ha rivelato che, nonostante il lavoro e l’impegno profusi nella creazione della loro canzone, il clima di attesa era per loro denso di incertezze. “La verità è che non eravamo del tutto sicure che questo fosse l’anno giusto per il nostro ritorno”, ha affermato. Ciò denota una riflessione pragmatica e consapevole da parte degli artisti, che non si sono lasciati sopraffare dalla frenesia del palcoscenico sanremese.
Marco ha aggiunto che i suoi tentativi di ritornare a Sanremo dopo la vittoria del 2009 sono stati caratterizzati da una serie di esperienze frustranti. “Negli anni passati, ero spinto da una forte motivazione per partecipare. Tuttavia, i brani che ho presentato non hanno mai trovato il riscontro desiderato. Questa situazione non fa altro che sottolineare l’imprevedibilità di questi eventi”, ha dichiarato. Entrambi i cantanti hanno quindi manifestato una certa dose di rassegnazione nei confronti di un sistema selettivo che, sebbene possa apparire meritocratico, è soggetto a variabili che restano spesso al di fuori del controllo degli artisti.
Chiara ha continuato a sottolineare il valore del percorso artistico intrapreso: “Ciò che conta è la bellezza della musica e il significato che essa ha per noi”. Questo approccio riflette non solo una maturità professionale, ma anche una passione autentica per il loro mestiere, che supera l’aspettativa di risonanza mediatica legata a un festival di tale portata. Resta aperto il dibattito sulle modalità di selezione dei brani e sulla reale equità del processo, ma la visione dei due artisti sull’esclusione da Sanremo appare lucida e radicata in una profonda comprensione del mondo musicale contemporaneo.
La reazione di Marco Carta
Marco Carta ha espresso una reazione misurata e riflessiva in merito alla sua esclusione da Sanremo 2025, evidenziando la complessità delle emozioni che accompagnano questo tipo di eventi. Nel corso dell’intervista a La Volta Buona, il cantante ha condiviso che, nonostante la sua celebrazione al Festival nel 2009, i tentativi successivi di rientrare non hanno portato ai risultati sperati. “Dopo la mia vittoria, per un lungo periodo non ho nemmeno preso in considerazione l’idea di partecipare nuovamente. Con il passare degli anni, però, ho iniziato a pensarci”, ha dichiarato. Questo cambiamento di prospettiva riflette una volontà di riscoprire il palco, ma anche la presa di coscienza delle sfide insite nella competizione musicale.
Marco ha rivelato di aver presentato vari brani negli ultimi anni, ma ciascuno di essi non ha incontrato l’approvazione dei selezionatori. “La realtà è che ho provato diverse volte a proporre nuove canzoni, ma il responso è sempre stato negativo. La delusione, dunque, è parte integrante di questo gioco”, ha affermato con un tono pragmatica. Riferendosi anche a un episodio di celebrazione non vissuto, Marco ha menzionato il suo desiderio di “stappare una bottiglia di spumante ulteriore” che, per coincidenza, non è mai riuscito a realizzare. Questo aneddoto sottolinea l’elemento di umorismo amaro che spesso accompagna i sogni infranti degli artisti.
Nonostante l’esclusione, Marco ha mantenuto una visione positiva, manifestando il desiderio di continuare a cercare opportunità nel panorama musicale. “Magari la strada da percorrere può sembrare tortuosa, ma non è la fine del mondo. Ho sempre creduto nel potere della musica e continuerò a farlo,” ha concluso, lasciando intravedere una forte determinazione e resilienza che caratterizzano la sua carriera. La sua reazione comunica una comprensione profonda del valore del percorso artistico e della capacità di affrontare le sfide con un atteggiamento costruttivo.
L’esperienza di Chiara Iezzi
Durante la sua presenza a La Volta Buona, Chiara Iezzi ha condiviso dettagli significativi riguardanti la sua esperienza recente in relazione all’esclusione da Sanremo. La cantante ha chiarito che, nonostante l’impegno profuso nella preparazione del brano presentato, non era completamente certa che il ritorno al Festival rappresentasse l’opportunità giusta: “Diciamo che non eravamo convintissime che quest’anno sarebbe stato quello giusto per tornare a Sanremo”. Questa affermazione evidenzia un approccio realistico e ponderato, dove l’aspettativa si confronta con la costituzione emotiva di un artista che ha già vissuto momenti di grande visibilità e successo.
Chiara ha rivelato di aver scelto, insieme a Marco, di seguire l’annuncio del Festival in modo distaccato, optando per non guardare il televoto in diretta: “I nostri genitori erano davanti alla televisione, mentre noi eravamo consapevoli della situazione senza troppo peso sugli eventi”. Questo comportamento riflette una strategia di protezione emotiva, suggerendo che la pressione di partecipare a Sanremo è una questione complessa, capace di influenzare profondamente il benessere psicologico degli artisti.
