32enne gravemente ferito dopo caduta di 10 metri dalla seggiovia: aggiornamenti sull’incidente in montagna
Stato clinico del 32enne
Il 32enne di Mortara ricoverato dopo la caduta dalla seggiovia è attualmente in condizioni critiche ma stabili: intubato e sedato presso l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, è sottoposto a monitoraggio intensivo e a terapie mirate per fratture multiple e traumi interni. Le condizioni cliniche vengono valutate con esami strumentali e interventi chirurgici d’emergenza; il decorso rimane incerto e richiede osservazione continua da parte del team multidisciplinare.
Indice dei Contenuti:
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Il paziente è arrivato al pronto soccorso in condizioni di massima gravità dopo il trasporto in ambulanza; le prime valutazioni hanno evidenziato traumi cranici e toraco-addominali, oltre a fratture agli arti inferiori. È stato immediatamente sottoposto a procedure di stabilizzazione emodinamica e a interventi chirurgici per lesioni che compromettevano organi interni. Le terapie si concentrano su ventilazione protettiva, controllo del dolore e prevenzione di complicanze infettive e tromboemboliche.
Il quadro neurologico è monitorato con esami strumentali ripetuti e valutazioni cliniche continue: il paziente è intubato e sedato per permettere la stabilizzazione respiratoria e ridurre il rischio di agitazione che potrebbe compromettere la guarigione. L’équipe di anestesia e terapia intensiva mantiene parametri emodinamici e respiratori sotto stretto controllo, regolando farmaci vasoattivi e sedativi in funzione delle risposte cliniche.
Gli esami radiologici hanno confermato lesioni ossee gravi e possibili contusioni interne, che hanno richiesto interventi chirurgici ripetuti. Il reparto di chirurgia ortopedica coordina la riparazione delle fratture mentre gli specialisti di chirurgia generale valutano i danni addominali. L’attenzione è rivolta anche alla prevenzione delle complicanze a medio termine: infezioni nosocomiali, problemi di coagulazione e perdita di massa muscolare dovuta all’immobilizzazione prolungata.
Nonostante la gravità iniziale, i medici riferiscono segnali di leggera stabilizzazione nei parametri vitali nelle ultime ore; tuttavia la prognosi rimane riservata. Ogni decisione terapeutica è presa in equipe multidisciplinare, con rivalutazioni periodiche per adattare il trattamento alle necessità del paziente e pianificare eventuali interventi ricostruttivi o riabilitativi non appena le condizioni lo consentiranno.
FAQ
- Qual è l’attuale stato respiratorio del paziente?
Il paziente è intubato e ventilato meccanicamente per garantire stabilità respiratoria e proteggere le vie aeree durante la fase acuta. - Per quali lesioni principali è stato operato?
È stato sottoposto a interventi per fratture complesse e per il controllo dei traumi interni riscontrati agli esami radiologici. - La prognosi è considerata riservata: cosa significa?
Indica che l’evoluzione clinica è incerta e soggetta a cambiamenti; serve monitoraggio intensivo e possibili ulteriori terapie. - Quali specialisti seguono il caso?
Equipe multidisciplinare composta da anestesisti, terapia intensiva, chirurgia ortopedica, chirurgia generale e radiologia interventistica. - Esistono rischi di complicanze infettive?
Sì, in pazienti intubati e con ferite multiple il rischio di infezioni nosocomiali è elevato, per questo sono in atto misure di prevenzione e profilassi antibiotica quando indicate. - Quando potrà iniziare la riabilitazione?
La riabilitazione sarà pianificata dopo la stabilizzazione clinica e il completamento degli interventi chirurgici necessari, valutando funzionalità e rischio di complicanze.
dinamica dell’incidente
La dinamica dell’incidente ricostruita dagli inquirenti e dai testimoni indica una concatenazione di eventi ritenuti straordinari e non prevedibili nelle condizioni ordinarie di esercizio dell’impianto. Durante il pomeriggio del 24 dicembre, una raffica di vento di intensità anomala ha messo in movimento una rete di protezione posta lungo il tracciato della seggiovia di Tremol: la rete si è sollevata e ha raggiunto il sedile del passeggero al momento dell’imbarco.
Secondo le prime verifiche, la rete si sarebbe impigliata nella calzatura del lavoratore, impedendone la stabilità sul seggiolino a tre posti. Il giubbotto, parzialmente incastrato nella struttura del sedile, ha temporaneamente sostenuto il corpo sospeso a circa otto metri d’altezza, prima di cedere improvvisamente. Al momento del distacco, l’uomo è precipitato verso il basso e ha impattato contro la base in cemento armato del pilone, coperta solo da uno strato di neve non sufficiente ad attenuare l’urto.
