Alex Britti parla della malattia del padre e il supporto dello psicologo
La lotta personale di Alex Britti
Nel corso della sua vita e carriera, Alex Britti ha affrontato numerose sfide che hanno profondamente influenzato la sua crescita personale e professionale. La scoperta della malattia mentale del padre, un uomo affetto da disturbo bipolare, ha segnato in modo significativo la sua esistenza sin dalla giovinezza. Britti ha descritto l’intensa fluttuazione tra momenti di stabilità e crisi profonde che caratterizzavano la persona che amava. Questa situazione ha generato in lui una serie di paure e incertezze riguardo alla propria salute mentale, spingendolo a cercare aiuto professionale.
“Quando il problema di mio papà è stato diagnosticato, sono andato da uno psicologo per capire se avessi ereditato lo stesso disturbo”, ha affermato il cantante. Fortunatamente, le analisi sembrano indicare che non ha ereditato quel pesante fardello. Questo percorso di introspezione ha permesso a Britti di confrontarsi con le proprie vulnerabilità e di comprendere l’importanza della salute mentale, considerandola fondamentale tanto quanto qualsiasi altra specializzazione medica. “Per come la vedo io lo psicoterapeuta è uno specialista tanto quanto un ortopedico”, ha aggiunto, sottolineando che affrontare le proprie fragilità non è solo un’azione terapeutica ma un modo per migliorare come individuo.
Il suo impegno nella crescita personale ha portato Britti a sviluppare una coscienza profonda riguardo alle difficoltà emotive e alle relazioni interpersonali, rendendolo non solo un artista sensibile ma anche un uomo attento e consapevole. La consapevolezza dell’importanza del supporto psicologico si riflette anche nel suo approccio alla paternità, dove cerca di trasmettere al figlio valori di rispetto e responsabilità, influenzato dalla sua personale esperienza con le complessità della vita.
Il padre bipolare e l’infanzia difficile
L’infanzia di Alex Britti è stata segnata da una realtà complessa e sfumata, in cui la figura paterna non rappresentava solo una fonte di amore e sostegno, ma anche un intrico di emozioni turbolente. Suo padre, un macellaio, soffriva di un disturbo bipolare che non ha soltanto influenzato la sua vita, ma ha avuto un impatto determinante sulla crescita del giovane Alex. “Sono stato un bambino fortunato”, ha dichiarato Britti, con un tono che racchiude sia gratitudine che amarezza. La sua infanzia è stata caratterizzata da una dualità inaspettata: “Avevo ben due padri, a seconda dei giorni”. Questa coincidenza ha complicato le sue esperienze formative, costringendolo a confrontarsi con il lato oscuro di una malattia mentale insidiosa.
Il disturbo bipolare del padre di Britti era di natura borderline e ha subito un aggravamento con il passare degli anni. “Più che l’infanzia, è stata l’adolescenza a rivelarsi difficile”, ha osservato, descrivendo come la sua vita sia cambiata radicalmente dopo il servizio militare, momento in cui ha preso la decisione di autonomizzarsi e vivere da solo. La paura di ereditare la malattia paterna lo ha spinto a intraprendere un percorso di analisi per comprendere meglio il proprio stato mentale e le sue vulnerabilità. “Per ora pare di no”, ha affermato riguardo alla sua salute, trovando nella consulenza psicologica un alleato prezioso per costruire una vita equilibrata.
Questa esperienza l’ha reso consapevole che la salute mentale è un aspetto fondamentale della vita, tanto quanto il benessere fisico. La sua percezione dello psicologo, come professionista allo stesso livello di un ortopedico, sottolinea un cambio di mentalità da cui deriva il suo crescente impegno verso il benessere emotivo, una lezione preziosa che Alex Britti desidera condividere anche con le generazioni future.
