Aumento età pensioni 2027: sorpresa shock, l’ODG propone di bloccare i 67 anni subito
Quadro normativo e impatti sulla manovra
Aumento età pensioni e adeguamento alla aspettativa di vita sono al centro della nuova manovra, con effetti immediati su requisiti e costi di sistema. Il quadro definito dal Parlamento conferma l’innalzamento progressivo dei requisiti anagrafici dal 2027, mentre si chiudono canali flessibili come Quota 103 e Opzione Donna, con la sola Ape sociale prorogata. Il governo ha scelto di rinviare l’aumento pieno distribuendolo in due fasi, coprendo il differimento con risorse dedicate. Resta aperto il tema del possibile congelamento a 67 anni, affidato a un impegno politico che rimanda al 2026 ogni decisione strutturale.
Indice dei Contenuti:
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Quadro normativo e impatti sulla manovra
La legge di Bilancio approvata introduce un assetto previdenziale più rigido: l’adeguamento all’aspettativa di vita riprende centralità e determina un incremento dei requisiti dal 2027. Sul fronte delle uscite, la chiusura di Quota 103 e Opzione Donna dal 2025 riduce gli strumenti di flessibilità, mentre l’Ape sociale viene confermata. La manovra include il taglio al cumulo tra rendita integrativa e pensione INPS per chi accede all’anticipata contributiva a 64 anni. L’impatto finanziario è significativo: per rinviare l’aumento pieno di 3 mesi è stato stanziato circa un miliardo, a testimonianza dei vincoli di copertura.
Scaglionamento dell’aumento 2027-2028
L’adeguamento dei requisiti di vecchiaia viene articolato in due passaggi: un mese nel 2027 e ulteriori due mesi nel 2028. Questa modulazione attenua l’impatto immediato su lavoratori e conti pubblici, evitando lo scatto unico di 3 mesi in un solo anno. La scelta riflette l’esigenza di bilanciare sostenibilità finanziaria e prevedibilità delle uscite. Il differimento, coperto con risorse dedicate, non elimina l’aumento ma ne distribuisce gli effetti temporali. In assenza di nuovi interventi, l’età di vecchiaia passerà da 67 a 67 anni e 1 mese nel 2027 e a 67 anni e 3 mesi nel 2028.
Ordine del giorno e impegni del governo
Alla Camera è stato approvato un Ordine del Giorno che impegna l’esecutivo a riesaminare nel 2026 l’adeguamento dei requisiti legato alla longevità. L’ODG, promosso dalla Lega, non modifica la norma vigente ma formalizza un obiettivo politico: valutare il congelamento a 67 anni ed evitare ulteriori scatti. Il MEF, per voce del ministro Giancarlo Giorgetti, ha riconosciuto l’intento di superare un meccanismo che rischia di irrigidire l’accesso alla pensione. La calendarizzazione del confronto nel 2026 rende tracciabile il perimetro dell’intervento, subordinato alle compatibilità di bilancio.
Scenari 2026 e possibili congelamenti
Il 2026 sarà il banco di prova per un eventuale stop agli scatti automatici. Il governo dovrà verificare coperture e impatti macro, valutando se confermare l’innalzamento o stabilizzare la soglia a 67 anni. Uno stop totale richiederebbe risorse superiori a quelle impiegate per il semplice rinvio, come evidenziato dal miliardo stanziato per lo scaglionamento. In assenza di nuove misure, il percorso di aumento proseguirà come da norma. L’esito dipenderà dalla crescita, dal quadro demografico e dalla priorità politica assegnata alla tutela dei requisiti di uscita.
FAQ
- Quando aumenta l’età per la pensione di vecchiaia?
Dal 2027 di un mese e dal 2028 di ulteriori due mesi, salvo interventi successivi. - Quota 103 e Opzione Donna sono confermate?
No, cessano nel 2025; resta attiva l’Ape sociale. - È previsto il congelamento a 67 anni?
Esiste un impegno politico a discuterlo nel 2026 tramite ODG approvato. - Qual è il costo del rinvio dell’aumento pieno?
Circa un miliardo di euro per scaglionare l’incremento tra 2027 e 2028. - Chi perde il cumulo con la rendita integrativa?
Chi accede all’anticipata contributiva a 64 anni subisce il taglio del cumulo con pensione INPS. - Cosa succede senza nuove misure nel 2026?
L’adeguamento prosegue: 67 anni e 1 mese nel 2027, 67 anni e 3 mesi nel 2028.
