Askatasuna: paura a Capodanno per lanci di oggetti con catapulta, come evitarli e difendersi
Minacce e modalità degli attacchi
Askatasuna ha annunciato iniziative per la notte di Capodanno che, secondo le fonti delle forze dell’ordine, replicano tattiche già impiegate nelle proteste contro l’Alta Velocità in Val di Susa. Tra gli strumenti segnalati figurano ordigni rudimentali e meccanismi per il lancio di proiettili, concepiti per infliggere danni gravi e colpire agenti e infrastrutture. Le autorità locali temono un’escalation di violenza in aree urbane particolarmente sensibili come corso Regina Margherita; le misure preventive e i controlli sono in fase di rafforzamento per limitare rischi sanitari e danni materiali alla città.
Indice dei Contenuti:
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Metodologia degli attacchi — Le tecniche annunciate e già riscontrate sul territorio mostrano una predilezione per dispositivi a basso costo ma ad alto potenziale lesivo. Tra questi emergono bombe carta, fionde potenti e catapulte improvvisate realizzate con elementi naturali come alberi o pali urbani sfruttati come sostegni. Tali macchine di lancio sono in grado di proiettare massi fino a cinque chilogrammi con traiettorie imprevedibili, aumentando il rischio di ferite gravi o permanenti per chiunque si trovi nel raggio d’azione.
Tipologia degli ordigni — Oltre agli esplosivi pirotecnici di grande potenza, si segnala l’impiego di contenitori imbottiti di chiodi e bulloni; questi dispositivi, assemblati per massimizzare l’effetto perforante, sono mirati a infliggere danni agli esseri umani più che a danneggiare strutture. La combinazione di proiettili contundenti e frammentazione a media distanza rappresenta una strategia pensata per colpire forze dell’ordine e passanti, con conseguenze potenzialmente letali.
Obiettivi e modalità operative — Le segnalazioni investigative indicano che l’intento non è solo creare disordine ma riappropriarsi di spazi urbani simbolici, con particolare attenzione a civici e sedi occupate come corso Regina Margherita 47. Le azioni sembrano pianificate per svolgersi durante cortei e assembramenti, sfruttando la confusione per lanciare attacchi mirati e rapidi. L’uso di veicoli di appoggio e depositi temporanei per materiali è stato già osservato nelle recenti manifestazioni.
Rischi per la pubblica sicurezza — L’impiego di catapulte e ordigni improvvisati aumenta il grado di imprevedibilità degli eventi: munizioni improvvisate possono essere lobate oltre barriere protettive, colpendo aree non presidiabili in tempo reale. Un episodio recente ha portato all’ospedalizzazione di un agente per un colpo al volto; differenze di pochi centimetri avrebbero potuto trasformare la ferita in invalidità permanente. La natura artigianale degli strumenti non riduce la loro pericolosità.
Indicatori di preparazione e diffusione — La comparsa di questi mezzi nei pressi dei cantieri dell’alta velocità e la loro riproposizione nel contesto urbano indicano capacità organizzativa e riciclo di pratiche già collaudate. Le autorità monitorano individui e profili sospetti per intercettare la logistica di approvvigionamento dei materiali, le aree di assemblaggio e i canali di comunicazione utilizzati per la convocazione e il coordinamento delle azioni.
FAQ
- Quali strumenti sono stati segnalati? — Catapulte improvvisate, bombe carta, fionde e ordigni imbottiti di chiodi e bulloni.
- Che danni possono causare le catapulte? — Possono lanciare massi pesanti fino a cinque chili, causando ferite gravi o permanenti.
- Dove si teme si verifichino gli attacchi? — In aree urbane simboliche come corso Regina Margherita e nei pressi di siti istituzionali sensibili.
- Perché questi dispositivi sono pericolosi? — Perché combinano impatto contundente e frammentazione, mirati a ferire persone più che danneggiare solo strutture.
- Qual è stato un episodio recente che conferma il rischio? — Un agente è stato ricoverato dopo essere stato ferito al volto da materiale lanciato nei pressi di un cantiere.
- Come vengono organizzati gli attacchi? — Attraverso convocazioni durante cortei, uso di veicoli di appoggio e aree di assemblaggio temporanee individuate nelle vicinanze degli obiettivi.