Le sfide della genitorialità e l’importanza del tempo
Essere genitori comporta sfide uniche e profonde, e Alex Britti ha vissuto questa esperienza in modo particolarmente intenso dopo la nascita del figlio Edoardo, frutto dell’amore per la sua ex compagna Nicole. Nonostante la rottura della loro relazione nel 2019, Britti ha sempre cercato di mettere il benessere del suo bambino al primo posto, un gesto che parla della sua maturità e responsabilità come genitore. “Nella coppia si ferma chi può farlo”, ha sottolineato, evidenziando l’importanza del sacrificio personale a favore della crescita e dello sviluppo del proprio figlio.
Il suo approccio alla genitorialità si differenzia per l’attenzione che presta al tempo condiviso, un valore che ha acquisito apprendendo dalle proprie esperienze. “Regalargli il mio tempo è bellissimo”, ha dichiarato, dimostrando come la paternità ha cambiato la sua prospettiva sulla vita e le sue priorità. Questo cambiamento si riflette anche nel suo atteggiamento verso i propri interessi e passioni, dove afferma di sentirsi più paziente e disposto a rinunciare ai suoi spazi personali per dedicarsi totalmente a Edoardo. “Ho scoperto di essere paziente. Prima, se arrivava un pedalino nuovo per chitarra, avrei ucciso per giocarci subito. Oggi invece lo faccio dopo, perché la priorità è mio figlio”, ha guidato con sincerità il suo discorso.
Inoltre, l’artista ha notato un cambiamento nella società riguardo alla figura paterna, commentando con soddisfazione come sempre più padri partecipino attivamente alla vita dei loro figli. “Qualcosa sta finalmente cambiando”, ha affermato, riconoscendo un’evoluzione positiva nei comportamenti genitoriali maschili. La volontà di Britti di essere un “padre presente” rappresenta un modello virtuoso, un esempio di come l’amore e l’attenzione possano eventualmente trasformare le dinamiche familiari.
La difesa di Tony Effe e il ruolo degli artisti
In un panorama musicale ricco di opinioni contrastanti, Alex Britti ha preso posizione a favore di Tony Effe, un rapper che, nonostante la sua crescente popolarità, si è trovato al centro di polemiche legate ai testi delle sue canzoni. Britti, che conosce personalmente l’artista, ha ribadito la sua fiducia nel giovane musicista, descrivendolo come un “ragazzo educatissimo”, sottolineando che la sua scrittura non può essere considerata rappresentativa di una misoginia radicata, ma piuttosto come un riflesso del linguaggio della strada. “Semplicemente, nei suoi brani ripropone il linguaggio della strada,” ha dichiarato, evidenziando come i testi siano espressione di un contesto sociale specifico.
Secondo Britti, è fondamentale non indirizzare l’attenzione sugli artisti in quanto portatori di messaggi controversi, ma piuttosto sulla necessità di educare i giovani in un linguaggio e in valori più elevati. “Il punto non è educare i cantanti ma educare i ragazzi,” ha affermato, mettendo in luce la sua convinzione che un miglioramento nella comunicazione tra i giovani possa influenzare positivamente il tipo di musica che ascoltano. Britti, da padre oltre i 50 anni, ha quindi sviluppato un certo impegno per promuovere valori più gentili e rispetto nella società odierna.
Tra i suoi insegnamenti, il cantante ha espresso l’importanza della galanteria, augurandosi che questo comportamento torni a essere la norma. “Mi piace per esempio far passare prima le donne, essere cavaliere,” ha condiviso con passione, aggiungendo che vedere il proprio figlio Edoardo adottare lo stesso comportamento gli riempie di orgoglio. Questa visione del mondo è non solo un modo per educare i propri figli, ma anche una riflessione su un cambiamento necessario nella cultura contemporanea. Con la sua voce, Britti rincara la dose, invitando a una maggiore riflessione sul ruolo degli artisti e sul messaggio che trasmettono, valori che uomini e donne dovrebbero abbracciare per costruire un futuro più rispettoso e consapevole.