Scaglionamento dell’aumento 2027-2028
Aumento età pensioni e adeguamento alla aspettativa di vita tornano centrali nella programmazione previdenziale, con un impatto diretto su requisiti e tempistiche di uscita. La scelta di distribuire l’incremento tra 2027 e 2028 sostituisce lo scatto unico di tre mesi, limitando lo shock per lavoratori e finanza pubblica. Il rinvio parziale è coperto da risorse dedicate e non pregiudica, sul piano normativo, la traiettoria di crescita dei requisiti. Resta aperta la valutazione politica su un eventuale congelamento a 67 anni, che potrà essere discusso solo alla luce delle compatibilità di bilancio individuate nel 2026.
Scaglionamento dell’aumento 2027-2028
Il calendario degli adeguamenti prevede un incremento di 1 mese nel 2027 e di ulteriori 2 mesi nel 2028, portando l’età di vecchiaia da 67 a 67 anni e 1 mese e successivamente a 67 anni e 3 mesi. La modulazione diluisce gli effetti sul turnover del lavoro e sui saldi di finanza pubblica, evitando concentrazioni di spesa. Lo scaglionamento è finanziato con circa un miliardo, segnale dei vincoli di copertura. La misura non sostituisce un blocco strutturale degli scatti, ma ne attenua l’impatto nell’immediato, lasciando margini per verifiche e possibili correzioni nel 2026, in coerenza con l’andamento demografico e macroeconomico.
Ordine del giorno e impegni del governo
Questo post analizza l’Ordine del Giorno approvato alla Camera sul tema dell’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, chiarendo contenuti, limiti e ricadute operative. Il focus è sul possibile congelamento a 67 anni dal 2027 e sull’impegno formale del governo a riesaminare la disciplina nel 2026. Vengono spiegati ruolo politico e valore giuridico dell’ODG, le posizioni del MEF e del ministro Giancarlo Giorgetti, nonché l’interazione con la manovra e con lo scaglionamento già previsto nel biennio 2027-2028.
Ordine del giorno e impegni del governo
L’Ordine del Giorno approvato impegna l’esecutivo a valutare nel 2026 la sospensione degli scatti legati alla longevità, con l’obiettivo di mantenere la soglia di vecchiaia a 67 anni. Si tratta di un atto di indirizzo politico, privo di efficacia normativa immediata, ma che orienta la futura decisione di Palazzo Chigi e del MEF. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha riconosciuto la necessità di riesaminare il meccanismo, tenendo conto delle compatibilità di bilancio e dell’impatto su conti e platee. Il perimetro è chiaro: confronto tecnico nel 2026 e possibile proposta correttiva, se sostenibile finanziariamente.
FAQ
- Che cos’è l’Ordine del Giorno approvato alla Camera?
Un atto di indirizzo che impegna il governo a riesaminare nel 2026 gli scatti pensionistici legati alla longevità. - L’ODG modifica subito l’età pensionabile?
No, non ha effetti normativi diretti; richiede un successivo intervento legislativo. - Qual è l’obiettivo politico dell’ODG?
Valutare il congelamento dell’età di vecchiaia a 67 anni ed evitare nuovi aumenti automatici. - Che ruolo ha il MEF in questo processo?
Verifica coperture, impatti macro e sostenibilità, condizione essenziale per qualsiasi blocco. - Quando avverrà la verifica?
Nel 2026, con eventuale proposta del governo e passaggio in Parlamento. - Quali fattori incideranno sulla decisione?
Andamento dei conti pubblici, quadro demografico e priorità della manovra di finanza pubblica.
Scenari 2026 e possibili congelamenti
Aumento età pensioni e adeguamento all’aspettativa di vita entrano in una fase decisiva nel 2026, anno in cui il governo valuterà un possibile congelamento a 67 anni. La prospettiva di blocco dipende da coperture solide e da un quadro macro favorevole: crescita, saldo di finanza pubblica, andamento dell’inflazione e dinamica occupazionale. Il miliardo destinato allo scaglionamento indica l’ordine di grandezza delle risorse necessarie per un fermo strutturale. Senza un intervento mirato, rimarrà in vigore la traiettoria già calendarizzata, con scatti nel 2027 e 2028, e margini di correzione limitati.
FAQ
- Quali decisioni chiave sono attese nel 2026?
La valutazione del blocco degli scatti e l’eventuale proposta di congelamento a 67 anni. - Da cosa dipende il congelamento dell’età di vecchiaia?
Da coperture finanziarie, quadro macroeconomico e impatto sulla sostenibilità del sistema. - Che ruolo avrà il Parlamento nel 2026?
Dovrà esaminare e approvare eventuali misure normative proposte dal governo. - Gli scatti 2027-2028 possono essere annullati?
Sì, solo con un intervento legislativo che superi la disciplina vigente. - Quali indicatori peseranno sulla scelta finale?
Crescita del PIL, gettito, dinamica demografica e spesa previdenziale tendenziale. - Cosa accade senza nuove misure nel 2026?
Restano validi gli aumenti: 67 anni e 1 mese nel 2027, 67 anni e 3 mesi nel 2028.




