Dove sono finiti i chief metaverse officer?
La transizione dall’entusiasmo iniziale al disincanto è stata rapida e inaspettata per molti nel mondo corporate. Molti dei chief metaverse officer, una figura emergente a partire dalla fine del 2021, si trovano ora ad affrontare sfide professionali significative, cercando di adattarsi a un panorama che si è trasformato radicalmente. A partire da figure di spicco nel settore, come Pratik Thakar di Coca-Cola e Michael White di Disney, questi professionisti hanno visto la loro missione evolversi da un focus esclusivo sul metaverso a un indirizzamento verso l’intelligenza artificiale.
Thakar, incaricato inizialmente di sviluppare contenuti per il metaverso, ha rapidamente assunto il ruolo di capo globale dell’IA per Coca-Cola, segnalando un cambiamento di strategia significativo all’interno dell’azienda. Similmente, White ha lasciato il suo posto a Disney poco dopo la chiusura della divisione dedicata al metaverso, mentre la società ha annunciato di aver creato un nuovo “task force” focalizzato sull’intelligenza artificiale. Questi cambiamenti evidenziano non solo una crisi di identità per queste figure chiave, ma anche una risposta collettiva dell’industria alle mutate priorità del mercato.
Un’analisi delle tendenze di mercato rivela che la parola “metaverso” è diventata sempre più rara, sostituita da termini come “innovazione digitale” e “AI”. Secondo dati di Bloomberg, nel quarto trimestre del 2022, le menzioni del metaverso durante le conferenze di earnings delle aziende S&P 500 erano drammaticamente scarse, con solo due apparizioni rispetto a oltre mille riferimenti all’IA nel primo trimestre del 2023. Questo fenomeno evidenzia una netta inversione di tendenza, dove l’interesse verso il metaverso è stato ampiamente soppiantato dalla crescente fascinazione per l’IA.
Cathy Hackl, precedentemente nota come la “madrina del metaverso”, ha iniziato a distaccarsi dal termine stesso, avviando una nuova azienda focalizzata su soluzioni di computing spaziale e intelligenza artificiale. Questo cambiamento di identità professionale è emblematico dell’epoca post-metaverso, dove le aziende stanno in modo maniacale cercando di orientarsi verso tecnologie più concrete e immediatamente applicabili.
Anche se alcune figure chiave nel settore hanno mantenuto i loro ruoli, spesso accorpati in posizioni che comprendono vari aspetti delle innovazioni digitali, altri hanno lasciato il campo o hanno dovuto cambiare radicalmente il loro approccio. La narrativa che circonda il metaverso si è rapidamente sfilacciata, lasciando i chief metaverse officer a dover navigare in un ambiente professionale in continua evoluzione, dove nuove competenze e a nuove aree di operatività sono essenziali per la loro sopravvivenza.
La bolla del metaverso: nascita e scoppio
Il concetto di metaverso è emerso con forza nell’ottobre del 2021, quando Facebook ha cambiato il suo nome in Meta, segnando un rinnovato impegno verso un futuro virtuale. Mark Zuckerberg ha dipinto un affascinante ideale di un mondo virtuale ampio e prospero in cui generazioni future avrebbero potuto interagire, lavorare e fare shopping. Con investimenti enormi da parte della divisione Reality Labs, l’azienda ha attestato la propria convinzione spendendo ben 13,7 miliardi di dollari nel 2022.
Le aziende hanno risposto con entusiasmo, lanciando negozi virtuali e immergendosi nella creazione di esperienze e beni digitali. Questo fervore ha raggiunto il suo picco, tanto che un report di McKinsey ha stimato una valutazione del metaverso di circa 5 trilioni di dollari entro il 2030. Brand di lusso come Gucci e Tiffany & Co. hanno esplorato questo nuovo terreno, vendendo versioni digitali di prodotti fisici a prezzi sorprendentemente elevati, attirando l’attenzione del pubblico e creando un’immagine di successo.
