Francia blocca social under 15: cosa cambia ora per genitori, scuole e giovani utenti digitali
Contesto e tempistiche del divieto
Francia prepara un intervento senza precedenti sul fronte della tutela dei minori: il governo guidato da Sébastien Lecornu intende vietare l’accesso ai social ai minori di 15 anni, con entrata in vigore dal 1° settembre 2026. L’iniziativa, annunciata dal Presidente Emmanuel Macron e sostenuta dal Ministero dello Sviluppo Digitale, si colloca nel solco delle misure globali avviate da paesi come l’Australia e mira a ridurre l’esposizione dei più giovani a contenuti dannosi. La bozza è pronta per il vaglio del Consiglio di Stato e l’iter parlamentare è previsto entro i primi mesi del 2026.
Indice dei Contenuti:
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Contesto e tempistiche del divieto
Il governo francese intende introdurre un divieto generalizzato all’uso dei social media per gli under 15 a partire dal 1° settembre 2026. La proposta è stata anticipata da dichiarazioni pubbliche del Presidente Emmanuel Macron e confermata dalla ministra Anne Le Hénanff, che la indica come priorità. La spinta politica nasce anche da un’indagine parlamentare che qualifica TikTok come “veleno lento” per i minori. La bozza è già stata predisposta e verrà sottoposta al Consiglio di Stato per la verifica giuridica prima della discussione parlamentare, fissata per l’inizio del 2026, con l’obiettivo di rispettare la scadenza di implementazione.
La misura arriverà dopo un percorso istituzionale strutturato: verifica di legittimità, dibattito nelle Camere e definizione dei decreti attuativi. L’impostazione prevede due articoli chiave: il primo introduce formalmente il divieto per gli under 15; il secondo estende il bando dei telefoni cellulari anche alle scuole superiori, ampliando la norma del 2018 già in vigore per scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. In parallelo, resta il quadro attuale che richiede il consenso dei genitori per l’accesso ai social tra i 13 e i 16 anni, come stabilito dal Senato.
Il cronoprogramma è serrato ma definito: finalizzazione tecnica della bozza, revisione del Consiglio di Stato, calendarizzazione parlamentare entro i primi mesi del 2026 e attuazione dal settembre 2026. La sequenza è pensata per coordinarsi con gli obblighi del Digital Services Act, ridurre rischi di contenzioso europeo e permettere alle piattaforme di implementare sistemi di verifica dell’età. La Francia mira a posizionarsi come primo grande paese europeo a introdurre un bando così esteso per la fascia under 15, in competizione con la Danimarca.
FAQ
- Perché la Francia introduce il divieto sotto i 15 anni? Per ridurre l’esposizione dei minori a contenuti dannosi e rischi psicologici evidenziati da indagini parlamentari.
- Quando entrerà in vigore la nuova legge? L’obiettivo è il 1° settembre 2026, dopo il passaggio in Consiglio di Stato e Parlamento.
- Chi ha promosso la misura? Il Presidente Emmanuel Macron, con il supporto del governo di Sébastien Lecornu e della ministra Anne Le Hénanff.
- Cosa prevede la bozza di legge? Due articoli: divieto dei social per under 15 ed estensione del bando dei cellulari alle scuole superiori.
- È prevista la verifica dell’età? Sì, le piattaforme dovranno implementare sistemi di controllo coerenti con gli standard europei.
- Qual è il quadro attuale per i 13-16enni? Serve il consenso dei genitori per l’iscrizione ai social, secondo una legge approvata dal Senato.
Quadro normativo e compatibilità con il diritto europeo
Francia prepara un adeguamento normativo calibrato alle regole UE per rendere applicabile il divieto dei social ai minori di 15 anni entro il 1° settembre 2026. Il quadro ruota attorno alla compatibilità con il Digital Services Act e alla necessità di evitare conflitti con il diritto europeo, che in passato avevano frenato iniziative simili. La bozza in due articoli sarà vagliata dal Consiglio di Stato per l’allineamento giuridico, con particolare attenzione a proporzionalità, tutela dei minori e obblighi di piattaforme come TikTok, nel rispetto dei principi di libera prestazione dei servizi e protezione dei dati.
