Condominio senza acqua: la situazione attuale
Un intero complesso condominiale senz’acqua. Niente doccia, nessuna possibilità di bere dal rubinetto, di cucinare. Da due giorni e mezzo, i residenti si trovano a fronteggiare una situazione critica. “Sono qui con mia nipote di nove anni – racconta sul pianerottolo Romana Pombilio – da martedì sera andiamo avanti con le bottiglie di minerale”. L’assenza di acqua costringe i residenti a portare le bottiglie sulle spalle dalla strada fino al quinto piano, poiché nella scala F non c’è l’ascensore. “Nemmeno un avviso, un cartello, nulla”, si arrabbia Stefano Gaggero, uno dei residenti, sottolineando l’assenza di comunicazioni ufficiali da parte dell’amministrazione condominiale.
Questo condominio, situato in Salita San Nicolosio numero 8, storicamente era un convento e ospita centinaia di famiglie, tra cui anziani e bambini, che vivono con i rubinetti a secco da quasi tre giorni. La causa, come spiegato, è il distacco dell’acqua da parte di Iren a causa della morosità: bollette non pagate per decine di migliaia di euro. Un’altra residente, Nadia Lam, denuncia la situazione dicendo: “Ma l’acqua è un bene primario. Noi cosa c’entriamo? Io ho un figlio di sedici anni, mia sorella uno di sette. Non è giusto.” Inoltre, Nadia enfatizza che questa non è la prima volta che si verifica un episodio simile: “è successo anche nell’agosto scorso. Per quasi cinque giorni.”
Le condizioni di vita in questo condominio sono diventate insostenibili: senza acqua, i residenti si trovano a dover gestire la quotidianità in modalità di emergenza, portando avanti solamente con bottiglie d’acqua, mentre la sensazione di impotenza cresce tra le famiglie colpite.
Testimonianze dei residenti
“Non possiamo immaginare quanto possa essere difficile per i nostri bambini vivere questa situazione”, lamenta un’altra residente, Carla Manzini, madre di due bambini piccoli. “Fino a ieri dovevamo farci la doccia a casa di un’amica, e ora, senza nemmeno la possibilità di cucinare una Pasta al pomodoro, ci sentiamo bloccati.” È un quadro preoccupante quello che i residenti stanno dipingendo: il disagio si fa palpabile e le testimonianze raccolte evidenziano un forte senso di frustrazione e impotenza.
Stefano Gaggero, già citato precedentemente, aggiunge: “Siamo costretti a razionare l’acqua che portiamo su. Non sappiamo per quanto tempo potrà andare avanti questa situazione, e i bambini non comprendono perché non possano bere o lavarsi come prima.” I residenti, molti dei quali anziani, esprimono preoccupazione non solo per l’immediato disagio ma anche per la salute e l’igiene complessiva. “I più piccoli e gli anziani sono quelli più colpiti. Non è soltanto una questione di comodità, ma di diritto fondamentale”, continua Carla, visibilmente preoccupata.
Anche Nadia Lam si unisce al coro di proteste: “Ogni giorno ci aspettavamo che le cose cambiassero, e adesso siamo qui a chiedere aiuto. Ci sentiamo abbandonati.” La mancanza di una comunicazione chiara da parte dell’amministrazione condominiale ha accentuato il nervosismo tra i residenti. “Abbiamo chiesto informazioni, ma ci hanno ignorati. È come se fossimo invisibili”, afferma ancora Nadia, con un tono di delusione che risuona nella comunità.
Il clima teso si riflette in tutto il condominio: molti residenti si sono mobilitati per trovare soluzioni temporanee, chiedendo aiuto a parenti e amici, mentre i ripetuti tentativi di contattare l’amministrazione per ricevere aggiornamenti sulla situazione non hanno sortito effetto. La quotidianità è stravolta, e il senso di comunità stenta a resistere di fronte a questo difficile prova.
Cause della morosità e stacco dell’acqua
La situazione critica del condominio è il risultato di una lunga serie di inadempienze nei pagamenti delle bollette dell’acqua, accumulando un debito che ammonta a decine di migliaia di euro. **Iren**, la società fornitrice del servizio idrico, ha confermato che il distacco dell’acqua è stato deciso dopo numerosi avvisi di sollecito inviati all’amministratore del condominio. Questi avvisi, giunti tramite raccomandata, hanno preceduto il provvedimento di chiusura del servizio. **“Il distacco dell’acqua è l’ultima risorsa, adottata solo dopo tentativi di recupero falliti”**, ha sottolineato un portavoce di Iren.
Nonostante le difficoltà economiche di alcune famiglie, la comunità condominiale si trova divisa in relazione alle cause della morosità. **Stefano Gaggero** fa notare che non tutti gli inquilini sono responsabili di questa situazione: **“Non siamo un condominio di pirati. Ci sono molti inquilini in affitto e diverse persone con un background migratorio che subiscono le conseguenze di queste azioni”**. È evidente che non tutti gli abitanti del complesso possono essere considerati responsabili delle bollette non pagate, eppure, come evidenziato da Nadia Lam, l’acqua è un bene essenziale di cui ogni famiglia dovrebbe poter disporre, indipendentemente dalle problematiche economiche di altri residenti.