I rilievi tecnici hanno evidenziato che la caduta non è avvenuta direttamente sulla rete di sicurezza ma sul basamento del pilone, riducendo drasticamente la possibilità di moderare l’energia dell’impatto. Le condizioni meteorologiche, con vento molto forte, hanno inoltre ostacolato la tempestività di intervento dei soccorsi aerei e contribuito allo scenario che ha reso l’incidente particolarmente grave.
Gli accertamenti sui materiali e sulle modalità di ancoraggio della rete, insieme all’esame del seggiolino coinvolto, sono in corso: l’obiettivo è stabilire se si siano verificati difetti di installazione, usura o comportamenti anomali del dispositivo di trattenuta che avrebbero favorito l’impigliamento. Tutti gli elementi coinvolti nella dinamica — rete protettiva, seggiolino, sistemi di sicurezza dell’impianto — sono stati sottoposti a sequestro per le analisi tecniche necessarie a ricostruire con precisione le cause dell’incidente.
FAQ
- Che cosa ha causato la caduta dalla seggiovia?
Una raffica di vento che ha sollevato una rete di protezione, la quale si sarebbe impigliata nella calzatura e nel giubbotto del lavoratore provocandone lo strappo dal sedile. - Perché l’impatto è stato così grave?
La vittima ha colpito la base in cemento del pilone, coperta da pochi centimetri di neve, senza un ammortizzamento sufficiente a ridurre l’energia della caduta. - La rete di protezione era regolarmente ancorata?
Gli accertamenti tecnici sono in corso: la rete e gli altri componenti sono stati sequestrati per verificare eventuali difetti di installazione o usura. - Il vento ha impedito i soccorsi?
Sì, il vento molto forte ha reso impossibile l’uso dell’elicottero di soccorso, costringendo al trasporto via terra in ambulanza. - È stata esclusa la responsabilità dell’operatore dell’impianto?
Le indagini sono ancora in corso; toccherà agli accertamenti della Procura e degli ispettori stabilire eventuali profili di responsabilità. - Quali elementi saranno analizzati per chiarire la dinamica?
Saranno esaminati la rete di protezione, il seggiolino, i punti di ancoraggio, i registri di manutenzione dell’impianto e le condizioni meteo al momento dell’incidente.
soccorsi e difficoltà operative
La risposta dei soccorsi sul luogo dell’incidente ha dovuto fare i conti con condizioni atmosferiche avverse che hanno complicato ogni operazione. Il forte vento presente sulla linea della seggiovia ha reso impraticabile l’utilizzo dell’elicottero di emergenza, obbligando le squadre a privilegiare vie terrestri e procedure di primo intervento sul posto. I soccorritori hanno operato in ambiente montano e freddo, con visibilità ridotta e superfici scivolose, elementi che hanno imposto ulteriori cautele per evitare rischi aggiuntivi al personale e al ferito.
La prima assistenza sanitaria è stata fornita dagli operatori del 118 intervenuti con unità di terra: stabilizzazione delle vie aeree, controllo emorragico e immobilizzazione delle possibili fratture sono state eseguite secondo protocolli per traumi ad alta energia. Data la posizione sospesa e il rischio di ulteriori movimenti della seggiovia, è stato necessario coordinare l’intervento con il personale addetto all’impianto per mettere in sicurezza l’area prima di ogni manovra di avvicinamento.
Il trasferimento verso l’ospedale è avvenuto mediante ambulanza attrezzata; il tragitto su strada ha richiesto tempi più lunghi rispetto al volo, con un impatto sulla gestione emodinamica del paziente che ha richiesto terapie farmacologiche mirate per mantenere pressione e ossigenazione stabili. Durante il trasporto, l’équipe medica ha proseguito le procedure di monitoraggio avanzato e somministrazione di farmaci per il controllo del dolore e la stabilizzazione delle condizioni vitali.
Gli operatori sanitari e i vigili del fuoco hanno inoltre dovuto gestire logistiche complesse: accesso al punto dell’incidente attraverso piste innevate, coordinate tra più squadre e gestione delle attrezzature per l’evacuazione in sicurezza. La necessità di conservare la scena per gli accertamenti investigativi ha imposto che le manovre di soccorso fossero documentate e concordate con le autorità competenti, bilanciando l’urgenza medica con l’esigenza di preservare prove utili all’inchiesta.
FAQ
- Perché non è stato utilizzato l’elicottero di soccorso?