Tuttavia, dopo questo inizio travolgente, l’eccitazione ha iniziato a svanire. Grandi promesse di interazione e commercio nel metaverso si sono scontrate con la dura realtà di piattaforme virtuali poco popolate. Horizon Worlds, la punta di diamante della realtà virtuale di Meta, ha rivelato una comunità di user online praticamente deserta, mentre Decentraland ha registrato appena 38 utenti attivi in un intero giorno. Questa mancanza di coinvolgimento ha messo a nudo le fragilità di un modello basato sull’infrastruttura virtuale, che si stava rivelando poco appetibile per un pubblico più ampio.
Con l’affermarsi di alternative come l’intelligenza artificiale, molte aziende hanno iniziato a distogliere il loro sguardo dal metaverso, preoccupate per un investimento che non sembrava ripagare. Anche le stime ottimistiche iniziali hanno fatto da sfondo a una realtà di delusione che ha colpito i brand. Solo un anno dopo, i termini di ricerca hanno dimostrato un evidente calo nell’interesse per il metaverso, mentre i nomi associati a questi progetti di avanguardia vagavano nel limbo dell’incertezza economica e delle aspettative disilluse.
L’epoca di espansione si è placata in un periodo di correttivo, suggerendo che le aziende che avevano abbracciato il metaverso avrebbero potuto trovarsi in difficoltà se non si fossero adattate prontamente. Come molti esperimenti di marketing nel passato, l’inflazione di aspettative ha creato una bolla insostenibile, lasciando i chief metaverse officer a fare i conti con un cambio di paradigma che si profilava all’orizzonte e che richiedeva un nuovo approccio al coinvolgimento digitale.
La transizione dall’entusiasmo al disincanto
Il passaggio dalla fase di entusiasmo iniziale a quella del disincanto è stato brusco e inaspettato per molti nel panorama aziendale. Praticamente da un giorno all’altro, figure come i chief metaverse officer, che avevano visto il loro ruolo emergere durante il fervore del metaverso, si sono trovati a fronteggiare una realtà professionale notevolmente cambiata. Con l’eco del concetto di metaverso che si affievoliva, questi professionisti si sono ritrovati a dover ridefinire le loro competenze e a riorientare le loro strategie.
Con l’accelerazione della transizione verso l’intelligenza artificiale, molti chief metaverse officer hanno cercato di adattarsi, come dimostrano i casi di Pratik Thakar di Coca-Cola e Michael White di Disney. Thakar, inizialmente incaricato di guidare la creazione di contenuti per il metaverso, è rapidamente stato promosso a capo globale dell’intelligenza artificiale. Questo spostamento rappresenta non solo una revisione delle priorità aziendali, ma anche una reazione collettiva alle frustrazioni e alle illustrazioni poco entusiastiche riguardanti il metaverso.
Quando aziende come Disney chiudono divisioni dedicate al metaverso, mentre annunciano simultaneamente task force per l’IA, si evidenzia un’urgente necessità di rispondere ai cambiamenti del mercato. A tal proposito, il drastico calo nell’utilizzo della parola “metaverso” nelle comunicazioni aziendali, sostituita da termini come “innovazione digitale” e “AI”, sottolinea il ritiro collettivo di queste aziende da concetti che un tempo sembravano promettenti.
In un’analisi dettagliata delle conferenze e comunicazioni aziendali, si osserva una netta diminuzione delle menzioni del metaverso rispetto all’esplosione di riferimenti legati all’intelligenza artificiale. Con solo due apparizioni del termine “metaverso” sulle tradizionali call studio delle S&P 500 nel quarto trimestre del 2022, rispetto a ben 1.073 per l’IA nel primo trimestre del 2023, il distacco è lampante. Il rapido cambio di rotta di Cathy Hackl, nota in precedenza come la “madrina del metaverso”, dimostra ulteriormente questa transizione; la sua nuova avventura aziendale si concentra unicamente su soluzioni immobiliari di AI, con del tutto assente qualsiasi riferimento al metaverso.
