Italia fanalino di coda in Europa per adozione e utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa
utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa in italia e in europa
L’uso dell’intelligenza artificiale generativa in Italia si distingue per una significativa arretratezza rispetto alla media europea, come evidenziato dai dati Eurostat riferiti al 2025. Solo il 19,9% degli italiani tra i 16 e i 74 anni ha sfruttato strumenti di IA generativa negli ultimi tre mesi, una percentuale nettamente inferiore rispetto al 32,7% che rappresenta la media comunitaria. Questo dato piazza l’Italia tra le ultime posizioni nell’Unione europea, preceduta soltanto dalla Romania con il 17,8%. Al contrario, paesi come Danimarca, Estonia e Malta segnano livelli di utilizzo decisamente più elevati, raggiungendo percentuali superiori al 46%. Questi numeri sottolineano un gap significativo nella diffusione delle tecnologie di IA generativa all’interno del tessuto sociale italiano rispetto ad altre nazioni europee, riflettendo probabilmente diverse dinamiche culturali, economiche e formative.
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motivazioni del mancato utilizzo degli strumenti di ia generativa
Le ragioni alla base della scarsa adozione degli strumenti di intelligenza artificiale generativa in Italia sono molteplici e rispecchiano trend comuni a livello europeo, ma con alcune peculiarità. Secondo Eurostat, circa il 39% degli individui nell’Ue non ne fa uso perché non ritiene necessario avvalersi di tali tecnologie, un dato che riflette una percezione ancora debole dell’utilità pratica dell’IA generativa. In Italia, questa motivazione appare particolarmente diffusa, suggerendo una carenza nella consapevolezza o nell’educazione digitale a supporto dell’adozione. Un ulteriore 8% degli europei segnala l’insufficienza di competenze informatiche come ostacolo all’utilizzo, mentre il 5% dichiara addirittura di non essere a conoscenza dell’esistenza di questi strumenti, una lacuna che indica un deficit informativo rilevante. Infine, il 4% degli intervistati manifesta preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza, dubbi legittimi in un’era digitale in cui il trattamento dei dati personali è sotto costante osservazione. Complessivamente, questi fattori creano una barriera significativa che limita la diffusione dell’IA generativa, ostacolandone l’integrazione nel quotidiano personale e professionale.
impieghi principali dell’intelligenza artificiale generativa tra gli utenti italiani
Tra gli utenti italiani che hanno adottato strumenti di intelligenza artificiale generativa, la maggior parte li utilizza prevalentemente per scopi personali, rappresentando circa il 25,1% del totale. Questi impieghi includono attività come la generazione di contenuti testuali, l’assistenza nella scrittura e la creazione di materiale creativo per uso individuale. Sul fronte professionale, solo il 15,1% degli italiani impiega tali strumenti nel contesto lavorativo, una quota che evidenzia una limitata integrazione dell’IA generativa in ambito produttivo e organizzativo rispetto ad altri paesi europei. Nel settore dell’istruzione formale, l’utilizzo si attesta intorno al 9,4%, indicando un’ancora modesta presenza nelle pratiche didattiche e formative. Questi dati riflettono un ritardo nell’adozione strategica dell’IA generativa in ambiti chiave dell’economia e della società italiana, dove la tecnologia sembra essere percepita ancora principalmente come un supporto personale piuttosto che uno strumento di trasformazione professionale o educativa.


