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WhatsApp: truffa identità sempre più sofisticata in Italia e come difendersi subito

  • Redazione Assodigitale
  • 24 Dicembre 2025

come funziona la truffa

WhatsApp resta lo strumento di comunicazione più diffuso, ma gli attacchi che mirano alla sottrazione dell’account si stanno moltiplicando: la truffa descritta sfrutta la richiesta di codici di verifica a sei cifre per ottenere il controllo dell’account e poi impersonare la vittima per estendere la frode ad altri contatti. Nel post seguente spiego in dettaglio la dinamica del raggiro, i passaggi tecnici e comportamentali usati dai malintenzionati, in modo che il lettore possa riconoscerlo e bloccarlo prima che il proprio profilo venga compromesso.

 

Indice dei Contenuti:
  • come funziona la truffa
  • FAQ
  • perché è pericolosa
  • FAQ
  • come riconoscere i segnali
  • FAQ
  • come proteggere il tuo account
  • FAQ

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Modalità operativa: l’affronto inizia con un messaggio diretto in cui il truffatore finge di essere un contatto noto o un estraneo confuso, sostenendo di aver inviato per errore un codice di verifica a sei cifre. Contemporaneamente, il malintenzionato avvia la procedura di login a WhatsApp usando il numero della vittima da un altro dispositivo. Questo passaggio fa scattare l’invio dell’OTP (One-Time Password) al telefono legittimo.

Il truffatore quindi sollecita esplicitamente l’invio del codice alla presunta vittima, spesso con frasi persuasive come “Mi hai mandato per sbaglio questo codice?” o “Confermi il codice che hai appena ricevuto?”. Se l’utente risponde fornendo l’OTP, l’attaccante autentica l’accesso e prende possesso dell’account.

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Una volta dentro, i criminali disattivano eventuali sessioni precedenti, impedendo alla vittima di riprendere il controllo immediatamente. L’account viene usato per inviare messaggi di richiesta soldi o codici ad amici e familiari, apparendo più credibile perché proviene da un profilo autentico. L’obiettivo primario non è il singolo accredito ma l’appropriazione dell’identità digitale, che agevola truffe successive e il riutilizzo del contatto per colpire altre persone.

Dal punto di vista tecnico, la frode si basa unicamente sul fattore umano: l’OTP è generato legittimamente da WhatsApp, ma la sua divulgazione volontaria da parte della vittima consente l’accesso non autorizzato. I truffatori sfruttano anche tecniche di ingegneria sociale come l’urgenza, la confusione e l’autorità simulata per indurre all’errore.

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Spesso la sottrazione si accompagna a ulteriori azioni: impostare la verifica in due passaggi con un nuovo PIN, cambiare informazioni del profilo per impedire il recupero, oppure usare l’account rubato per diffondere link malevoli. Questi passaggi aumentano la difficoltà del recupero e amplificano il danno reputazionale verso la vittima.

FAQ

  • Come funziona esattamente la richiesta del codice? — Il truffatore inizia una nuova sessione di WhatsApp con il numero della vittima, provocando l’invio dell’OTP al telefono legittimo; poi chiede quel codice fingendo un errore.
  • Perché il codice OTP permette l’accesso? — L’OTP è la chiave temporanea che conferma l’identità del numero al servizio; se viene condiviso, chiunque può completare il login.
  • I truffatori usano altri metodi oltre all’OTP? — Sì, spesso combinano l’OTP con l’ingegneria sociale: messaggi urgenti, profili cloni e richieste a contatti della vittima.
  • Subito dopo la sottrazione, cosa fanno gli aggressori? — Disattivano sessioni precedenti, modificano impostazioni e sfruttano il profilo per truffare i contatti o diffondere link malevoli.
  • È possibile recuperare l’account rubato? — Sì, ma il successo dipende da quanto rapidamente si interviene e dalla presenza di misure come la verifica in due passaggi.
  • Qual è il punto debole sfruttato dalla truffa? — Il vettore principale è l’errore umano: la condivisione volontaria dell’OTP indotta dalla pressione psicologica del truffatore.
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perché è pericolosa

WhatsApp non è solo un’app di messaggistica: è un archivio di relazioni, conversazioni e dati personali che, nelle mani sbagliate, assume un valore economico e operativo elevato. La sottrazione dell’account non si limita a un fastidio temporaneo: implica il furto dell’identità digitale, l’accesso a conversazioni private, la possibilità di manipolare la rete di fiducia della vittima e di lanciare truffe a catena con credibilità preesistente.

