Blake Lively accusa Justin Baldoni di molestie e diffamazione sui social media
Le accuse di Blake Lively contro Justin Baldoni
Blake Lively ha presentato una denuncia sostanziale nei confronti di Justin Baldoni, co-produttore e regista del film It Ends with Us – Siamo noi a dire basta. Questa azione legale, pubblicata sul New York Times, accusa Baldoni di aver perpetrato molestie sessuali sul set, oltre a orchestrare una campagna diffamatoria per silenziarla. L’attrice descrive il comportamento di Baldoni come fonte di un “grave danno emotivo” per lei e la sua famiglia, rendendo l’episodio non solo un problema personale, ma anche una questione di integrità professionale e di rispetto per le colleghe all’interno del cast e della troupe.
Nel dettaglio, Lively ha evidenziato come Baldoni avesse abusato della sua posizione, parlando inappropriatamente del suo peso con il personal trainer senza il suo consenso e toccando tematiche intime legate alla sua vita privata, compreso il suo credo religioso. Una delle denunce più gravi riguarda Jamey Heath, un produttore del film, che avrebbe mostrato a Lively un video della moglie durante il parto, un gesto ritenuto estremamente inadeguato. Entrambi, Baldoni e Heath, sono accusati di aver fatto irruzione nella roulotte di Lively senza permesso, anche durante momenti intimi come l’allattamento del suo ultimo bambino.
In un incontro avvenuto lo scorso gennaio, durante il quale era presente anche il marito di Lively, Ryan Reynolds, l’attrice aveva richiesto espressamente di limitare le scene di intimità nel film a quelle già approvate, preoccupata per la sua sicurezza e per quella delle altre donne presenti sul set. Lively ha affermato che Baldoni e Heath avrebbero inoltre realizzato una strategia di “manipolazione social”, cercando di sabotare la sua reputazione in risposta alle sue lamentele e difese personali. Con la sua denuncia, l’attrice intende non solo rivendicare il proprio diritto al rispetto, ma anche aprire un dibattito riguardante comportamenti inadeguati nel settore cinematografico.
La risposta degli avvocati di Baldoni
La reazione agli accusatori di Blake Lively da parte degli avvocati di Justin Baldoni è stata immediata e decisa. In una dichiarazione rilasciata, i legali hanno definito le affermazioni della Lively come “vergognose” e “categoricamente false”. Stando alla loro versione dei fatti, le accuse rappresenterebbero un tentativo disperato dell’attrice di riparare a una reputazione compromessa, derivante dalle sue stesse dichiarazioni e comportamenti durante la promozione del film It Ends with Us – Siamo noi a dire basta.
Secondo le informazioni fornite dai legali, Baldoni e il team della Wayfarer Studios avrebbero adottato strategie di gestione della crisi in risposta alle supposizioni circostanti le lamentele della Lively. Si accusa la Lively di aver minacciato di non presentarsi sul set e di non promuovere il film a meno che le sue richieste non venissero accolte. Gli avvocati intendono dimostrare che le azioni intraprese dalla Lively sarebbero state motivate più dalla volontà di controllare la narrativa che dalla volontà di denunciare comportamenti inappropriati.
La dichiarazione legale sottolinea come Baldoni abbia mantenuto condotte professionali e afferma che le azioni della Lively hanno portato alla creazione di un “esercito digitale” nei social media, con l’intento di promuovere una narrativa negativa su Baldoni. Secondo gli avvocati, il team di Baldoni non avrebbe mai attuato misure proattive contro Lively, limitandosi a rispondere a domande dei media per mantenere la veridicità. Questo scontro giuridico non solo riguarda la reputazione di Baldoni, ma evidenzia anche le dinamiche complesse che possono sorgere all’interno del mondo dello spettacolo, dove la gestione dell’immagine è cruciale e le conseguenze possono rivelarsi devastanti a lungo termine.
Le conseguenze della disputa per il film
La controversia che ha coinvolto Blake Lively e Justin Baldoni ha avuto ripercussioni significative non solo a livello personale ma anche su scala professionale, influenzando lo sviluppo e la distribuzione del film It Ends with Us – Siamo noi a dire basta. L’accumulo di tensioni e l’intensificarsi delle accuse hanno portato a una gestione della crisi necessaria per il team di produzione, costretto a difendere l’integrità del progetto di fronte a un pubblico sempre più critico.
La Wayfarer Studios ha avviato una serie di strategie per contrastare il danno reputazionale derivante da questa disputa. Infatti, l’agenzia ha preso la decisione di ingaggiare un esperto di gestione delle crisi ben prima dell’emergere delle accuse, un segnale chiaro della consapevolezza dei rischi legati a tale situazione. Durante il periodo di marketing del film, questo professionista è stato implementato per monitorare l’attività sui social media, gestire le comunicazioni e assicurarsi che l’immagine di Baldoni venisse correttamente rappresentata, difendendo al contempo i propri interessi.
D’altro canto, il film, nonostante le polemiche, ha ottenuto un incasso globale di 350 milioni di dollari, ma si affaccia su un futuro incerto, con voci che suggeriscono che un eventuale sequel potrebbe prescindere dal contesto di questa controversia e dalle soluzioni legali che ne conseguiranno. Inoltre, molti esperti di settore si sono chiesti se Baldoni sarà in grado di mantenere la sua carriera senza subire il peso dell’immagine danneggiata da queste accuse gravi e pubbliche.
Le preoccupazioni espresse da Lively riguardo non solo alla propria integrità, ma anche a quella delle altre donne coinvolte nel film, sollevano interrogativi più ampi sulla cultura di lavoro all’interno di Hollywood, suggerendo che le conseguenze di questa disputa potrebbero estendersi ben oltre i singoli protagonisti, influenzando il clima di lavoro e le policy di sicurezza professionale nel settore cinematografico.