Città smart: il mondo vuole servizi più innovativi

Iperconnessi e tecno-entusiasti, i cittadini di oggi chiedono servizi all’altezza. In cima alla lista i sensori per gestire la viabilità, carte d’identità biometriche, app per gestire la propria salute.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Anche se negli ultimi anni hanno già cambiato le nostre abitudini e il nostro modo di informarsi, ad oggi gli smartphone e l’internet da tasca sono ancora di più. Sono diventati lo stimolo a volere più servizi, più informazione, più dati, più strumenti per vivere in modo semplice e moderno, in tre campi in particolare: salute, mobilità, rapporto con la pubblica amministrazione.
A certificare questa svolta è il rapporto “Smart citizens” che Ericsson ha presentato a Stoccolma, nel corso del Business Innovation Forum 2014. Il frutto di un’indagine statistica che ha coinvolto 9.030 utenti iPhone e Android tra 15 e 69 anni, residenti a Pechino, Delhi, Londra, New York, Parigi, Roma, San Paolo, Stoccolma e Tokyo.
I dati lo mostrano chiaramente: internet veloce e per tutti ha cambiato le aspettative dei cittadini del mondo. Il 76 per cento di loro auspica l’uso di sensori negli spazi pubblici, per regolare la viabilità e i parcheggi. Il 66 per cento chiede il controllo dell’acqua potabile in tempo reale.
Il 74 per cento punta su bike e car sharing e su segnali stradali interattivi e non più fissi. Tutti pronti per le smart city, anzi desiderosi di vederle realizzate.
“Il cambiamento avvenuto negli ultimi cinque anni è notevole. Eppure, è molto più lento di quello che vedremo nei prossimi cinque”, dichiara Hans Vestberg, presidente e amministratore delegato di Ericsson. A confermare quest’idea sono altri dati, inclusi nel rapporto.
Proiezioni e stime sul 2020, che parlano di un’impennata del traffico su internet in mobilità, fino a dieci volte più di oggi rispetto a oggi: da due a venti exabyte (ovvero miliardi di gigabyte). I dispositivi connessi saranno cinquanta miliardi, non più solo pc, tablet e smartphone. E il 2020 è anche l’anno in cui è previsto l’arrivo del 5G.
A plasmare questo futuro fatto di reti e sensori saranno proprio i cittadini, con le loro richieste. Basti pensare che il 69 per cento degli utenti intervistati da Ericsson vorrebbe poter usare lo smartphone anche per tenere traccia della propria salute e poter trasmettere i dati al medico.
Il 68 per cento è pronto a sostituire documento e patente con una carta d’identità biometrica. Il 62 per cento spera in un’app che riunisca insieme tutte le informazioni rilevanti sulla propria città, aggiornate in tempo reale.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
Prosegue Vestberg: “Tra le città del mondo e i vari Stati ci sarà una sfida tutta giocata sulle infrastrutture e sui servizi tecnologici. Un dieci per cento in più di banda larga corrisponde a una crescita del Pil dell’un per cento. Per questo, e per soddisfare le aspettative dei loro cittadini, le istituzioni devono impegnarsi in modo serio e approfondito sul cammino per l’innovazione”.
Sostieni Assodigitale.it nella sua opera di divulgazione
Grazie per avere selezionato e letto questo articolo che ti offriamo per sempre gratuitamente, senza invasivi banner pubblicitari o imbarazzanti paywall e se ritieni che questo articolo per te abbia rappresentato un arricchimento personale e culturale puoi finanziare il nostro lavoro con un piccolo sostegno di 1 chf semplicemente CLICCANDO QUI.