In effetti, l’amministratore del condominio è stata una figura centrale nella gestione del debito, e la sua mancata comunicazione con i residenti ha alimentato la frustrazione. **“Ci aspettavamo una maggiore trasparenza e tempestività. Non siamo stati avvisati nemmeno del rischio di questo stacco,”** afferma Nadia, che si sente tradita dalla mancanza di informazione. La situazione è tanto più grave considerando che i residenti avevano già affrontato un episodio simile nel mese di agosto, quando l’acqua era stata staccata per quasi cinque giorni, creando un precedente drammatico per le famiglie coinvolte.
Posizione di Iren e possibili soluzioni
Iren ha fornito la sua versione dei fatti riguardo al distacco dell’acqua, ribadendo che tale azione è stata intrapresa solo come “estrema ratio”. La società ha chiarito di aver inviato ripetuti solleciti di pagamento all’amministratore del condominio per recuperare il debito accumulato, che ammonta a cifre considerevoli. **“Quando si arriva a questo punto è perché ci sono stati ripetuti avvisi,”** afferma un portavoce di Iren, che ha inoltre specificato che avvisi di chiusura sono stati anche emessi. In ogni caso, se il debito venisse parzialmente sanato e si sottoscrivesse un piano di rientro, Iren si è detta disponibile a riattivare il servizio idrico.
Durante il sopralluogo effettuato il 19 settembre, è stato notato che la situazione stava cominciando a cambiare: **alcuni rubinetti hanno iniziato a far scorrere qualche goccia di acqua**, segno che forse qualche iniziativa di pagamento sta prendendo piede tra i residenti. Tuttavia, non tutte le scale del complesso hanno ancora avuto accesso all’acqua. Per esempio, gli inquilini della scala F continuano a rimanere a secco, alimentando ulteriormente il senso di frustrazione e ansia tra le famiglie.”Assistere a questi ritardi è inaccettabile”, critica Stefano Gaggero, evidenziando l’ingiustizia di una situazione in cui i residenti, che non sono direttamente responsabili della morosità, subiscono il peso delle scelte finanziarie altrui.
Iren ha anche indicato che la proposta di un piano di rientro potrebbe portare benefici a breve termine, ma gli inquilini si domandano in che modo e in quanto tempo i problemi di morosità storici verranno risolti. **“Ciò che ci preme è che ci venga garantito un servizio essenziale come l’acqua, fondamentale per le nostre vite quotidiane.”** La situazione rimane complessa, e le soluzioni sembrano richiedere un ulteriore dibattito tra le parti coinvolte, affinché le esigenze degli inquilini vengano effettivamente ascoltate e soddisfatte.
Impatto sui residenti e richieste di aiuto
Il distacco dell’acqua ha avuto un impatto devastante sulla vita quotidiana dei residenti, molti dei quali si trovano a fronteggiare gravi difficoltà. “Non possiamo immaginare quanto possa essere difficile per i nostri bambini vivere questa situazione”, lamenta Carla Manzini, madre di due bambini piccoli. “Fino a ieri dovevamo farci la doccia a casa di un’amica, e ora, senza nemmeno la possibilità di cucinare una Pasta al pomodoro, ci sentiamo bloccati.” Questa emergenza ha costretto molte famiglie a cercare rifugio presso amici e familiari per soddisfare i bisogni più basilari.
Stefano Gaggero, uno dei residenti, ha denunciato le condizioni di emergenza: “Siamo costretti a razionare l’acqua che portiamo su. Non sappiamo per quanto tempo potrà andare avanti questa situazione. I bambini non comprendono perché non possano bere o lavarsi come prima.” La tensione è palpabile, con gli anziani e i più giovani particolarmente vulnerabili. Le paure riguardanti l’igiene e la salute sono diventate un pensiero costante tra i residenti, aggravando un già fragile stato emotivo. “I più piccoli e gli anziani sono quelli più colpiti. Non è soltanto una questione di comodità, ma di diritto fondamentale”, continua Carla, esprimendo preoccupazione per il benessere della sua famiglia.
Anche Nadia Lam, già citata, si è unita al coro di chi cerca di difendere i loro diritti: “Ogni giorno ci aspettavamo che le cose cambiassero, e adesso siamo qui a chiedere aiuto. Ci sentiamo abbandonati.” La mancanza di comunicazione chiara da parte dell’amministrazione ha alimentato un clima di crescente ansia e angoscia. “Abbiamo chiesto informazioni, ma ci hanno ignorati. È come se fossimo invisibili”, conclude delusa Nadia, un sentimento che rispecchia la frustrazione condivisa da molti residenti.
Nonostante le avversità, i residenti si sono mobilitati, cercando soluzioni temporanee e chiedendo aiuto a parenti e amici. Tuttavia, l’assenza di risposte soddisfacenti dalle autorità condominiali ha ulteriormente amplificato il senso di isolamento e impotenza. La quotidianità è stata stravolta, e la solidità della comunità è messa a dura prova in questa difficile situazione.