Le figure professionali che una volta governavano il metaverso ora ricoprono posizioni più ampie, dove il focus si è spostato verso le ultime innovazioni tecnologiche e digitali. Questa nuova realtà va oltre il semplice riposizionamento delle forze lavorative; si presenta come un significativo cambiamento di paradigma che impone nuove forme di adattamento alle tecnologie emergenti. Mentre i chief metaverse officer cercano di farsi strada in questo contesto lavorativo in rapida evoluzione, il panorama digitale continua a ridefinirsi, lasciando molti di loro a ripensare il loro futuro all’interno di un settore in constante mutamento.
Verso nuove opportunità: il passaggio all’IA
Con la crescente insoddisfazione e il disincanto attorno al metaverso, il panorama aziendale si è rapidamente riorientato verso l’intelligenza artificiale. Questo passaggio evidenzia la capacità delle aziende di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione e a cambiare direzione di fronte a una realtà che ha mostrato limiti evidenti. Negli ultimi mesi, figure come Pratik Thakar di Coca-Cola e Michael White di Disney hanno incanalato i loro sforzi da un focus esclusivo sul metaverso a ruoli centrati sull’IA, evidenziando una risposta agile alle nuove priorità e agli sviluppi di mercato.
Thakar, ad esempio, ha chiaramente dimostrato questa transizione, passando dalla creazione di contenuti per il metaverso a diventare il leader globale dell’IA per Coca-Cola. Questo cambio di strategia non è solo indicativo delle tendenze interne dell’azienda, ma rappresenta un fenomeno più ampio in cui molte aziende stanno cercando di sfruttare il potenziale dell’IA rispetto a un metaverso che non ha soddisfatto le enormi aspettative iniziali. Analogamente, White ha lasciato la sua posizione dopo la chiusura della divisione metaverso a Disney, con l’azienda che ha immediatamente lanciato iniziative focalizzate sull’intelligenza artificiale.
Questa foresta di cambiamenti non è casuale. Un’analisi delle comunicazioni aziendali ha rivelato una riduzione drastica delle menzioni di “metaverso” nelle conferenze degli investitori, con solo due apparizioni tese nel quarto trimestre del 2022, a fronte di oltre mille riferimenti all’IA nel primo trimestre del 2023. Tale cambiamento segna un ritrarsi collettivo da un’idea che, sebbene inizialmente allettante, ha mostrato segni di instabilità e pochi risultati tangibili.
Cathy Hackl, una figura di spicco nel dibattito sul metaverso e precedentemente conosciuta come la “madrina del metaverso”, ha iniziato a distaccarsi dall’idea stessa, istituendo una nuova attività focalizzata esclusivamente su soluzioni di intelligenza artificiale e computazione spaziale. Questo cambio di approccio offre un’ulteriore evidenza di un’evoluzione necessaria e pragmatica, spostando l’attenzione su tecnologie più consolidate e promettenti.
Il mutevole panorama si riflette anche nel modo in cui le aziende strutturano i loro team. Molti dei chief metaverse officer, un tempo al centro dell’attenzione, si trovano ora a occupare ruoli diversi o a reinventarsi completamente, dove l’IA e l’innovazione digitale prendono il posto di un concetto che, a questo punto, sembra superato. Questo cambiamento non è solo un processo di assorbimento delle nuove tecnologie, ma un adattamento verso strategie più orientate al mercato, in grado di rispondere efficacemente alle esigenze dei consumatori.
Insomma, il passaggio dall’enfasi sul metaverso a una crescente focalizzazione sull’IA è un fenomeno che non solo modifica le carriere di molti professionisti, ma ridefinisce le dinamiche stesse del mercato. Le aziende stanno facendo di necessità virtù, utilizzando queste tecnologie in espansione per rimanere competitive e rispondere a un contesto in rapida evoluzione. Così, mentre i chief metaverse officer cercano di adattarsi a questa nuova realtà, le opportunità legate all’intelligenza artificiale procedono a pieno regime, dimostrando che l’innovazione continua a essere un motore cruciale nel mondo della tecnologia e degli affari.
