Inps effettua controlli su pensioni estere per scoprire i defunti
Controlli sulle pensioni pagate all’estero
Un controllo sui pensionati italiani residenti all’estero è in atto per garantire che le risorse non vengano disperse. L’INPS, infatti, ogni mese eroga circa 310 mila assegni a favore di pensionati in circa 160 Paesi, per un valore di circa 1,6 miliardi di euro. Alla luce di queste cifre significative, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha avviato un processo di verifiche che mira a confermare l’effettiva esistenza in vita dei beneficiari.
Questo processo, noto come “accertamento dell’esistenza in vita”, è giunto alla sua seconda fase e si svolgerà nel periodo 2024-2025. Recentemente, l’INPS ha comunicato che queste verifiche sono considerate “necessarie” e verranno gestite in collaborazione con Citibank.
Il progetto prevede l’invio di lettere ai pensionati all’estero, richiedendo un’attestazione di esistenza in vita che deve includere la firma del pensionato e di un operatore di patronato o di un funzionario consolare. La comunicazione di avvio delle verifiche è stata effettuata il 20 settembre e riguarda i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania. Tuttavia, sono previste delle eccezioni, in particolare per i Paesi con cui l’INPS ha stipulato accordi di comunicazione sui decessi, come Germania, Svizzera, Belgio, Francia e Australia, oltre ai Paesi scandinavi e dell’Est Europa già coinvolti in un precedente accertamento.
Modalità dell’accertamento dell’esistenza in vita
Il procedimento di accertamento dell’esistenza in vita si articola in fasi precise, in modo da garantire una verifica accurata e ufficiale della situazione dei pensionati italiani residenti all’estero. Come informato dall’INPS, le comunicazioni sono state avviate il 20 settembre e i pensionati dei continenti europeo, africano e oceanico sono i destinatari diretti di questa iniziativa. L’obiettivo principale è quello di raccogliere informazioni verificate e confermate sull’effettivo stato di vita dei beneficiari delle pensioni, evitando così eventuali abusi o errori di pagamento.
La richiesta ufficiale prevede che i pensionati debbano fornire un’attestazione di esistenza in vita. Questo documento deve contenere non solo la firma del pensionato, ma anche quella di un operatore di patronato, di un funzionario di un ufficio consolare o di un’autorità locale con potere abilitato. Questa procedura è progettata per garantire la validità delle informazioni ricevute e prevenire fenomeni di frode.
È importante sottolineare che i pensionati hanno l’obbligo di rispondere a questa richiesta entro il 18 gennaio 2025. L’INPS, nel suo messaggio, ha specificato le modalità di restituzione delle attestazioni, che devono pervenire alla banca specificata, in questo caso Citibank. Questa fase è fondamentale non solo per la regolarità dei pagamenti, ma anche per la tutela delle risorse pubbliche e per il corretto funzionamento dell’intero sistema previdenziale.
La verifica dell’esistenza in vita non è solo un processo amministrativo, ma rappresenta anche un impegno etico da parte dell’Istituto nel garantire che le risorse destinate ai pensionati vengano effettivamente utilizzate in modo appropriato e raggiungano i beneficiari legittimi.
Scadenze e eccezioni per i pensionati
Le scadenze per la restituzione delle attestazioni di esistenza in vita sono state chiaramente fissate dall’INPS. In particolare, i pensionati residenti nei territori coinvolti in questa verifica sono chiamati a restituire l’attestazione entro il 18 gennaio 2025. La comunicazione di avvio dell’operazione è stata ufficializzata il 20 settembre, dando così un lasso di tempo definito per rispondere alle richieste istituzionali. È fondamentale tenere in considerazione queste tempistiche per evitare disguidi nei pagamenti delle pensioni.
Oltre alle scadenze, esistono anche determinate eccezioni per alcuni gruppi di pensionati. In particolare, coloro che risiedono in Paesi che hanno stipulato accordi specifici riguardanti la comunicazione dei dati sui decessi sono esentati da questo accertamento. Nello specifico, i pensionati residenti in nazioni come Germania, Svizzera, Belgio, Francia e Australia non sono tenuti a fornire tali attestazioni, grazie agli accordi già in essere che permettono il monitoraggio diretto dei decessi.