Target, controlli e misure di ordine pubblico
Torino si prepara a misure straordinarie di ordine pubblico in vista della notte di Capodanno, con particolare attenzione a obiettivi ritenuti simbolici e vulnerabili: uffici istituzionali, sedi giudiziarie e l’immobile di corso Regina Margherita 47. Le forze dell’ordine hanno messo a punto un assetto operativo che combina pattugliamento dinamico, posti di blocco mirati e presidio fisso dei punti sensibili, per impedire azioni di riconquista di spazi urbani e limitare rischi per la popolazione.
Il dispositivo di sicurezza prevede un aumento delle pattuglie nei quartieri considerati a rischio e l’impiego coordinato di polizia, carabinieri e polizia locale per creare corridoi sicuri intorno a sedi istituzionali come Prefettura, Comune e Palazzo di Giustizia. Controlli preventivi su veicoli e persone in transito saranno intensificati; strumenti tecnici per l’identificazione rapida e il monitoraggio delle aree verranno impiegati per intercettare gruppi organizzati prima che possano posizionare ordigni o allestire macchine di lancio improvvisate.
Per quanto riguarda le aree pedonali e i luoghi di possibile raduno, le autorità hanno stabilito perimetri di sicurezza temporanei con divieti di stazionamento e accesso. Le barriere leggere e i presidi mobili saranno integrati da controlli a campione su sacchi e bagagli, mirati a prevenire il trasporto di materiale per la costruzione di catapulte o di ordigni artigianali. È prevista inoltre la sorveglianza rafforzata dei cantieri e dei depositi di materiali edili, considerati potenziali fonti di approvvigionamento per l’assemblaggio dei dispositivi segnalati.
Il piano operativo contempla modalità di intervento rapido in caso di attacco: squadre di pronto intervento per la neutralizzazione di ordigni improvvisati, unità cinofile per la ricerca di materiali esplosivi e personale sanitario posizionato in punti strategici per la gestione immediata di feriti. Le comunicazioni tra sale operative saranno centralizzate per garantire coordinamento e tempestività nelle decisioni tattiche, con procedure predefinite per lo sgombero di aree a rischio e la gestione delle vie di fuga.
Parallelamente, sono state intensificate attività investigative preventive: monitoraggio delle chat e dei canali di convocazione, identificazione dei profili sospetti e controlli amministrativi su veicoli sospetti parcheggiati in prossimità degli obiettivi. Le misure includono anche l’adozione di ordini di allontanamento temporaneo per individui già noti per comportamenti violenti e l’adozione di sanzioni amministrative rapide per chi violi i divieti imposti durante le operazioni di sicurezza.
Infine, la comunicazione istituzionale verso i cittadini è stata pianificata per ridurre il panico e favorire la collaborazione: inviti a evitare le aree presidiate, raccomandazioni su come segnalare comportamenti sospetti e informazioni sui percorsi alternativi. La strategia mira a contenere il rischio di assembramenti spontanei che potrebbero essere sfruttati per azioni violente, garantendo al contempo la circolazione e la sicurezza dei residenti.
FAQ
- Quali obiettivi sono considerati a rischio? — Prefettura, Comune, Palazzo di Giustizia e l’immobile di corso Regina Margherita 47.
- Quali misure di presidio sono state attivate? — Pattugliamenti aumentati, posti di blocco mirati, perimetri di sicurezza e presidi mobili.
- Come verranno prevenute le forniture per ordigni improvvisati? — Controlli su cantieri e depositi, verifiche su veicoli parcheggiati e ispezioni su materiali trasportati.
- Quali risorse speciali sono previste per l’intervento? — Squadre di pronto intervento, unità cinofile, personale sanitario e centrali operative coordinate.
- Come saranno gestite le comunicazioni ai cittadini? — Avvisi su aree da evitare, modalità di segnalazione di elementi sospetti e informazioni su percorsi alternativi.
- Che tipo di attività investigative sono in corso? — Monitoraggio di canali di convocazione, identificazione di profili sospetti e controlli amministrativi preventivi.