Quadro normativo e compatibilità con il diritto europeo
Il disegno di legge introduce un divieto mirato, da integrare con gli obblighi del Digital Services Act su mitigazione dei rischi sistemici e trasparenza degli algoritmi. Per evitare una nuova impasse, la misura sarà costruita su basi di interesse pubblico, con obblighi tecnici alle piattaforme e margini di controllo statale proporzionati. Il passaggio al Consiglio di Stato verificherà la conformità con il mercato unico digitale e la disciplina sulla protezione dei minori, distinguendo tra limiti di accesso e responsabilità di enforcement.
La precedente legge del 2023 non è stata applicata perché ritenuta in contrasto con il diritto UE; l’attuale impianto punta quindi a un meccanismo compatibile: obblighi di verifica dell’età a carico delle piattaforme, misure by design per limitare l’esposizione dei minori e coordinamento con le autorità competenti. La norma manterrà coerenza con il requisito di consenso parentale 13-16 anni approvato dal Senato, riducendo sovrapposizioni e contenziosi.
L’architettura giuridica privilegia strumenti applicabili a livello transfrontaliero, tenendo conto della concorrenza tra stati UE come Danimarca. La soluzione francese mira a resistere al vaglio di proporzionalità e necessità: divieto sotto i 15 anni, verifiche tecniche non invasive, e un perimetro definito per la responsabilità delle piattaforme, in linea con l’indirizzo espresso dal Presidente Emmanuel Macron e dalla ministra Anne Le Hénanff.
FAQ
- Il divieto è conforme al Digital Services Act? Sì, l’impianto è pensato per integrarsi con gli obblighi del DSA su rischi e trasparenza.
- Perché la legge del 2023 non è stata applicata? Era ritenuta in contrasto con il diritto UE e non garantiva compatibilità piena.
- Chi verifica la legittimità del testo? Il Consiglio di Stato effettua la revisione giuridica prima del dibattito parlamentare.
- Come si coordina con il consenso 13-16 anni? Resta il requisito di consenso parentale, integrato dal divieto sotto i 15 anni.
- Le piattaforme avranno nuovi obblighi? Dovranno implementare sistemi di verifica dell’età e misure di tutela by design.
- La misura è proporzionata? La bozza punta a dimostrare necessità e proporzionalità per evitare contenziosi europei.
Meccanismi di verifica dell’età e ruolo dei genitori
Francia si prepara a imporre controlli univoci sull’accesso ai social per gli under 15, con sistemi di verifica dell’età a carico delle piattaforme e un coinvolgimento strutturato dei genitori nella fascia 13-16. L’indirizzo politico, esplicitato da Emmanuel Macron, punta a soluzioni tecniche non invasive, interoperabili e conformi al Digital Services Act: token di età rilasciati da terze parti fidate, attestazioni anonime basate su documenti verificati, e audit indipendenti. L’obiettivo è impedire la creazione di profili dei minori, ridurre l’esposizione a contenuti nocivi e garantire un meccanismo di segnalazione/ricorso chiaro per famiglie e autorità competenti.
Meccanismi di verifica dell’età e ruolo dei genitori
La responsabilità primaria ricadrà sulle piattaforme, tenute a integrare procedure di age assurance che non memorizzino dati sensibili oltre il necessario. Tra le opzioni in valutazione: verifica documentale mediata da provider certificati, controlli via operatori di rete con token pseudonimi, e sistemi di attestazione tramite identità digitali nazionali. Il tutto dovrà essere verificabile tramite audit periodici e report di conformità. Per i 13-16enni, resterà il consenso genitoriale, registrato in modo tracciabile e revocabile, con logiche di co-gestione degli account e strumenti di limitazione del tempo di utilizzo.
Il ruolo dei genitori sarà formalizzato: meccanismi di parental consent granulari, dashboard di supervisione e notifiche sugli accessi. Le piattaforme dovranno offrire impostazioni predefinite restrittive, blocco dei suggerimenti sensibili e filtri rafforzati. Il sistema prevede canali rapidi per contestare l’età dichiarata e per segnalare elusioni, oltre a sanzioni per mancata diligenza. In parallelo, campagne informative coordinate dallo Stato e dalle scuole supporteranno le famiglie nell’uso degli strumenti disponibili, riducendo il rischio di aggiramento tramite account falsi.
Saranno vietate pratiche intrusivamente biometriche non strettamente necessarie; le soluzioni dovranno rispettare minimizzazione dei dati, crittografia e separazione funzionale tra verifica e fruizione del servizio. I controlli dovranno essere uniformi tra i principali social, compresi TikTok e piattaforme equivalenti, con interoperabilità dei token per evitare friction e duplicazioni. Le autorità monitoreranno tassi di errore, impatti sui minori e tentativi di elusione, aggiornando gli standard tecnici con linee guida che consentano correzioni rapide senza modifiche legislative ricorrenti.