È importante notare che anche i pensionati nei Paesi scandinavi e in alcune regioni dell’Est Europa, già soggetti alla prima fase di accertamento, non devono ripetere il procedimento. Questa distinzione è stata implementata per facilitare e semplificare il processo per pensionati che già operano in contesti di maggiore trasparenza e interconnessione tra le autorità competenti.
Per coloro che non rientrano nelle eccezioni, sarà necessario seguire scrupolosamente le indicazioni ricevute e procedere entro le scadenze stabilite. Le modalità e le informazioni richieste sono state delineate nel messaggio dell’INPS, che invita a una pronta e accurata compilazione delle attestazioni per evitare ulteriori complicazioni nel trasferimento dei fondi pensionistici.
Conseguenze in caso di mancata attestazione
Il processo di accertamento dell’esistenza in vita da parte dell’INPS comporta delle conseguenze chiare per i pensionati che non presenteranno l’attestazione richiesta entro il termine stabilito. Qualora la prova di esistenza in vita non venga fornita, il pagamento della rata di febbraio 2025 sarà effettuato in modalità contingente. Ciò significa che, dove possibile, la pensione sarà erogata in contanti presso le agenzie Western Union presenti nel paese di residenza del pensionato.
Tuttavia, nel caso in cui il beneficiario non provveda a ritirare l’importo o a presentare l’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2025, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2025. Questo approccio è mirato a proteggere le risorse pubbliche e a garantire che i fondi vengano erogati solo ai legittimi beneficiari, rispettando le norme vigenti sul controllo delle pensioni.
È, quindi, cruciale che i pensionati prestino attenzione alle scadenze indicate e che forniscano la documentazione necessaria per evitare disagi e perdite economiche. L’INPS ha specificatamente indicato che la mancata produzione dell’attestazione non solo non garantirà l’erogazione della pensione, ma potrebbe anche generare ulteriori complicazioni nel recupero dei pagamenti futuri.
Questa misura è parte di un quadro più ampio di verifiche necessarie per assicurare la correttezza del sistema previdenziale e prevenire eventuali frodi. Pertanto, la collaborazione e la tempestività da parte dei pensionati è fondamentale per il buon esito di questo processo e per continuare a ricevere le prestazioni pensionistiche a cui hanno diritto.
Obiettivi della verifica e prevenzione delle frodi
Il principale obiettivo dell’accertamento dell’esistenza in vita promosso dall’INPS è quello di garantire l’integrità del sistema previdenziale, evitando che somme significative di denaro, pari a 1,6 miliardi di euro, vengano erogate a beneficiari deceduti. Attraverso questa iniziativa, l’Istituto intende tutelare le risorse pubbliche e garantire che i fondi destinati alle pensioni arrivino effettivamente a chi ne ha diritto.
In un contesto in cui la globalizzazione ha reso sempre più frequente la residenza dei pensionati al di fuori dei confini nazionali, il rischio di frodi e abusi diventa una preoccupazione reale. L’INPS, consapevole di questo problema, ha deciso di attuare misure preventive per arginare qualsiasi forma di mala amministrazione delle risorse pensionistiche.
Le verifiche mirano non solo a identificare i beneficiari effettivi delle pensioni all’estero, ma anche a ottimizzare la gestione delle risorse allocate. Se da un lato il processo di verifica è visto come un’intraprendenza amministrativa, dall’altro dimostra l’impegno dell’INPS nella lotta contro i comportamenti scorretti, mirando a garantire la massima trasparenza e correttezza nella gestione dei fondi pubblici.
Oltre a combattere le frodi, questo programma di verifiche ha anche un valore educativo e informativo per i pensionati, sensibilizzandoli sull’importanza e sull’uso responsabile delle risorse a loro disposizione. Il coinvolgimento attivo dei pensionati in questo processo rappresenta un passo avanti verso un sistema previdenziale più solido e responsabile.
La verifica dell’esistenza in vita non è solo un dovere burocratico, ma riflette un approccio proattivo finalizzato a proteggere gli interessi collettivi e a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel lungo termine.