Blocco degli account di posta elettronica di Lavabit che riapre per poche ore il servizio di email

Qualche buona notizia per gli utenti di Lavabit che torna on line con un nuovo sito e una nuova chiave SSL, il tempo necessario a scaricare e archiviare la posta elettronica, bloccata dopo la chiusura del servizio .
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In attesa della sentenza di appello prevista per novembre, Ladar Levison, fondatore del servizio di posta elettronica crittografata, riapre per alcune ore Lavabit, per consentire agli utenti di accedere al proprio account e cambiare la password.
Nei prossimi giorni (tra il 17 e il 18 ottobre), sarà possibile invece usufruire del nuovo sito, dotato di una nuova chiave SSL (Secure Sockets Layers), per gestire il proprio account, scaricando e archiviando i messaggi di posta elettronica.
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La preoccupazione maggiore del fondatore di Lavabit, sotto processo e a pochi giorni dall’appello, resta ancora la riservatezza delle comunicazioni scambiate dai propri clienti, dopo che il governo americano ha imposto a Levison la consegna delle chiavi di cifratura.
Per alcuni è solo una questione di tempo e la chiave sarà decifrata. Infatti, nonostante le chiavi SSL siano stante fornite, dopo non poche resistenze, in formato cartaceo, quindi impossibili da leggere per una macchina, il rischio ora è che avvenga ciò che precedentemente era stato escluso dagli stessi agenti del governo, cioè che dal cartaceo il codice venga trasposto in digitale da qualcuno.
Da tenere conto, però, che così facendo il rischio che si possa saltare un singolo numero o immetterne uno diverso per errore, rendendo ancora inutilizzabile il codice nonostante gli sforzi, è alto: si tratta di ricopiare 11 pagine scritte in maniera molto fitta e con dimensione del carattere 4.
Se però ciò avvenisse e il codice fosse corretto tutta la documentazione racchiusa nel sito sarebbe in chiaro e consultabile dal governo americano, che potrebbe estendere le indagini dal presunto indiziato (Edward Snowden, probabile informatore del Datagate) a tutti coloro che nei dieci anni di servizio hanno affidato la loro corrispondenza elettronica a Lavabit, Ladar Levison compreso.
Levison, messo alle strette dal governo, ma sostenuto da migliaia di internauti, sta conducendo una battaglia personale contro le ingerenze statali sul diritto alla riservatezza dei propri dati e rischia, oltre a una multa molto salata, anche il carcere.
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