Auto elettriche Volkswagen: ritorno alla vendita tramite concessionari in Europa con nuove strategie di distribuzione
Motivazioni della decisione
Volkswagen ha invertito la rotta sulla vendita delle auto elettriche in Europa, abbandonando il modello agency introdotto nel 2020 e ripristinando il ruolo centrale dei concessionari. La scelta nasce da valutazioni operative, economiche e relazionali: il sistema agency ha limitato la libertà commerciale dei dealer, creato disallineamenti tra gamma endotermica ed elettrica e reso più complesso il rapporto con il cliente privato. Rimane invece confermato l’utilizzo dell’agency per le flotte aziendali, dove il modello ha dato maggiore prevedibilità. Il ritorno al sistema tradizionale punta a valorizzare l’esperienza locale e la capacità imprenditoriale dei concessionari per migliorare la vendita e l’assistenza dei veicoli elettrici.
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La decisione di tornare al modello tradizionale trae origine da motivazioni concrete e misurabili. In primo luogo, la rigidità dei prezzi imposta dall’agency ha annullato la capacità dei venditori di modulare offerte e scontistiche, comprimendo i margini e riducendo gli incentivi economici alla vendita. In secondo luogo, la sovrapposizione di modalità commerciali differenti — vendite dirette per gli EV e sistema convenzionale per i modelli a combustione — ha generato inefficienze operative, complicando processi di consegna, formazione del personale e gestione dei veicoli in stock. Infine, la risposta del mercato europeo ha evidenziato una domanda ancora orientata verso il contatto personale e il supporto locale, elementi che il modello agency ha faticato a garantire.
La scelta è stata motivata anche da riscontri interni: venditori che percepivano compensi inferiori sulle vendite elettriche rispetto a quelle termiche, e clienti che lamentavano poca flessibilità nelle trattative. A livello di rete, la mancanza di autonomia commerciale ha ridotto l’impegno proattivo dei dealer nella promozione degli EV, incidendo negativamente sui volumi e sull’esperienza di acquisto. Questo mix di fattori ha spinto la dirigenza a riconsiderare l’efficacia del modello agency per il mercato privato europeo.
Un’altra motivazione strategica risiede nella volontà di sfruttare la capacità imprenditoriale dei concessionari. Come evidenziato dal management, la rete ha competenze consolidate nella personalizzazione dell’offerta, nell’assistenza post-vendita e nella costruzione di relazioni di fiducia sul territorio — elementi giudicati imprescindibili per la diffusione su larga scala dei veicoli elettrici in Europa. Tornare a un rapporto diretto tra concessionario e cliente significa rimettere nelle mani del dealer la responsabilità commerciale e migliorare la reattività rispetto alle esigenze locali.
Infine, la conferma dell’uso dell’agency per le flotte aziendali testimonia un approccio selettivo: dove il modello ha dimostrato efficienza e prevedibilità, viene mantenuto; dove invece ha creato attriti e rallentamenti nella penetrazione degli EV nel mercato consumer, viene abbandonato. Questa distinzione sottolinea la natura pragmatica della decisione, fondata su dati di performance commerciale e sulla lettura delle dinamiche di domanda e servizio.
FAQ
- Perché Volkswagen ha abbandonato il modello agency per i clienti privati?
Il modello ha limitato la flessibilità commerciale dei concessionari, ridotto i margini di vendita e creato inefficienze operative che hanno penalizzato la diffusione degli EV nel segmento privato. - Il sistema agency rimane in uso in qualche ambito?
Sì, Volkswagen mantiene l’agency per le vendite alle flotte aziendali, dove il modello ha dimostrato maggiore efficienza e prevedibilità. - Qual è stato l’impatto sui margini dei venditori?
I venditori hanno sperimentato compensi spesso inferiori sulle vendite elettriche rispetto a quelle termiche, diminuendo gli incentivi alla promozione degli EV. - Quale problema ha creato la sovrapposizione dei due modelli di vendita?
La convivenza di vendita diretta per gli EV e tradizionale per gli endotermici ha generato confusione, complicando processi logistici, formazione e gestione della rete. - Perché il ruolo del concessionario è considerato insostituibile?
I concessionari offrono supporto locale, esperienza personalizzata e capacità imprenditoriale indispensabili per l’acquisto e l’assistenza dei veicoli in Europa. - La decisione è stata presa su basi strategiche o operative?
Entrambe: la scelta è frutto di valutazioni operative, economiche e strategiche basate su performance commerciali e sul comportamento del mercato europeo.
Impatto sui concessionari europei
Il ritorno al modello tradizionale avrà implicazioni immediate e concrete per la rete dei concessionari europei: recupero di autonomia commerciale, riallineamento dei margini e riorganizzazione dei processi di vendita e assistenza. I dealer riacquisiranno la possibilità di definire politiche di prezzo, offerte personalizzate e programmi di fidelizzazione, elementi fondamentali per rendere più competitive le proposte EV sul territorio. Questo ripristino di responsabilità commerciale dovrebbe aumentare la motivazione delle reti di vendita, traducendosi in maggiori attività promozionali locali e in un approccio proattivo verso il cliente privato.