Parlando del brano che hanno presentato, Chiara ha manifestato sicurezza circa la qualità della loro proposta musicale: “Se la canzone era brutta? Ma no, era bella.” Con questa affermazione, mette in evidenza il valore del processo creativo e della passione che motiva gli artisti, superando l’obiettivo di una mera competizione. Siglare un brano che ritiene significativo è, per Chiara, un modo per affermare la propria identità artistica, rendendo evidente che le esperienze di esclusione non minano necessariamente la propria visione e il proprio talento. La sua narrazione offre uno spaccato autentico del viaggio di un artista, in cui il valore della musica stesso prevale sulle delusioni legate alle aspettative esterne. Chiara appare motivata a perseguire il suo percorso musicale, animata dall’ideale di condividere il significato profondo della musica con il pubblico, anche al di là delle accese competizioni artistiche.
Le aspettative per il futuro
Marco Carta e Chiara Iezzi, pur attraversando un momento di esclusione dal Festival di Sanremo, dimostrano una visione chiara e determinata riguardo alle loro future aspirazioni musicali. Marco, con una carriera segnata da alti e bassi, ha dichiarato che l’esperienza accumulata nel corso degli anni lo ha reso più consapevole della sua identità artistica e delle direzioni che intende intraprendere. “La musica per me è un viaggio e continuerò a esplorare nuove strade. Sanremo è solo una parte di questa esperienza”, ha affermato, evidenziando il suo desiderio di proseguire la ricerca di nuove sonorità e collaborazioni che possano arricchire il suo repertorio.
Anche Chiara Iezzi si mostra ottimista riguardo al proseguo della sua carriera. Nonostante le delusioni recenti, chiara nella sua comunicazione ha messo in risalto l’importanza di dedicarsi con passione ai progetti futuri. “Ci sono molte strade da percorrere e nessuna esclusione può fermarci”, ha dichiarato. Questo atteggiamento riflette una mentalità resiliente, pronta ad affrontare le sfide del panorama musicale contemporaneo. Entrambi gli artisti intendono, infatti, investire nel loro sviluppo creativo, esplorando altre opportunità che potenzialmente possano guidarli verso il successo che desiderano.
In questo contesto, Marco e Chiara appaiono disposti a rimanere attivi nei circuiti musicali e nei festival, magari aprendosi a nuove esperienze che possano non solo toccare il pubblico, ma anche permettere loro di esprimere liberamente le proprie emozioni attraverso la musica. La determinazione di entrambi è un chiaro segnale che, nonostante le delusioni, la passione per la musica rimane intatta, pronta a trasformarsi in nuova creatività e nuove proposte.
Commenti sui brani presentati
Durante il loro intervento a La Volta Buona, sia Marco Carta che Chiara Iezzi hanno espresso un giudizio molto positivo sui brani che avevano presentato per la selezione a Sanremo. Chiara ha chiarito che, sebbene non siano stati scelti, il loro brano rispecchiava comunque un alto valore artistico e una particolare attenzione ai contenuti. “La nostra canzone era pensata con passione; non era solo un’opera, ma un pezzo di noi”, ha dichiarato, sottolineando il collegamento emotivo che gli artisti hanno con le loro creazioni.
Marco, dal canto suo, ha condiviso la frustrazione derivante dal non essere riuscito a entrare nei cuori dei giurati, ma ha mantenuto ferma la convinzione nella qualità delle sue proposte. “Ogni canzone che ho scritto era un riflesso delle mie esperienze e della mia crescita come artista. La delusione fa parte del gioco, ma non mette in discussione l’importanza dei brani stessi”, ha affermato. Questo permette di comprendere quanto gli artisti siano spesso in balia di misurazioni esterne che possono apparire ingiuste rispetto ai loro meriti creativi.
Inoltre, entrambi hanno messo in evidenza un elemento cruciale del processo artistico: la costante evoluzione e ricerca che accompagna ogni nuovo progetto. Chiara ha affermato: “Siamo sempre alla ricerca di miglioramento. Ogni esperienza ci offre l’opportunità di crescere e fare musica migliore.” Questa visione condivisa da Marco, evidenzia la resilienza degli artisti che, anche di fronte a un rifiuto, continuano a credere fermamente nel valore della loro arte e nel potere della musica di toccare le persone. Nonostante le delusioni, entrambi sono pronti a ripartire e a rimettersi in gioco, con l’obiettivo di esplorare ulteriori opportunità professionali. Infine, si percepisce un forte desiderio di tornare a calcare palcoscenici prestigiosi come quello dell’Ariston, con la speranza di portare in futuro brani che possano finalmente risuonare con il pubblico e la giuria.