FAQ
- Chi gestirà la verifica dell’età? Le piattaforme, tramite provider certificati e audit indipendenti.
- I dati dei minori saranno conservati? Dovrà valere la minimizzazione: niente conservazione oltre il necessario e uso di token pseudonimi.
- Come funziona il consenso dei genitori 13-16? Tramite autorizzazioni tracciabili e revocabili, con dashboard di supervisione.
- È previsto l’uso di biometria? Sono escluse verifiche intrusive; si privilegiano metodi non invasivi e conformi al DSA.
- Come si evita l’aggiramento del divieto? Con controlli uniformi, segnalazioni rapide e sanzioni per elusione e mancata diligenza.
- Quali piattaforme sono coinvolte? Tutti i principali social, inclusi servizi come TikTok, soggetti agli stessi obblighi tecnici.
Impatto su scuole, società e confronto internazionale
Francia estenderà il divieto dei social agli under 15 con effetti diretti su scuole e famiglie: il secondo articolo amplia il bando dei telefoni anche alle scuole superiori, rafforzando la linea già vigente dal 2018 per infanzia, primaria e medie. L’obiettivo è contenere distrazioni, cyberbullismo e dipendenze digitali, allineando la didattica a un uso più mirato delle tecnologie. A livello sociale, il provvedimento punta a ridurre l’esposizione a contenuti nocivi e a tutelare la salute mentale dei minori, sostenendo un quadro di regole coerente con gli standard europei.
Impatto su scuole, società e confronto internazionale
Nelle scuole, l’estensione del divieto dei telefoni alle superiori imporrà regolamenti chiari su custodia dei dispositivi, controlli e sanzioni proporzionate. La misura si integra con programmi di educazione ai media e campagne istituzionali rivolte a docenti e famiglie. Gli istituti dovranno predisporre procedure uniformi per evitare disparità applicative, con linee guida su uso didattico supervisionato e strumenti di segnalazione di abusi. L’obiettivo è ridurre interruzioni in classe, migliorare l’attenzione e contenere fenomeni come cyberbullismo e sexting, in coerenza con il quadro già definito nel 2018.
Sul piano sociale, il divieto mira a limitare l’accesso dei minori a contenuti dannosi e alla pressione algoritmica, tema emerso con forza nell’indagine parlamentare su TikTok. L’impatto atteso include una diminuzione della vulnerabilità a modelli di consumo compulsivo e a dinamiche di dipendenza, con benefici sul benessere psicologico. L’applicazione efficace richiederà collaborazione tra piattaforme, autorità e famiglie. Saranno cruciali percorsi di alfabetizzazione digitale e strumenti di supporto, per evitare che il divieto spinga verso canali non regolati o account falsi.
Nel confronto internazionale, l’Australia ha aperto la strada con il divieto sotto i 16 anni, mentre la Danimarca è l’interlocutore di riferimento in Europa per tempistiche e ambizione. La scelta della Francia di fissare il limite a 15 anni e l’avvio al 1° settembre 2026 risponde a un equilibrio tra tutela dei minori e compatibilità regolatoria. In parallelo, anche l’Italia valuta proposte per un divieto under 15, con richieste di alcune realtà sociali di abbassare l’età a 14 anni. Il quadro evidenzia una convergenza verso standard più restrittivi per la protezione dei minori online.
FAQ
- Come cambierà la vita scolastica con il divieto? Le scuole adotteranno regole uniformi su custodia dei telefoni, uso didattico controllato e sanzioni proporzionate.
- Quali benefici sociali sono attesi? Riduzione di esposizione a contenuti nocivi, minori rischi di dipendenze digitali e maggiore benessere psicologico.
- Che ruolo avranno le famiglie? Collaborazione con le scuole, uso di strumenti di supervisione e supporto all’educazione ai media.
- Il divieto può spingere all’uso di account falsi? Il rischio esiste; per questo sono previsti controlli uniformi e canali di segnalazione rapidi.
- Come si posiziona la Francia rispetto ad altri paesi? Segue l’Australia e compete con la Danimarca per il primato in Europa sul divieto ai minori.
- Qual è il legame con l’indagine su TikTok? I risultati hanno evidenziato rischi psicologici e contenuti nocivi, motivando il rafforzamento delle tutele.