Riorientare una visione: il futuro dell’AR
Con l’innegabile insuccesso del metaverso e il declino delle aspirazioni ad esso legate, molte aziende stanno ora scommettendo sull’augmented reality (AR) come alternativa promettente. Questo spostamento strategico sembra rispondere a una domanda di esperienze digitali più accessibili e meno invasive rispetto a quelle offerte dalla realtà virtuale immersiva, che ha faticato a trovare un’ampia accettazione negli ultimi anni. Le aziende technologicuali, inizialmente investite nelle potenzialità del metaverso, hanno iniziato a esplorare soluzioni AR, sperando che pur mantenendo una componente di innovazione, queste esperienze possano legarsi più naturalmente alle interazioni quotidiane degli utenti.
Meta, uno dei pionieri nel settore della realtà virtuale, ha già lanciato sul mercato i suoi Smart Glasses in collaborazione con Ray-Ban, mirando a combinare la moda con la tecnologia in un modo che possa attrarre un pubblico più vasto. Durante l’evento Meta Connect, il CEO Mark Zuckerberg ha presentato il prototipo della sua visione di occhiali AR, dimostrando così una chiara intenzione di distogliere l’attenzione dalla realtà virtuale verso esperienze di realtà aumentata più leggere e accessibili. Anche Apple, con il suo Vision Pro, ha enfatizzato l’importanza della realtà aumentata, consentendo agli utenti di passare agevolmente tra esperienze AR e VR, accentuando l’approccio Mosaic, dove il mondo reale e digitale si fondono.
In questo contesto, il termine “phygital” ha guadagnato rapidamente terreno, riferendosi a un crescente interesse dei consumatori per esperienze che integrano il mondo fisico con quello virtuale. Le figure professionali nel settore si sono notate attribuire un’importanza crescente a questa fusione, come dimostrato da un incremento nelle menzioni di “phygital” nei titoli lavorativi. Questo trend segnala una strategia mirata a catturare l’immaginazione dei consumatori attraverso esperienze digitali che non richiedono l’adozione di hardware pesanti o scomodi.
Shara Senderoff, fondatrice di Futureverse, ha sottolineato il riorientamento verso l’AR come una necessità delle aziende di adottare forme di esperienza virtuale che siano più comode e attraenti per il pubblico. Secondo Senderoff, l’industria è passata da paradigmi eccessivi, come gli headset VR di grandi dimensioni, a approcci più agili e praticabili che permetteranno agli utenti di sperimentare il digitale senza la barriera di ingresso delle tecnologie pesanti.
Il tentativo di Zuckerberg di ridefinire la visione del metaverso attraverso la lente della realtà aumentata suggerisce anche una volontà di rimanere rilevanti in un panorama tecnologico in costante evoluzione. L’integrazione di AR nei prodotti Meta potrebbe rappresentare una strategia per risolvere i problemi di accettazione del metaverso, mirando a esperienze più familiari per gli utenti. Questo spostamento tacito di focus mostra come le aziende siano pronte a riconsiderare e riposizionare le loro offerte nell’attuale contesto competitivo.
Con la crescente evoluzione tecnologica e il dinamico paesaggio del mercato, sembra che l’AR possa goderne di una rinascita, riempiendo il vuoto lasciato dal metaverso e offrendo una nuova strada per l’innovazione. Man mano che altri leader nel settore seguiranno questa stessa rotta, le opportunità per il futuro dell’AR potrebbero rivelarsi non solo promettenti, ma anche essenziali per il rinnovamento strategico delle aziende che desiderano rimanere all’avanguardia nel mondo digitale.