Dal punto di vista economico, la misura attenuerà l’effetto distorsivo che aveva penalizzato i compensi dei venditori sugli EV: il ritorno a margini negoziabili consentirà di riequilibrare il portafoglio produttività/commissioni tra modelli elettrici ed endotermici. Tuttavia, il cambiamento impone investimenti operativi: aggiornamento dei sistemi di pricing, formazione commerciale focalizzata sulle caratteristiche specifiche degli EV e adeguamento delle politiche di permuta e finanziamento. Questi interventi richiederanno tempi e risorse e saranno determinanti per tradurre la nuova delega commerciale in risultati di vendita tangibili.
Sul piano organizzativo, i concessionari dovranno rivedere la gestione del punto vendita e dei servizi post-vendita: aree di ricarica in sede, formazione tecnica per manutenzione delle batterie e processi di consegna orientati alla customer experience specifica degli EV. La reintegrazione delle vendite private nella rete tradizionale richiederà inoltre coordinamento con le case madri per garantire coerenza di prodotto, disponibilità di stock e tempi di evasione degli ordini. Un’efficace sincronizzazione informativa tra HQ e dealer sarà cruciale per evitare le disfunzioni già osservate con il modello agency.
L’impatto sulle relazioni di filiera è rilevante: i concessionari torneranno a essere interlocutori principali dei clienti, con responsabilità estese anche sul ciclo di vita del veicolo. Ciò può rafforzare la fiducia dei consumatori grazie a un punto di riferimento locale, ma impone ai dealer di consolidare competenze di consulenza energetica, gestione degli incentivi e servizio post-vendita specialistico. Il successo dipenderà dalla capacità delle reti di trasformare la maggiore libertà commerciale in qualità del servizio e in relazioni durature con la clientela.
Confronto con altri costruttori
Il panorama dei costruttori europei e internazionali ha mostrato risposte divergenti all’adozione del modello agency: alcune case hanno temporaneamente rallentato, altre hanno mantenuto l’impostazione diretta, mentre molte hanno rivalutato la centralità della rete. Il confronto tra strategie mette in luce differenze operative, normative e culturali che spiegano perché l’agency non abbia avuto lo stesso successo in tutti i mercati.
Jaguar Land Rover ha sospeso l’implementazione dell’agency nel Regno Unito, evidenziando come le specificità del mercato locale — preferenza per il contatto diretto con il dealer e complessità delle reti di assistenza — rendano il passaggio rischioso. Analogamente, Ford ha annunciato una revisione dei piani, prendendosi tempo per valutare l’impatto sulle reti e sulle vendite: la scelta riflette una cautela dettata dall’esperienza pratica e dai feedback dei concessionari.
Modelli adottati da costruttori come Tesla hanno funzionato in mercati con ecosistemi di vendita e regolamentazioni specifiche, ma risultano meno replicabili su scala europea. Le differenze normative tra Paesi, le leggi a tutela dei consumatori e le disposizioni sui rapporti contrattuali tra case e dealer hanno limitato la standardizzazione del modello agency. Inoltre, la cultura commerciale europea manifesta una maggiore domanda di servizi locali e personalizzati, elemento che penalizza schemi troppo centralizzati.
Il confronto evidenzia anche un fattore economico: in diverse realtà il modello agency ha ridotto gli incentivi economici per i venditori, creando tensioni sulla rete. Dove i costruttori hanno mantenuto l’agency per le flotte, i risultati sono stati più stabili grazie a processi contrattuali e volumi prevedibili; tuttavia, nel mercato retail i margini variabili e la necessità di trattativa locale hanno reso il modello meno efficiente.
Infine, la reazione del settore mostra che la transizione verso nuove formule commerciali richiede integrazione tra strategia di prodotto, formazione della rete e adeguamento normativo. Le case che hanno modulato il modello agency con soluzioni ibride o con meccanismi di remunerazione più efficaci per i dealer hanno riscontrato meno attriti. Questa lezione ha contribuito alla decisione di alcune aziende — tra cui Volkswagen — di ritornare a strutture di vendita in cui il concessionario conserva un ruolo operativo e commerciale rilevante.
FAQ
- Quali costruttori hanno sospeso il modello agency in Europa?
Alcuni esempi noti includono Jaguar Land Rover nel Regno Unito e rivalutazioni operative annunciate da Ford; diverse aziende hanno adottato approcci più cauti dopo sperimentazioni iniziali. - Perché il modello Tesla non è facilmente replicabile in Europa?
