Cartelle esattoriali rischio eredi rimborsi fiscali come difendersi efficacemente dalle controversie tributari

gestione delle cartelle esattoriali dopo il decesso
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La gestione delle cartelle esattoriali dopo il decesso del contribuente rappresenta un nodo cruciale per gli eredi coinvolti nella chiusura della posizione fiscale. Il decesso non annulla automaticamente le obbligazioni tributarie pendenti: i debiti iscritti a ruolo continuano a gravare sull’asse ereditario. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate Riscossione può agire direttamente sulle somme dovute, anche prelevando eventuali rimborsi fiscali spettanti al defunto.
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Con la riforma fiscale, è stato potenziato il meccanismo di compensazione tra credito e debito fiscale: un credito derivante dalla dichiarazione dei redditi può essere bloccato e utilizzato dall’Agente della Riscossione per coprire cartelle insolute. Tale blocco può durare fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello della dichiarazione presenta, prolungando così il tempo necessario agli eredi per ricevere eventuali somme a credito.
Gli eredi sono quindi chiamati a verificare attentamente la posizione debitoria del defunto, compresi eventuali importi iscritti a ruolo, prima di poter ottenere i rimborsi fiscali. La regola generale prevede che ogni rimborso sia subordinato alla preventiva compensazione dei debiti fiscali residui, che devono essere saldati o formalmente contestati con le procedure amministrative e giurisdizionali previste. In caso contrario, l’erede dovrà procedere al pagamento delle cartelle per permettere lo sblocco dei rimborsi e la chiusura definitiva della posizione tributaria.
procedure per il rimborso fiscale a favore degli eredi
_La procedura per il rimborso fiscale_ spettante al defunto assume particolare complessità quando presenta debiti tributari pendenti. Gli _eredi_, infatti, devono attivarsi per richiedere il credito d’imposta, ma spesso si trovano a dover affrontare il vincolo di compensazione automatica previsto dalla normativa. In presenza di cartelle esattoriali, l’Agenzia delle Entrate trasferisce il credito all’Agenzia delle Entrate Riscossione, che potrà trattenerlo fino a quando non saranno saldati i debiti iscritti a ruolo. Questo implica che il rimborso non sarà liquidato prima dell’estinzione o della regolarizzazione delle posizioni debitorie.
Per avanzare la richiesta di rimborso, gli _eredi_ devono innanzitutto presentare la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui è avvenuto il decesso, riportando eventuali crediti o debiti emergenti. Nel caso in cui emerga un credito, gli eredi possono richiedere il rimborso a condizione che la posizione tributaria del defunto sia stata chiusa o che le eventuali somme dovute siano state compensate. La comunicazione dell’Agenzia delle Entrate spesso include indicazioni precise sugli importi da versare per sbloccare il credito e la documentazione necessaria da inoltrare, come deleghe firmate, dichiarazione sostitutiva e codice IBAN per l’accredito.
È fondamentale che gli eredi procedano tempestivamente all’invio della documentazione tramite i canali telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, come l’area riservata accessibile con SPID o CIE, per accelerare l’esame delle pratiche e ridurre ritardi nella liquidazione dei rimborsi. In assenza di tale tempestività, i termini per la compensazione e per la richiesta di rimborso potrebbero allungarsi, complicando ulteriormente la gestione della pratica fiscale post-mortem.
consigli pratici per gli eredi nella chiusura della posizione fiscale
La chiusura della posizione fiscale del defunto richiede agli eredi un approccio metodico e tempestivo per evitare ulteriori complicazioni e ritardi nel recupero di quanto spetta. Prima di tutto, è essenziale raccogliere tutta la documentazione fiscale e tributaria del defunto, inclusi eventuali avvisi, cartelle esattoriali e comunicazioni ricevute dall’Agenzia delle Entrate. Successivamente, gli eredi devono verificare la presenza di debiti iscritti a ruolo e valutare se procedere con il saldo o contestare eventuali importi ritenuti errati tramite gli strumenti previsti, come il ricorso amministrativo o giudiziario.
In parallelo, è indispensabile completare la dichiarazione dei redditi relativa all’anno del decesso, indicandovi sia eventuali debiti sia crediti d’imposta, per poter richiedere formalmente il rimborso. Gli eredi dovranno inoltre fornire all’Agenzia idonea documentazione, tra cui:
- le deleghe firmate da tutti gli aventi diritto, qualora qualcuno ceda la propria quota di rimborso;
- dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà contenenti i dati anagrafici del defunto e degli eredi;
- documenti di identità validi degli eredi;
- il codice IBAN per l’accredito del rimborso.
La trasmissione di questi documenti deve avvenire preferibilmente tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate per snellire l’iter e ridurre i tempi di attesa. Infine, gli eredi devono considerare che eventuali rimborso bloccati per debiti iscritti a ruolo saranno liberati solo a seguito del pagamento o della definizione degli stessi, secondo quanto previsto dall’articolo 28-ter del DPR 602/1973. Un atteggiamento proattivo e informato consente di minimizzare i tempi di attesa e di concludere efficacemente la pratica fiscale post-mortem, tutelando al meglio gli interessi degli eredi.
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