Reazioni politiche e richieste di dimissioni
Un paragrafo introduttivo SEO: Le tensioni politiche a Torino, esplose dopo lo sgombero di Askatasuna, hanno innescato una serie di reazioni istituzionali e richieste di dimissioni che ridisegnano il quadro amministrativo cittadino. Tra attacchi verbali, mozioni e richieste ufficiali, il dibattito si concentra sulla responsabilità dell’esecutivo comunale, sul ruolo degli assessori coinvolti nelle manifestazioni e sulle prospettive di gestione degli spazi pubblici recuperati. L’articolo analizza i passaggi politici più rilevanti, le mozioni presentate e le dichiarazioni dei gruppi consiliari determinanti nel definire il futuro della governance locale.
La seduta del Consiglio comunale ha registrato momenti di forte scontro verbale dopo i fatti che hanno seguito lo sgombero. Il centrodestra ha puntato il dito contro il sindaco Stefano Lo Russo, sostenendo che la sua amministrazione abbia perso il controllo della situazione e abbia di fatto favorito un clima di impunità. Sul banco degli imputati è finita in particolare la gestione del rapporto con il centro sociale: la mancata prevenzione e la percepita lentezza nelle misure di contrasto sono state indicate come elementi che giustificano una responsabilità politica diretta.
I gruppi di opposizione hanno formalizzato questa posizione presentando mozioni di sfiducia e richieste di chiarimenti. Tra le iniziative parlamentari spicca la mozione per la sfiducia nei confronti dell’assessore ai Beni Comuni, Jacopo Rosatelli, motivata dalla sua partecipazione alla manifestazione contro lo sgombero. I firmatari sostengono che la presenza dell’assessore in piazza rappresenti un conflitto tra ruoli istituzionali e adesione a posizioni che hanno alimentato gli scontri, richiedendo quindi provvedimenti formali di responsabilità politica.
Dal fronte della maggioranza e dei consiglieri vicini all’amministrazione arrivano repliche decise. I sostenitori del sindaco chiariscono che l’azione governativa aveva tentato un percorso di regolarizzazione dell’occupazione, interrotto da dinamiche di illegalità e violenza non prevedibili. Alcuni consiglieri hanno difeso la scelta di non prorogare patti di collaborazione con soggetti che avevano eluso gli obblighi, sostenendo che la linea adottata fosse volta a ristabilire legalità e tutela degli spazi pubblici.
La discussione si è estesa oltre l’ambito strettamente politico, coinvolgendo enti e associazioni cittadine che hanno chiesto chiarezza sulle procedure seguite dall’Amministrazione per la gestione degli immobili pubblici. Appelli al sindaco hanno evidenziato la necessità di bandi trasparenti e di procedure che escludano soggetti responsabili di violazioni. Parallelamente, alcuni esponenti di sinistra e rappresentanti di movimenti civici hanno denunciato ciò che definiscono un approccio securitario, invitando a politiche di inclusione e percorsi di integrazione per evitare nuove occupazioni e tensioni sociali.
All’interno del Consiglio comunale il confronto ha prodotto anche misure concrete: interrogazioni urgenti, richieste di audizioni con forze dell’ordine e prefettura, e la calendarizzazione di un dossier sulla sicurezza urbana. La tensione politica, tuttavia, rischia di produrre effetti pratici sulla tenuta della giunta: la pressione per dimissioni e chiarimenti resta alta e potrebbe determinare passaggi decisivi nelle prossime settimane, specie qualora si aggravino gli episodi di ordine pubblico legati alle convocazioni annunciate per la notte di Capodanno.
FAQ
- Perché il sindaco è stato criticato? — Per la gestione dell’occupazione e la percepita inefficacia nel prevenire l’escalation di tensione dopo lo sgombero.
- Chi ha chiesto le dimissioni dell’assessore? — Gruppi del centrodestra che hanno presentato una mozione di sfiducia contro Jacopo Rosatelli.
- Qual è la posizione della maggioranza? — Difende le scelte amministrative, sostenendo che si sia tentato un percorso di regolarizzazione poi interrotto da comportamenti illegali.
- Quali iniziative ha preso il Consiglio comunale? — Interrogazioni urgenti, audizioni con forze dell’ordine e un dossier dedicato alla sicurezza urbana.