Il primo rischio concreto riguarda la frode finanziaria. Una volta preso possesso dell’account, il malintenzionato può contattare amici e familiari fingendo emergenze, chiedere bonifici, ricariche o codici di pagamento istantanei. La fiducia nella fonte — il profilo reale della vittima — aumenta drasticamente la probabilità di successo della truffa. Questo meccanismo è particolarmente efficace nelle relazioni ravvicinate, dove le richieste urgenti ricevono risposte rapide e senza verifiche.

Un secondo pericolo è la compromissione della privacy: conversazioni private, foto, documenti e informazioni sensibili diventano accessibili e possono essere divulgati o ricattati. L’uso dell’account per inviare link malevoli o malware ai contatti moltiplica l’impatto, trasformando un singolo account violato in un vettore di infezioni digitali e frodi su scala più ampia.

La perdita di controllo può anche provocare danni reputazionali. Messaggi offensivi o ingannevoli inviati dal profilo rubato compromettono rapporti personali e professionali; la vittima si trova così a dover dimostrare la propria estraneità agli eventi, spesso con scarso successo se l’attacco è rapido e diffuso. Inoltre, i truffatori possono attivare misure che ostacolano il recupero dell’account, come impostare la verifica in due passaggi con un nuovo PIN o cambiare informazioni di contatto, allungando i tempi di risoluzione.

Infine, esiste un rischio sistemico: l’account usato come strumento per altri reati. Gli aggressori possono creare profili clonati, aprire nuovi account simulando la vittima su altre piattaforme o usare i dati raccolti per attacchi mirati (phishing, spear-phishing) contro aziende e istituzioni. La concatenazione di questi effetti rende la sottrazione dell’account una minaccia ben oltre il singolo episodio, con ricadute economiche, legali e psicologiche che richiedono interventi rapidi e misure preventive solide.

FAQ

  • Perché un account WhatsApp rubato è così pericoloso? — Perché consente l’accesso a conversazioni, contatti e informazioni personali utilizzabili per truffe, ricatti e diffusione di malware.
  • In che modo i truffatori sfruttano la fiducia nei contatti? — Inviano richieste urgenti o link dannosi dal profilo della vittima; la provenienza autentica aumenta la probabilità che i destinatari rispondano senza verificare.
  • Quali danni reputazionali possono derivare? — Messaggi falsi o offensivi possono compromettere rapporti personali e professionali, rendendo difficile dimostrare l’innocenza.
  • Possono usare i dati rubati per altri reati? — Sì, i dati possono servire per phishing mirato, clonazione d’identità su altre piattaforme e attacchi ai contatti professionali.
  • Perché il recupero dell’account può essere complicato? — I truffatori spesso attivano misure di protezione loro stesse (PIN, cambio info) per rallentare o impedire il recupero da parte del legittimo proprietario.
  • Qual è la conseguenza economica tipica? — Oltre a eventuali perdite dirette per richieste di denaro, ci sono costi indiretti legati al recupero, alla gestione del danno reputazionale e alla possibile segnalazione alle autorità.

come riconoscere i segnali

Riconoscere tempestivamente i segnali che precedono la sottrazione dell’account è cruciale per evitare la perdita dell’identità digitale. In questo paragrafo elenco i segnali comportamentali e tecnici che indicano un tentativo in corso, spiegando come interpretarli e quali azioni immediate intraprendere per bloccare la propagazione della frode. L’obiettivo è fornire strumenti pratici e concreti per valutare la minaccia e ridurre i tempi di reazione in modo efficace.

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Il primo campanello d’allarme è un messaggio inatteso che chiede un codice: frasi del tipo “Hai per caso ricevuto questo codice?” o “Mi è arrivato un codice, cosa devo fare?” vanno interpretate come tentativi di ingegneria sociale mirati a confondere la vittima. Questi messaggi spesso arrivano da numeri non salvati o da contatti che appaiono come profili leggermente alterati rispetto a quelli noti; la presenza di errori grammaticali, richieste urgenti e scuse poco plausibili aumenta la probabilità che si tratti di un raggiro.

Un altro segnale tecnico è la ricezione improvvisa di un codice di verifica senza aver avviato alcuna procedura di accesso: se appare un OTP via SMS o tramite notifica push e non sei tu ad aver cercato di accedere, non fornirlo a nessuno e considera il codice come indicatore immediato di un tentativo esterno. Analogamente, avvisi di logout da sessioni web o da altri dispositivi senza che tu li abbia causati devono essere trattati con massima attenzione.