Per via di differenze regolamentari tra Paesi, aspettative dei clienti sul servizio locale e la necessità di reti di assistenza consolidate, elementi che complicano la standardizzazione del modello diretto. - In quali ambiti l’agency ha funzionato meglio?
Principalmente nelle vendite alle flotte aziendali, dove volumi e processi contrattuali rendono il modello più prevedibile ed efficiente. - Che ruolo hanno avuto le normative nazionali nel fallimento dell’agency?
Le normative sulla tutela dei consumatori e sui rapporti tra case e dealer hanno ostacolato l’omogeneità del modello, richiedendo adattamenti locali costosi e complessi. - Esistono soluzioni ibride valide?
Sì: alcune aziende hanno sperimentato formule miste che combinano controllo centralizzato per certe aree e autonomia del dealer per il retail, con sistemi di remunerazione migliorati per i concessionari. - Qual è la principale lezione per i produttori automobilistici?
La necessità di allineare strategia commerciale, incentivi ai dealer e adattamento normativo: senza questi elementi, il modello agency rischia di generare inefficienze e resistenze nella rete.
Prospettive per il mercato delle auto elettriche
Il mercato delle auto elettriche si trova in una fase di maturazione operativa più che tecnologica: l’adozione di massa richiede non solo prodotto competitivo, ma una rete commerciale capace di tradurre vantaggi tecnici in valore percepito dal cliente. La decisione di riportare i privati alla vendita tramite concessionari riflette questa esigenza pragmatica: valorizzare il contatto locale, l’assistenza dedicata e la consulenza sui servizi di ricarica. Nel medio termine ciò può favorire una penetrazione degli EV più omogenea sul territorio, riducendo le barriere all’acquisto legate a incertezza su assistenza, permute e finanziamenti.
Dal punto di vista della domanda, il ritorno al canale tradizionale dovrebbe migliorare la fiducia dei consumatori. I clienti europei manifestano ancora una forte preferenza per la prova su strada, la negoziazione personalizzata e il supporto post-vendita locale: elementi che i dealer possono offrire meglio di un modello centralizzato e rigido. Inoltre, la riorganizzazione della rete può accelerare l’implementazione di servizi complementari — installazione domestica di wallbox, programmi di ricarica in abbonamento, soluzioni di permuta e usato elettrico — elementi chiave per abbattere le barriere alla transizione dall’endotermico all’elettrico.
Sul versante dell’offerta, il ritorno alla distribuzione tradizionale impone però coerenza gestionale: disponibilità di stock adeguata, lead time ridotti e strumenti di pricing flessibili saranno determinanti per evitare scorte immobilizzate o tempi di attesa eccessivi. I dealer dovranno integrare competenze tecniche per la gestione delle batterie e dei servizi connessi, oltre a strumenti digitali che rendano trasparente il ciclo d’acquisto e la gestione dei charging point. Senza queste condizioni, la sola autonomia commerciale rischia di non trasformarsi in aumento stabile delle vendite.
Infine, il cambiamento avrà ricadute su ecosistemi correlati: infrastrutture di ricarica pubblica e privata, catene di fornitura per componentistica e ricambi e mercati dell’usato elettrico. Una rete di concessionari proattiva può fungere da aggregatore di domanda locale, facilitando investimenti in colonnine e servizi di ricarica cross-brand. Questo ruolo di facilitatore è cruciale per superare colli di bottiglia infrastrutturali e per consolidare un mercato dell’usato elettrico credibile, con pratiche standardizzate di valutazione dello stato batteria e garanzie post-vendita.
FAQ
- Come influisce il ritorno al concessionario sulla fiducia dei clienti?
Ristabilendo il contatto personale e servizi locali, i dealer possono ridurre l’incertezza su assistenza, permute e ricarica, aumentando la propensione all’acquisto. - Quali servizi devono offrire i concessionari per facilitare la transizione agli EV?
Installazione wallbox, programmi di ricarica, valutazione professionale dell’usato elettrico, assistenza batteria e soluzioni di finanziamento dedicate. - Il cambiamento migliorerà la disponibilità di veicoli?
Potenzialmente sì, purché vi sia miglior coordinamento per stock, tempi di consegna e strumenti di pricing dinamico tra casa madre e rete. - Qual è l’impatto sulle infrastrutture di ricarica?
I concessionari attivi possono fungere da catalizzatori per investimenti locali in colonnine pubbliche e private, aggregando la domanda e facilitando partnership con operatori energetici. - Come influirà sul mercato dell’usato elettrico?
Una rete dealer preparata potrà standardizzare valutazioni e garanzie sulle batterie, aumentando la fiducia nel mercato dell’usato e rendendo più fluido il rinnovo della flotta privata. - Quale rischio rimane per la diffusione degli EV?
Senza investimenti in competenze tecniche, digitalizzazione dei processi e coordinamento logistico, l’autonomia commerciale da sola potrebbe non tradursi in crescita sostenibile delle vendite.