- Che richieste avanzano le associazioni cittadine? — Chiarezza sulle procedure di gestione degli immobili pubblici e bandi trasparenti per l’assegnazione.
- La situazione politica può portare a dimissioni? — La pressione politica è elevata e potrebbe portare a sviluppi formali nelle prossime settimane, in base all’evoluzione degli eventi di ordine pubblico.
Indagini, denunce e profili dei sospettati
Introduzione SEO: Le indagini in corso sugli episodi collegati ad Askatasuna hanno acceso l’attività investigativa di polizia e procura su una rete ritenuta responsabile di atti violenti e della preparazione di ordigni artigianali. Tra denunce, rilievi tecnici e l’analisi dei profili social, gli inquirenti stanno ricostruendo dinamiche, ruoli e canali logistici con l’obiettivo di individuare promotori, fornitori di materiali e i partecipanti alle azioni più gravi. Il monitoraggio riguarda una rosa ristretta di persone già sotto osservazione per reati collegati a manifestazioni e occupazioni illecite.
Le attività investigative hanno preso quota subito dopo gli scontri urbani: verifiche documentali, acquisizioni di immagini e ispezioni su veicoli impiegati come basi logistiche hanno fornito elementi utili per delineare responsabilità. Sono stati sottoposti ad accertamenti i telefoni e i dispositivi elettronici sequestrati ai fermati; l’analisi forense punta a ricostruire scambi, convocazioni e l’eventuale coordinamento con altri soggetti. Controlli amministrativi e interrogatori mirati hanno consentito di appurare i legami tra chi ha partecipato ai cortei e chi ha curato la logistica delle azioni violente.
Almeno un centinaio di profili sono stati segnalati come appartenenti all’ala più oltranzista del movimento: su questi soggetti vengono fatti approfondimenti per valutare il loro coinvolgimento in reati specifici quali violenza a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata e detenzione e fabbricazione di ordigni. Gli inquirenti considerano prioritaria la distinzione tra esponenti che svolgono ruoli direttivi e militanti che eseguono ordini; la prima categoria è oggetto di investigazioni per eventuali ipotesi di istigazione e organizzazione.
Le denunce formalizzate finora riguardano reati connessi alla resistenza e alla violenza contro pubblici ufficiali, alla violazione delle norme sul pubblico spettacolo e del Tulps, oltre a ipotesi di possesso di materiale pericoloso. Gli atti processuali contengono, inoltre, riferimenti a movimenti di merci e depositi temporanei individuati durante le perquisizioni: elementi che consentono di ricostruire la catena di approvvigionamento di pietre, chiodi e componenti utilizzati per allestire catapulte e ordigni improvvisati.
Le autorità giudiziarie collaborano con gli apparati di sicurezza per monitorare canali telematici di convocazione e gruppi chiusi, con l’obiettivo di intercettare piani e ordini del giorno prima che vengano eseguiti. Le misure cautelari e le interdizioni amministrative sono valutate caso per caso, in funzione della gravità degli elementi raccolti e del ruolo attribuito ai singoli indagati. L’indagine proseguirà con accertamenti tecnici e audizioni per chiarire responsabilità penali e amministrative.
FAQ
- Qual è l’obiettivo principale delle indagini? — Accertare ruoli, responsabilità e canali logistici utilizzati per organizzare azioni violente e la fornitura di materiali per ordigni.
- Quanti profili sono sotto osservazione? — Circa un centinaio di profili dell’ala oltranzista sono al momento oggetto di approfondimenti investigativi.
- Quali reati sono stati contestati finora? — Violenza e resistenza a pubblico ufficiale, manifestazione non autorizzata, possesso e fabbricazione di materiale pericoloso e violazioni amministrative.
- Che prove sono state raccolte? — Sequestri di telefoni, analisi forense dei dispositivi, immagini, ispezioni su veicoli e ricerche sui depositi temporanei di materiali.
- Come vengono individuati i promotori degli atti? — Tramite l’analisi delle comunicazioni, le testimonianze raccolte, controlli incrociati sui movimenti logistici e accertamenti amministrativi.
- Quali misure possono seguire alle indagini? — Denunce, misure cautelari, interdizioni amministrative e provvedimenti d’ordine pubblico in coordinamento con la procura.




