ANEC denuncia fusione Netflix Warner: impatti negativi e rischi per il futuro dell’industria audiovisiva italiana
Impatto dell’acquisizione Netflix-Warner sull’industria cinematografica
L’operazione di acquisizione di Warner Bros. Discovery da parte di Netflix rappresenta un punto di svolta che rischia di alterare drasticamente il panorama cinematografico europeo e italiano. Tale progetto suscita profonde preoccupazioni circa il futuro delle sale cinematografiche, la disponibilità dei contenuti filmici e l’equilibrio della filiera distributiva. Il rischio principale è il possibile ridimensionamento dell’offerta delle pellicole destinate alla proiezione tradizionale, con una conseguente erosione del modello di business centrato sulla sala come fulcro culturale e commerciale.
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La preoccupazione nasce principalmente dalla natura stessa di Netflix, un operatore che storicamente ha dimostrato scarso interesse verso lo sfruttamento cinematografico in sala. I film prodotti o acquisiti dal colosso dello streaming sono infatti spesso immessi nelle sale solo per periodi brevissimi, principalmente per soddisfare criteri di ammissibilità ai premi, e non per un’effettiva valorizzazione dell’esperienza cinematografica tradizionale.
Questo approccio potrebbe tradursi in una significativa diminuzione della quantità di pellicole disponibili nei circuiti tradizionali e in una progressiva erosione dell’esclusività delle uscite cinematografiche, elementi fondamentali per mantenere viva e competitiva l’industria della sala. Di conseguenza, si profila una situazione di deterioramento dell’ecosistema culturale e produttivo dei cinema, con evidenti ricadute occupazionali e una possibile chiusura di molte sale sul territorio nazionale ed europeo.
L’evoluzione in atto, inoltre, inserita in un contesto di incertezza sulle politiche di sostegno pubblico al settore, produce un quadro critico che richiede un’azione tempestiva e coordinata da parte delle istituzioni, affinché sia garantita la sostenibilità del comparto e sia preservata la pluralità dell’offerta culturale sul grande schermo.
Posizioni e preoccupazioni di ANEC e UNIC
L’Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ANEC) ha espresso con fermezza le sue riserve circa l’impatto che l’ingresso di Netflix nel controllo di una grande major come Warner Bros. Discovery potrebbe avere sul sistema cinematografico. Secondo l’associazione, una simile concentrazione rischia di aggravare criticità pregresse, incidendo negativamente sulla disponibilità e sulla varietà dei contenuti messi a disposizione delle sale. È stato infatti sottolineato come Netflix, nella sua storia operativa, non abbia mai dimostrato un reale interesse verso il modello dell’esercizio cinematografico tradizionale, limitando le proiezioni alle sale a brevi finestre, principalmente per motivi legati alla competizione per premi cinematografici.
Questo modus operandi, rileva l’ANEC, indica chiaramente una strategia focalizzata soprattutto sullo sfruttamento dello streaming, con un’offerta ridotta in termini di pellicole destinate alla sala. Ne deriverebbero danni irreversibili al settore, con un evidente rischio di chiusura di molte sale e un conseguente aggravio sulle condizioni occupazionali di un’intera filiera produttiva e distributiva.
L’organizzazione europea UNIC, che rappresenta esercenti e associazioni di 39 Paesi, condivide questa analisi e avverte di un «doppio rischio» insito nell’operazione: oltre alla riduzione dei titoli da proiettare, vi sarebbe una conseguente diminuzione degli introiti e la possibile chiusura di molte sale, accompagnata da perdite di posti di lavoro. La CEO Laura Houlgatte ha evidenziato come l’acquisizione di una major da parte di Netflix possa rappresentare un pericolo ancora più significativo di fusioni passate, richiamando l’attenzione sul fatto che il rapporto fra Netflix e l’esercizio cinematografico è sempre stato conflittuale.
Il presidente di UNIC, Phil Clapp, ha poi sottolineato il ruolo insostituibile delle sale nel tessuto culturale europeo, che vanno dai piccoli teatri indipendenti ai grandi multiplex, richiamando i regolatori a valutare con attenzione non solo il rischio per la pluralità e qualità dei contenuti, ma anche le conseguenze sociali ed economiche per il settore e per il pubblico. Il loro impegno sarà volto a evidenziare a pieno questi impatti presso le autorità garanti della concorrenza, schierandosi con nettezza contro l’operazione se confermata nei termini attuali.
Appello alle istituzioni per la salvaguardia della sala e della pluralità dei contenuti
L’ANEC rivolge un appello urgente alle istituzioni italiane ed europee affinché adottino un approccio rigoroso e consapevole nel valutare operazioni di concentrazione come l’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix. La salvaguardia della sala cinematografica e della pluralità dell’offerta culturale sono elementi imprescindibili per mantenere viva la ricchezza del panorama audiovisivo e tutelare un settore profondamente connesso al tessuto sociale e produttivo.
Il presidente dell’ANEC, Mario Lorini, sottolinea la necessità di un coinvolgimento attivo delle istituzioni, esortandole a promuovere un dibattito ampio e strutturato che coinvolga non solo gli operatori nazionali, ma anche i partner europei, al fine di garantire che l’equilibrio tra innovazione digitale e tradizione cinematografica venga preservato. Particolare attenzione deve essere posta nel monitoraggio delle conseguenze sul pluralismo dell’offerta, elemento vitale per la diversità culturale e la sostenibilità economica delle sale.
In quest’ottica, l’ANEC ha invitato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e la Sottosegretaria Lucia Borgonzoni ad avviare un confronto istituzionale che possa estendersi a livello europeo, promuovendo una strategia condivisa capace di arginare i rischi derivanti da operazioni che concentrano potere su pochi operatori. Solo attraverso una governance attenta e misure di tutela mirate sarà possibile evitare un’erosione irreversibile dell’esercizio cinematografico tradizionale.
Parallelamente, l’UNIC intensifica la pressione sui regolatori europei, richiamandoli a considerare con estremo rigore le implicazioni dell’operazione in termini di contenuti, pluralità e occupazione nel settore. L’associazione si impegna a rappresentare con forza le istanze degli esercenti e a evidenziare come una riduzione della qualità e della quantità di film disponibili nelle sale porterà a effetti devastanti sul tessuto culturale e sulla sostenibilità economica di un’industria che nutre milioni di spettatori e fornisce migliaia di posti di lavoro.




