L’invito non rispettato
Crotone, 18 Marzo 2015
Questo è successo a me, e un parere a questo punto lo voglio, perché da momento unico e isolato che, anche se deprecabile, poteva avere un minimo di scusante, la mia vendetta è diventata altro.
Ti spiego quel che accade.
Stefania, mi aveva sempre detto che sarei stata la sua testimone di nozze, e scopro da amici comuni che ha fissato tra nove mesi il matrimonio, e io non ne sapevo nulla!
Effettivamente, negli ultimi tempi, senza una ragione precisa, abbiamo molto rallentato la frequentazione. Neanche io, a dire il vero, presa tra la tesi di laurea e il mio lavoro di barista, che mi aiuta a non pesare troppo sui genitori, ci avevo fatto troppo caso, e né avevo sentito l’esigenza di farmi viva a mia volta.
Insomma neanche io l’avevo cercata! Proprio non era più nei miei pensieri emotivi.
Faccio un piccolo passo indietro e ti scrivo che in realtà, io e Stefy ci siamo sempre viste a corrente alternata.
Il motivo è che patisce troppo il mio essere più glamour e simpatica, e per giunta più bella. Si è sempre posta rispetto a me, come la parente povera portata in giro per pia grazia, e messa rassegnata un po’ nell’angolo a fare tappezzeria.
Lei dalla sua, ha un’ottima posizione familiare e un carattere dolce che spesso, e facilmente, ho fatto a pezzi, essendo una tipa piuttosto tosta e aggressiva.
Per ritornare alla questione, non ci ho visto più, quando mi è arrivato solo un biglietto di partecipazione al matrimonio, che mi esautorava del tutto da essere presente a uno degli eventi principali nella vita di chiunque.
Inoltre, non ho digerito che alla faccia dell’essere più sciolta e carina, io sono single , e così mi definisco per addolcire il termine zitella, e lei, che non se l’era mai filata nessuno, metteva anticipandomi, la fede al dito.
Le telefono, ci vediamo in un bar, vorrei affrontarla, ma lei, che come detto è piuttosto remissiva, si presenta, a farsi scudo, col futuro marito Beppe.
Cara Cinzia, non solo ho fatto la gatta da subito, ma approfittando di Stefania allontanatasi un attimo per salutare amici a un altro tavolo, gli ho chiesto il suo cellulare, con una scusa talmente insulsa che non saprei riferirtela, che ho memorizzato in un istante.
La notte, quella stessa notte, dopo tre messaggi e un’arrendevolezza che francamente mi ha lasciata stupita, trattandosi di un uomo prossimo a nozze, salivo sull’auto e entravo a casa sua e nel suo letto.
Doveva essere la vendetta scema di una sera, ma io al momento sono single e mi sono ritrovata a volere di più.
Ora lui si barcamena tra me e lei, i mesi scorrono e i preparativi del matrimonio continuano; io comincio a stressarlo, e esigo che scelga tra una di noi, prima che si metta davanti all’altare a dire un sì troppo ipocrita e fragile.
Tu che faresti? Vorrei un consiglio per smuovere Beppe da questa indecisione, anche perché abitiamo in provincia e , se è vero che l’ultimo a sapere sia il diretto interessato, ora Stefania qualche sospetto comincia a subodorarlo, visto il protrarsi del doppio legame e ha posto qualche domanda insistente su cui lui, spiazzato, ha rischiato di essere smascherato.
Un caro saluto da Dora.
Milano, 24 Marzo2015
Cara Dora,
riprendo una tua frase che mi sembra nella lettera il punto chiave, ovvero l’affermare ‘doveva essere una vendetta scema’.
Sulla vendetta e i relativi meccanismi, sono stati scritti fiumi d’inchiostro, e certo il secco pane manzoniano del perdono è più difficile da consumare che quello facile e leggero del vendicarsi.
Insomma la forza d’animo e la nobiltà di sorvolare a gesti che offendono, non è semplice.
Nel tuo caso, un mancato invito, che può sembrare irrilevante, scatena in te molto, forse troppo.
A tua difesa, tuttavia, va sottolineato che il non includere in occasioni topiche della vita, come appunto una data di nozze, qualcuno, significa sottovalutare il valore di quella stessa presenza in un giorno memorabile.
Ti scordo, dunque non invito, perché non sei nei miei pensieri.
Non ti ho in memoria.
Tuttavia Stefania è da te in un certo qual modo scusata quando affermi che non avete una frequentazione continuativa, ma lei la gaffe la fa, non ci piove!
Arrivo però al tuo definire una discutibile vendetta, che è un triste moto dell’animo, come ‘scema’.
Ecco, cara Dora, una vendetta mai è scema.
Perché?
Perché non è innocua, come tante azioni sceme, e recupero il tuo aggettivo, che l’umanità quotidianamente compie.
La vendetta ragiona, perché è un piatto freddo, che gela il cuore di chi lo inghiotte inconsapevole.
Quindi tu, risentita, avevi due strade da percorrere diciamo oneste e riflessive.
Potevi chiarire, rimproverare l’amica della dimenticanza, metterla nelle condizioni di riparare con un invito tardivo, su cui con generosità, scordavi la pecca e presenziavi l’evento insieme agli altri e eternizzavi la partecipazione figurando nell’album delle nozze.
Oppure, potevi inghiottire e tacere, da vera signora, e rimodulare nel proseguo la vostra amicizia.
Non sarebbero mancate, magari in futuro, occasioni di chiarire, su acque meno agitate e riposizionando l’offesa,perché, si sa, che il tempo è amico e aiuta a incasellare nel giusto modo gli accadimenti.
Purtroppo, sostenuta non dalla riflessione, ma dall’impulso hai coniugato il verbo vendicarsi.
Perché?
Lo spiega il tuo inconscio che si tradisce sul foglio quando mi comunichi che Stefania, era la parente povera portata da te per pia grazia in società, e subito dopo scordata a fare parete, mentre tu eri la bella, contesa e corteggiata.
Non hai creduto possibile una situazione che sembra lo sprint dell’ultima ora, che decreta il vincente che alza gioioso la coppa al cielo, in questo caso la lucida fede nuziale, mentre tu rimani stizzita e, ahimè, sola.
Perché tu il cavaliere non lo hai, e una riflessione tocca produrla.
Dove sono i millantati cavalieri dell’ultima ora? Si è forse qualcuno posto a te in modo serio e con reali intenzioni’ O forse erano tutte storielle di poco conto, dove api narcisiste si posavano sul tuo polline, per poi volare via una volta saziate?
Rubare a Stefania ore del suo prossimo marito, è stato come fregare le caramelle tra le piccole dita sottili di una bimba: hai avuto gioco facile.
E il gioco è bello finchè dura poco, lo sappiamo tutti.
Pure tu, che invece, sull’auto in corsa, hai preso gusto all’eccesso di velocità e ti sei immersa nel vortice dell’ebbrezza del tradimento: vuoi di più.
Ti chiedo.
Cosa volere da un uomo che va sposo sporcando altre lenzuola invece che solo quelle della futura compagna di vita?
Non credo il Beppe in questione abbai voglia di scatenare il putiferio, non mi sembra abbaia manifestato con te desideri di scelta.
Vuoi davvero uno così?
Chiedi una sua, di scelta.
Lo vedrai sparire.
Oppure no.
In ogni caso tu, proprio tu, sai bene chi hai davanti, e con chi ti confronterai in futuro.
Questa, è la faccia buia dell’amore.
Io cercherei più chiarore altrove.
Un forte abbraccio dalla scrittora.
TACCO E STACCO. ALLA PROSSIMA!