Affitti brevi: novità sulla proroga al 1° gennaio 2025 da MITUR
CIN affitti brevi: scadenza prorogata al 1° gennaio 2025
Il Ministero del Turismo ha annunciato una rilevante modifica riguardante la scadenza per l’adeguamento al codice identificativo nazionale (CIN) per chi gestisce affitti brevi. Attraverso un avviso pubblicato il 22 ottobre, è stata stabilita una proroga del termine al 1° gennaio 2025, un provvedimento che si rivela fondamentale per tutti gli operatori del settore.
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In precedenza, la scadenza era prevista per il 2 novembre 2024, data dalla quale sarebbero scattate le sanzioni per chi non avesse ottemperato all’obbligo di dotarsi del CIN. Tuttavia, si era registrata una certa confusione legata alle variegate circostanze che avrebbero potuto consentire un rinvio della data in base alla richiesta di codici regionali preliminari. Per garantire una maggiore uniformità e chiarezza, il Ministero ha optato per questa proroga che offre a tutti i correnti locatori e gestori un periodo supplementare per allinearsi alle nuove normative.
La necessità di avere un codice identificativo nazionale nasce dall’art. 13-ter del decreto-legge 145/2023, il quale stabilisce l’importanza di avere un’unica scadenza affinché tutte le strutture interessate operino in maniera conforme. Tale codice servirà non solo a identificare le strutture in affitto ma anche a garantire il rispetto delle normative di sicurezza richieste dal DL 145/2023. Pertanto, i locatori dovranno attestare che gli immobili rispettano le norme di sicurezza vigenti al momento della richiesta del CIN.
Questa proroga è stata concepita anche con l’intento di facilitare l’adeguamento dei portali online di prenotazione quindi soggetti come Airbnb, che hanno già fatto impegni per non pubblicizzare strutture prive di CIN. In aggiunta, si sottolinea che l’adeguamento ai requisiti normativi dovrà basarsi anche sulle recenti disposizioni europee, in particolare il Regolamento (UE) 2024/1028, il quale evidenzia la necessità di garantire la trasparenza circa la registrazione delle unità abitative destinate a locazioni brevi. Pertanto, i locatori dovranno garantire che ogni offerta di affitto attraverso piattaforme online contenga il numero di registrazione e sia conforme agli standard richiesti.
Le novità del provvedimento
Il recente avviso del Ministero del Turismo ha segnato un passaggio decisivo nella gestione degli affitti brevi in Italia, introducendo significative novità in materie di conformità e regolamentazione. In virtù della proroga stabilita al 1° gennaio 2025, i soggetti interessati avranno più tempo per poter completare le pratiche necessarie per ottenere il codice identificativo nazionale (CIN). Questa estensione è cruciale in un contesto che si è rivelato complesso, sia per i locatori che per le piattaforme online di prenotazione, le quali dovranno adeguare i loro sistemi per garantire la piena conformità alle nuove normative.
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Uno degli aspetti principali di questa novità riguarda l’allineamento delle procedure di richiesta del CIN attraverso la piattaforma BDSR (Banca Dati delle Strutture Ricettive). La semplificazione dei processi è fondamentale per favorire la trasparenza e la sicurezza nel mercato degli affitti brevi, consentendo un sistema di interoperabilità che facilita la gestione dei dati degli immobili e delle prenotazioni. Grazie a questa misura, il Ministero intende garantire una maggiore tutela della concorrenza e un efficace contrasto alle pratiche irregolari nel settore.
Un ulteriore elemento significativo del provvedimento è l’introduzione di obblighi di attestazione riguardanti la sicurezza delle strutture. Infatti, alla richiesta del CIN, sarà necessario dimostrare che l’immobile in affitto rispetti le norme di sicurezza stabilite dal Decreto Legge 145/2023. La compliance alle normative di sicurezza non è solo un requisito formale, ma un dovere fondamentale per garantire la protezione degli ospiti e la qualità del servizio fornito.
In aggiunta, la scadenza unica fissata al 1° gennaio 2025 elimina confusioni precedentemente generate da diverse scadenze regionali e differenziazioni nel processo di ottenimento del codice. Questa mossa si traduce in un’opportunità per i locatori di affrontare la transizione con maggiore serenità, pianificando con anticipo gli adempimenti burocratici necessari. È evidente che il Ministero ha voluto considerare le esigenze pratiche sia degli operatori del settore sia dei portali di prenotazione online, affermando un nuovo standard nel panorama delle locazioni turistiche.
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Obbligo di CIN e soggetti interessati
L’introduzione del codice identificativo nazionale (CIN) rappresenta una norma fondamentale per la regolamentazione del settore degli affitti brevi in Italia, delineando chiaramente chi deve ottemperare a questo obbligo. La normativa, stabilita dall’art. 13-ter del DL 145/2023, si applica a una serie ben definita di soggetti, i quali sono tenuti a richiedere il CIN attraverso la piattaforma BDSR (Banca Dati delle Strutture Ricettive).
I soggetti obbligati a dotarsi di CIN includono:
- Titolari o gestori di strutture turistico-ricettive, sia alberghiere che extralberghiere, secondo le normative regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano;
- Locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche;
- Locatori di unità immobiliari ad uso abitativo per locazioni brevi ai sensi dell’articolo 4 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, successivamente convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96.
Questo obbligo si pone come obiettivo di garantire un controllo più rigido e una maggiore trasparenza nel settore degli affitti brevi, contribuendo a contrastare le pratiche irregolari e a tutelare la concorrenza. La richiesta del CIN viene effettuata tramite una procedura standardizzata che mira a semplificare la registrazione delle strutture e a promuovere il rispetto delle norme di sicurezza, elemento imprescindibile per chi offre ospitalità.
