Australia valuta l’adozione del framework di reporting crypto dell’OCSE per il 2024
Adottare un standard internazionale per la segnalazione delle criptovalute
Nel 2022, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha elaborato e pubblicato il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF) per affrontare l’evasione fiscale globale legata ai cripto asset. Questa iniziativa mira a stabilire norme internazionali per la raccolta e lo scambio di dati fiscali relativi alle transazioni di criptovalute, promuovendo una maggiore trasparenza fiscale.
Con l’impegno di 47 nazioni, tra cui l’Australia, è evidente la crescente necessità di standardizzare le segnalazioni riguardanti le criptovalute. L’adozione del CARF si presenta come un passo cruciale per migliorare la visibilità delle transazioni in criptovalute, facilitando così il monitoraggio delle operazioni da parte delle autorità fiscali locali e internazionali. La definizione di requisiti normativi chiari garantirà anche che i fornitori di scambi e portafogli crypto siano tenuti a riferire transazioni specifiche ai corpi governativi competenti.
Questo approccio standardizzato rappresenta una risposta coordinata al fenomeno dell’evasione fiscale, che ha visto crescere l’uso di criptovalute come mezzo per occultare redditi. A tal fine, il CARF non solo stabilisce le regole per la segnalazione delle transazioni, ma incoraggia anche la collaborazione tra diverse giurisdizioni fiscali, rendendo più difficile per gli evasori sfruttare le discrepanze tra i vari sistemi normativi.
In definitiva, l’adozione di un standard internazionale per la segnalazione delle criptovalute costituisce un passo fondamentale verso un sistema più giusto e trasparente, dove la distanza tra attività economiche digitali e normative fiscali possa essere ridotta. Le aspettative di integrazione del CARF nelle legislazioni nazionali, particolarmente nel contesto australiano, sono pertanto alte, e segnalano un cambiamento significativo nel modo in cui le transazioni in criptovalute verranno gestite in futuro.
Consultazione del Tesoro australiano
Il Dipartimento del Tesoro australiano ha avviato una consultazione pubblica con l’intento di raccogliere feedback sull’integrazione del Crypto-Asset Reporting Framework (CARF) nelle leggi fiscali nazionali. Questa iniziativa è parte di una strategia più ampia per migliorare la trasparenza fiscale e contrastare l’evasione a livello globale. L’invito alla consultazione, datato 21 novembre, pone l’accento sulla necessità di allineare le normative nazionali agli standard internazionali definiti dall’OCSE.
Attraverso il documento di consultazione, il Tesoro australiano mira a coinvolgere una serie di stakeholders, tra cui operatori di scambi di criptovalute e fornitori di portafogli digitali. Questi attori sono considerati fondamentali per il successo dell’implementazione del CARF, poiché saranno tenuti a riportare informazioni dettagliate sulle transazioni di criptovalute alle autorità fiscali. La trasparenza nei report di queste operazioni è vista come un elemento cruciale nel rafforzare la fiducia del pubblico nelle istituzioni fiscali e nel rispetto delle normative locali.
Il processo di consultazione rappresenta anche un’opportunità per il Tesoro per comprendere le esigenze specifiche dei fornitori di servizi cripto e le potenziali sfide che potrebbero affrontare nell’adottare un sistema di segnalazione standardizzato. Attraverso questo dialogo, il governo australiano intende garantire che le misure siano efficaci e praticabili, ottimizzando al contempo la capacità di monitoraggio e controllo delle autorità fiscali.
Il Tesoro ha reso noto che l’integrazione del CARF si svolgerà in un contesto di crescente cooperazione tra le giurisdizioni fiscali, puntando a costruire un sistema più robusto contro l’evasione fiscale. Gli input raccolti durante questa fase di consultazione saranno fondamentali per definire un quadro normativo che possa rispondere alle esigenze di diverse parti coinvolte e garantire una implementazione senza intoppi nella legislazione fiscale australiana.
Opzioni per l’implementazione della CARF
L’integrazione del Crypto-Asset Reporting Framework (CARF) nel sistema normativo australiano presenta diverse opzioni strategiche delineate nel documento di consultazione pubblicato dal Tesoro. Il governo australiano ha messo in evidenza due approcci principali: l’adozione diretta del framework come standard interno alle leggi fiscali australiane oppure l’implementazione di un modello personalizzato che risponda alle esigenze specifiche dell’Australian Taxation Office (ATO).
La prima opzione, che prevede l’inclusione del CARF nella legislazione fiscale australiana, comporterebbe l’accettazione delle regole di segnalazione e reporting già stabilite dall’OCSE. Questo approccio potrebbe garantire una maggiore uniformità rispetto agli altri paesi che già stanno adottando il framework, facilitando così la cooperazione internazionale e mirando a ottenere visibilità globale sulle transazioni in criptovalute.