Le forti raffiche di vento hanno reso impossibile l’impiego dell’elicottero per motivi di sicurezza, imponendo il trasferimento via ambulanza. - Quali misure sono state adottate sul posto per la stabilizzazione?
I soccorritori hanno eseguito immobilizzazione, controllo emorragico, supporto respiratorio e monitoraggio emodinamico secondo protocolli per trauma maggiore. - Chi ha coordinato le operazioni di messa in sicurezza?
Le operazioni sono state coordinate tra personale del 118, vigili del fuoco e addetti all’impianto per garantire sicurezza prima dell’avvicinamento. - Il tempo di trasporto ha influenzato la prognosi?
Il trasporto via terra ha aumentato i tempi rispetto al volo, richiedendo terapie di mantenimento emodinamico durante il trasferimento. - Come è stata gestita la scena in relazione alle indagini?
Le manovre di soccorso sono state documentate e concordate con le autorità per preservare elementi utili alle successive verifiche giudiziarie e tecniche. - Quali difficoltà logistiche hanno incontrato i soccorritori?
Accesso su piste innevate, scarsa visibilità, superfici scivolose e la necessità di coordinamento fra più squadre hanno rappresentato gli ostacoli principali.
indagine e provvedimenti
La Procura di Pordenone ha avviato un fascicolo finalizzato a ricostruire con precisione responsabilità e modalità dell’incidente; gli accertamenti giudiziari sono coordinati con verifiche tecniche autonome sugli elementi sequestrati. Sono coinvolti i Carabinieri locali, gli ispettori dell’Azienda sanitaria e perizie specialistiche sugli organi meccanici e sui dispositivi di sicurezza della seggiovia. La priorità degli inquirenti è determinare se vi siano omissioni nella manutenzione, difetti di installazione della rete protettiva o carenze nelle procedure operative dell’impianto.
Gli organi di controllo hanno disposto il sequestro della rete di protezione, del seggiolino interessato e della documentazione tecnica relativa alla manutenzione e ai registri di esercizio dell’impianto. I tecnici eseguiranno prove sul campo e analisi in laboratorio per valutare resistenza dei materiali, punti di ancoraggio e possibile usura. Ogni elemento potrà essere sottoposto a esami strumentali e simulazioni di carico per chiarire se la concatenazione di eventi fosse prevedibile o evitabile.
Parallelamente, l’Azienda sanitaria e gli organi ispettivi valuteranno la regolarità delle certificazioni di sicurezza dell’impianto e l’adeguatezza delle procedure aziendali per la gestione delle condizioni avverse. Saranno esaminate le registrazioni di manutenzione preventiva, i protocolli di ispezione periodica e l’addestramento del personale, per accertare la conformità alle normative tecniche e alle disposizioni di sicurezza in montagna.
Nel corso delle indagini verranno raccolte testimonianze di operatori e presenti, oltre a eventuali registrazioni video che possano documentare la dinamica. I consulenti tecnici nominati dalla Procura potranno chiedere accertamenti supplementari, anche su condizioni meteorologiche e previsioni locali, per quantificare l’anomalia degli eventi atmosferici rispetto agli standard di sicurezza operativa.
L’esito degli accertamenti potrà implicare provvedimenti amministrativi o penali nei confronti dei responsabili dell’esercizio dell’impianto, qualora emergessero negligenze o violazioni normative. Fino a conclusione delle verifiche, l’impianto è destinato a rimanere sotto vincolo giudiziario per consentire analisi complete e garantire che le prove non vengano alterate.
FAQ
- Chi conduce l’indagine sull’incidente?
La Procura di Pordenone coordina le indagini con i Carabinieri, ispettori sanitari e consulenti tecnici peritali. - Quali elementi sono stati sequestrati per le verifiche?
Sono stati posti sotto sequestro la rete di protezione, il seggiolino coinvolto e la documentazione di manutenzione dell’impianto. - Che tipo di accertamenti tecnici saranno effettuati?
Prove di resistenza sui materiali, controllo dei punti di ancoraggio, simulazioni di carico e analisi strumentali sui componenti. - Verranno esaminati anche i registri di manutenzione?
Sì, gli ispettori verificheranno i registri, le certificazioni di sicurezza e i protocolli di manutenzione periodica. - Possono scattare provvedimenti penali?
Se dalle indagini emergessero responsabilità o violazioni normative, potranno essere avviati procedimenti penali o sanzionatori. - L’impianto potrà riaprire prima della fine delle indagini?
Finché permane il sequestro giudiziario e non vengono completate le verifiche tecniche, l’impianto resterà vincolato per permettere accertamenti completi.