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In fase di richiesta del CIN, gli operatori devono attestare il rispetto delle normative di sicurezza emesse dal DL 145/2023. Questo vincolo legato alla sicurezza non è solo una formalità, ma un aspetto di fondamentale importanza per garantire la protezione e il benessere degli ospiti nelle strutture ricettive. Le condizioni di sicurezza devono quindi essere verificate e certificate al momento della richiesta del CIN. Tale misura non solo arricchisce il valore del servizio offerto, ma contribuisce a costruire un’immagine di affidabilità e professionalità per i locatori.
È evidente che l’obbligo di dotarsi di un CIN avrà implicazioni significative per gli operatori di settore, i quali dovranno affrontare una fase di adattamento e conformità a questa nuova regolamentazione per evitare sanzioni economiche e garantire un servizio di qualità in un mercato sempre più competitivo e scrutinato.
Sanzioni per inadempimento
Il recente provvedimento riguardante la proroga per il codice identificativo nazionale (CIN) per gli affitti brevi evidenzia anche un aspetto cruciale: le sanzioni previste per chi non rispetta tali obblighi. Con l’obiettivo di incentivare la conformità alle nuove normative, il Ministero del Turismo ha stabilito delle penalità significative per i trasgressori, nel tentativo di garantire un mercato più trasparente e regolare.
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Secondo la normativa, chiunque metta in locazione immobili o strutture privi del CIN sarà soggetto a sanzioni pecuniarie che possono oscillare tra un minimo di 800 e un massimo di 8.000 euro. Questa gamma di sanzioni è strutturata per agire come deterrente e per promuovere l’allineamento con i requisiti legali. Ad esempio, la sanzione di 800 euro si applica in situazioni in cui l’incuria viene considerata meno grave, mentre le violazioni più gravi, come la messa in locazione di un immobile non conforme o sprovvisto di registrazione, possono comportare le punizioni più severe, fino a 8.000 euro.
Un altro aspetto meritevole di attenzione riguarda la mancata esposizione del CIN all’esterno dell’immobile o nelle pubblicità relative all’affitto. In questi casi, la sanzione prevista varia da 500 a 5.000 euro, a seconda della gravità e della durata della non conformità. È evidente che il rispetto dell’obbligo di rendere visibile il CIN è considerato un elemento essenziale per garantire la trasparenza nel settore.
Tali misure sanzionatorie mirano non solo a punire comportamenti non conformi, ma anche a promuovere una maggiore responsabilità tra i locatori. L’obiettivo è garantire la sicurezza dei clienti e la protezione degli operatori che operano nel rispetto della legge. A lungo termine, l’applicazione di tali sanzioni potrebbe contribuire a una crescente fiducia nei confronti del mercato degli affitti brevi, poiché gli ospiti possono sentirsi più sicuri nell’affittare immobili certificati e registrati.
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In questo contesto, è fondamentale che i locatori si informino adeguatamente sulle norme vigenti e sulle scadenze, prendendo le necessarie misure per evitare problematiche legate a sanzioni pecuniarie. Il riallineamento alle disposizioni legislative, infatti, non solo evita le penalità ma rappresenta anche un’opportunità per costruire credibilità e reputazione nel settore degli affitti per uso turistico.
Adeguamenti per i portali telematici
La proroga del termine per l’adeguamento al codice identificativo nazionale (CIN) al 1° gennaio 2025 ha un impatto significativo non solo sui locatori e gestori di strutture ricettive, ma anche sui portali telematici che operano nel campo degli affitti brevi, come Airbnb e simili. Questi soggetti, infatti, sono chiamati ad attuare una serie di adeguamenti normativi per garantire la conformità delle loro piattaforme alle disposizioni in vigore.
In particolare, i portali online hanno l’obbligo di garantire che le strutture pubblicizzate siano registrate e dotate del CIN. La normativa stabilisce che nessuna offerta di affitto può essere postata senza il numero di registrazione, sottolineando l’importanza della trasparenza nella locazione di alloggi a breve termine. Questo approccio non solo aiuta a garantire un mercato più ordinato e sicuro, ma contribuisce anche a contrastare le pratiche illecite e le frodi nel settore.
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Per facilitare l’implementazione di tali requisiti, i portali telematici devono aggiornare i loro sistemi per includere la funzionalità necessaria a verificare l’esistenza e la validità del CIN fornito dai locatori. Le piattaforme saranno tenute a informare gli utenti sui requisiti di registrazione e a garantire che le offerte inassunti censiti non siano visibili al pubblico nel caso in cui non soddisfino le normative di registrazione. Questa iniziativa si allinea con le disposizioni del Regolamento (UE) 2024/1028, il quale richiede una raccolta e condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine in modo sistematico e disciplinato.
È utile notare che i portali come Airbnb hanno già assunto l’impegno di non promuovere strutture prive di CIN. Tuttavia, con l’approvazione di queste nuove normative, sarà fondamentale che tale impegno venga messo in pratica attraverso procedure di verifica e monitoraggio più rigorose, che assicurino la compliance delle strutture pubblicizzate. Inoltre, i portali dovranno predisporre adeguati canali di comunicazione per informare i locatori circa gli obblighi derivanti dalla recenti legislazioni in materia.
Queste modifiche non solo serviranno a prevenire eventuali sanzioni per le piattaforme, ma contribuiranno a costruire un sistema di affitti brevi più regolamentato e sicuro. Con l’implementazione di misure che prevedono trasparenza e responsabilità, sia i locatori che gli operatori dei portali possono lavorare con maggior serenità e competitività all’interno del mercato degli affitti brevi, incrementando la fiducia degli ospiti nei servizi offerti.
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