Al contrario, l’approccio su misura potrebbe consentire una maggiore flessibilità nell’adattare le normative alle caratteristiche particolari del mercato australiano delle criptovalute. Questo potrebbe includere richieste di reporting più specifiche o adattamenti alle procedure esistenti per riflettere meglio le pratiche commerciali locali. Sebbene questo modello possa sembrare più vantaggioso in termini di personalizzazione, non è esente da rischi, poiché potrebbe ostacolare l’armonizzazione con le politiche internazionali e complicare la cooperazione tra le giurisdizioni.
Il Tesoro ha chiesto ai partecipanti di fornire feedback sull’approccio preferito e su come ogni opzione potrebbe impattare non solo sull’adozione delle normative ma anche sulla compliance delle aziende coinvolte nelle operazioni con criptovalute. Questo dialogo si propone non solo di chiarire le aspettative del governo, ma anche di assicurare che le leggi elaborate siano effettivamente efficaci e sostenibili nel lungo termine, considerando le dinamiche in continua evoluzione del settore delle criptovalute.
Tempistiche per l’attuazione della segnalazione CARF
La tempistica per l’attuazione delle nuove normative sul reporting relativo alle criptovalute, in conformità con il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), è un elemento cruciale per l’efficacia dell’iniziativa. Secondo quanto indicato nel documento di consultazione del Tesoro australiano, si prevede un possibile avvio dei requisiti di segnalazione nel 2026. Questo periodo è stato pensato per fornire un adeguato intervallo di tempo per le aziende coinvolte nella movimentazione di criptovalute, dando così modo di aggiornare i loro sistemi e procedure per conformarsi ai nuovi requisiti.
Il Tesoro ha sottolineato che l’attivazione della segnalazione CARF è prevista per consentire che i primi scambi di dati tra l’Australian Taxation Office (ATO) e altre autorità fiscali internazionali possano avvenire nel 2027. Questa finestra temporale è fondamentale non solo per garantire che le infrastrutture tecnologiche siano pronte, ma anche per consentire ai fornitori di servizi cripto di adattare e verificare la loro capacità di segnalazione conforme agli standard internazionali. L’obiettivo è quello di rafforzare la cooperazione fiscale globale e perseguire un monitoraggio più efficiente delle transazioni internazionali in criptovalute.
L’introduzione di queste normative non avverrà senza sfide; tuttavia, il Tesoro si aspetta che questo intervallo di tempo consenta una transizione più fluida. È previsto un continuo dialogo con le parti interessate per approfondire le eventuali difficoltà e per ottimizzare le modalità di attuazione. La tempistica articolata nel piano mira a garantire un equilibrio tra la necessità di trasparenza fiscale e la praticità operativa per i provider di servizi cripto, assicurando che le misure adottate siano realizzabili e sostenibili sul lungo termine.
Esempi di altri paesi che adottano la CARF
La tendenza globale verso l’adozione del Crypto-Asset Reporting Framework (CARF) sta guadagnando slancio, con diversi paesi che si impegnano a implementare queste norme nelle loro legislazioni fiscali. Questo movimento non solo riflette l’urgenza di affrontare questioni di evasione fiscale, ma sottolinea anche un impegno collettivo per garantire una maggiore trasparenza nelle transazioni di criptovalute. Tra le nazioni che hanno preso iniziativa vi è il Canada, dove è stata annunciata l’intenzione di integrare il CARF entro il 2026. Questa tempistica è in linea con gli sviluppi ulteriori di cooperazione internazionale prevista in materia fiscale.
La Svizzera, un altro attore significativo nel panorama delle criptovalute, ha avviato una consultazione pubblica riguardo all’applicazione degli standard CARF. L’obiettivo svizzero è chiaro: migliorare la trasparenza fiscale legata ai cripto asset, sostenendo così un ambiente di investimento controllato e responsabile. Una volta conclusa la fase di consultazione, si prevede che il Paese implementi il framework in tempi brevi.
Un ulteriore esempio proviene dalla Nuova Zelanda, dove il Ministro delle Entrate ha presentato una proposta per integrare il CARF in un nuovo disegno di legge fiscale. Qui, si prevede che i fornitori di servizi cripto inizieranno a raccogliere informazioni dal 1 aprile 2026, con una successiva scadenza per la presentazione delle segnalazioni fissata al 30 giugno 2027. Questa iniziativa segna un chiaro impegno per allinearsi agli standard internazionali e offre un modello per altre giurisdizioni che desiderano considerare una simile attuazione dei requisiti CARF.
In questo contesto, la cooperazione internazionale emerge come fondamentale per il successo della normativa. Attraverso il dialogo e l’allineamento tra il CARF e le politiche fiscali interne, i paesi possono affrontare più efficacemente la sfida rappresentata dall’evasione fiscale e sostenere una crescita sostenibile del settore delle criptovalute. Queste iniziative contribuiranno a creare un ecosistema normativo coerente, promuovendo una cultura di responsabilità tra gli attori del mercato.