Concordato 2025-2026 novità sanatoria fiscale estesa agli anni precedenti per imprese e professionisti

Concordato 2025-2026: sanatoria fiscale estesa agli anni passati
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Il concordato preventivo biennale 2025-2026 introduce una significativa estensione della sanatoria fiscale, offrendo una nuova opportunità di regolarizzazione per i contribuenti con debiti tributari riferiti agli anni dalla 2018 al 2022. Questa misura rappresenta una riapertura dei termini precedentemente scaduti il 31 marzo 2024, consentendo a chi non ha aderito in tempo utile di accedere comunque a un percorso agevolato.
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La sanatoria permette di regolarizzare i debiti fiscali con un versamento massimo di 1.000 euro all’anno d’imposta, riducendo così l’esposizione complessiva e facilitando il rientro del contribuente nella regolarità fiscale. Si tratta di un’opportunità rilevante soprattutto per professionisti e imprese interessate a sfruttare uno strumento di compliance meno oneroso e più accessibile rispetto a precedenti meccanismi.
Inoltre, è allo studio l’inclusione dell’anno 2023, recentemente escluso poiché non ancora chiuso contabilmente, con l’obiettivo di estendere la pace fiscale a sei annualità consecutive e garantire così una copertura completa e definitiva delle posizioni pregresse. Questa estensione interessa in particolare i soggetti inclusi negli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), che potranno accedere al concordato mediante una proposta formalizzata dall’Agenzia delle Entrate.
Procedure semplificate e novità per la privacy
Il miglioramento dell’efficienza procedurale rappresenta uno degli obiettivi principali nella revisione del concordato preventivo 2025-2026, con l’intento di alleggerire gli oneri burocratici che ne avevano spesso rallentato l’applicazione. In particolare, la Commissione Finanze propone un’importante semplificazione riguardo la fase istruttoria della proposta concordataria.
Il requisito del parere del Garante della Privacy, che in passato ha comportato ripetute richieste in caso di aggiornamento dei metodi di calcolo, sarà ridotto agli interventi che apportano modifiche sostanziali alla procedura. Se invece il modello adottato rimane invariato rispetto agli anni precedenti, basterà mantenere la validità del consenso ottenuto in origine, evitando duplicazioni inutile che rallentano i tempi di approvazione.
Un altro elemento di rilievo riguarda il trattamento degli avvisi bonari: il pagamento spontaneo entro il termine di 60 giorni non precluderà più l’accesso al concordato. Questa novità consente a chi ha già iniziato un percorso di regolarizzazione di completarlo senza la perdita dei benefici previsti, valorizzando così l’autonomia e la tempestività del contribuente nel regolare le proprie posizioni debitorie.
Nel complesso, tali interventi mirano a rendere il concordato più snello e meno ostacolato da formalità superflue, contribuendo a un’interazione più fluida tra fisco e contribuenti e promuovendo una maggiore compliance attraverso procedure snelle e più trasparenti.
Incentivi per nuove assunzioni e armonizzazione normativa
Il concordato preventivo biennale 2025-2026 introduce incentivi mirati a favorire le assunzioni, inserendo nel calcolo del reddito concordato le deduzioni del 120% per le nuove assunzioni e del 130% per categorie di lavoratori fragili. Questa misura si allinea con le previsioni della legge di bilancio 2025 e rappresenta un incentivo diretto per le imprese e i professionisti che intendono investire in nuova occupazione, duplicando il beneficio fiscale e supportando la ripresa economica attraverso politiche attive sul lavoro.
A livello normativo, si prospetta una revisione strutturale delle disposizioni riguardanti successioni, donazioni e imposta di bollo, con l’obiettivo di armonizzare le norme contrastanti attualmente vigenti. L’intervento punta a eliminare incongruenze e a fornire un quadro giuridico più chiaro e coerente, riducendo così le interpretazioni divergenti e le contestazioni da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Questa semplificazione normativa, oltre a facilitare la comprensione e l’applicazione delle regole da parte dei contribuenti, dovrebbe contribuire a contenere il contenzioso tributario nell’ambito delle imposte indirette. Il risultato atteso è una maggiore certezza del diritto, essenziale per un rapporto più efficiente e trasparente tra Fisco e cittadini, soprattutto in materia di pianificazione patrimoniale e successioni.
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