Apple e Google a caccia di baby talenti
E’ partita la guerra fra Apple e Google. Il motivo? Entrambe le società sono alla ricerca di nuovi talenti, prodigi del software in grado di creare applicazioni per i loro dispositivi mobili.
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Per attrarre i più giovani, anche minorenni, Apple e Google hanno rivisto di recente le proprie politiche per la partecipazione alle loro conferenze annuali degli sviluppatori.
Apple nel 2012 ha abbassato l’età minima per partecipare alla conferenza a 13 anni dai 18 anni precedenti, offrendo ai giovani la possibilità di ottenere una borsa di studio con la quale evitare il pagamento di 1.600 dollari di iscrizione alla conferenza.
Google ha avviato un programma per i giovani, ospitando durante la sua ultima conferenza degli sviluppatori 200 ragazzi fra gli 11 e i 15 anni di età per una mezza giornata, per introdurli agli strumenti di base usati dagli sviluppatori.
Gli sviluppatori con meno di 18 anni non possono pubblicare la loro app sull’Apple Store e molti giovanissimi si registrano usando il nome dei genitori.
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Google invece non ha restrizioni per il suo negozio online Google Play ma richiede agli sviluppatori di registrare un proprio account con carta di credito.
Il più famoso dei giovanissimi maghi delle app è Nick D’Aloisio, il 18enne che lo scorso anno ha venduto la sua app Summly a Yahoo! per 30 milioni di dollari.
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