Attenzione ai messaggi provenienti da contatti reali che sembrano “fuori tono”: richieste insolite di denaro, link sospetti o inviti a installare app devono essere verificate con canali alternativi (telefonata o incontro personale). Anche la comparsa di conversazioni nuove nella cronologia, la modifica imprevista delle informazioni del profilo o la scomparsa di alcune chat sono segnali di compromissione in atto o di tentativi di preparare l’account per uso fraudolento.

Infine, monitorare le notifiche di accesso e le richieste di verifica in due passaggi è fondamentale: WhatsApp invia alert quando un account viene registrato su un nuovo dispositivo o quando viene attivata la verifica in due passaggi. Qualora ricevi queste notifiche senza averle richieste, agisci subito — non rispondere ai messaggi che chiedono codici, cambia password dove pertinente e contatta l’assistenza ufficiale. La rapidità nella reazione riduce drasticamente le possibilità che i truffatori consolidino il controllo sull’account.

FAQ

  • Come capisco se un messaggio che chiede il codice è una truffa? — Se non hai avviato l’accesso e ricevi una richiesta del codice da numeri non salvati o con messaggi urgenti e incoerenti, considera la richiesta sospetta e non condividere l’OTP.
  • Cosa fare se ricevo un codice OTP senza averlo richiesto? — Non condividerlo con nessuno, ignora il messaggio e verifica immediatamente se sono in corso accessi non autorizzati; valuta di attivare la verifica in due passaggi.
  • È normale ricevere notifiche di logout da altri dispositivi? — No: se non hai effettuato il logout, potrebbe essere un segno che qualcuno sta tentando di accedere; cambia le impostazioni di sicurezza e segnala l’accaduto.
  • Come verifico se un contatto è stato clonato? — Controlla incongruenze nel profilo (foto, stato, numero) e conferma con la persona tramite un canale indipendente prima di rispondere a richieste sensibili.
  • Qual è la prima azione pratica se sospetto un tentativo di furto? — Non fornire codici, disconnetti sessioni attive da Impostazioni > Dispositivi collegati e contatta l’assistenza WhatsApp per bloccare l’account temporaneamente.
  • Come distinguere una richiesta legittima da una manipolativa? — Valuta il contesto: urgenza ingiustificata, pressione psicologica, errori linguistici e numeri non salvati sono indicatori tipici di manipolazione.
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come proteggere il tuo account

Proteggere il proprio account WhatsApp richiede l’adozione immediata e sistematica di misure tecniche e comportamentali: attivare funzionalità di sicurezza ufficiali, rafforzare l’autenticazione, verificare le sessioni attive e adottare procedure di verifica tra contatti. Qui elenco operazioni concrete e sequenziali che ogni utente deve applicare per ridurre drasticamente il rischio di furto dell’account e per reagire efficacemente in caso di tentativo di accesso non autorizzato.

Prima misura imprescindibile: attivare la verifica in due passaggi da Impostazioni > Account > Verifica in due passaggi e impostare un PIN personale robusto. Questo PIN aggiunge una barriera oltre all’OTP e impedisce a chiunque abbia solo il codice temporaneo di completare la registrazione su un nuovo dispositivo. Annotare il PIN in luogo sicuro e non condividerlo con nessuno, nemmeno con contatti apparentemente fidati.

Abilitare le notifiche di sicurezza e tenere aggiornato il numero di telefono associato all’account: qualsiasi variazione o tentativo di registrazione su un nuovo dispositivo genera avvisi ufficiali. Controllare regolarmente la lista dei dispositivi collegati (Impostazioni > Dispositivi collegati) e disconnettere immediatamente sessioni sconosciute. Se noti attività sospette, revoca tutte le sessioni e riattiva la protezione con il PIN.

Usare password e metodi di autenticazione forti per eventuali backup cloud: i backup di chat su Google Drive o iCloud possono diventare fonte di informazioni sensibili. Proteggi il cloud con l’autenticazione a due fattori fornita dal servizio (Google, Apple) e, se possibile, cripta i backup. Evita di salvare codici o PIN in note non protette o in messaggi della stessa app.

Adottare buone pratiche comportamentali: non condividere mai codici ricevuti via SMS o notifica, non rispondere a richieste urgenti di denaro via chat senza una verifica esterna (telefonata o incontro), e diffidare di messaggi che inducono fretta o confusione. Informa amici e familiari del rischio, suggerendo loro di non rispondere a richieste sospette provenienti dal tuo profilo senza un riscontro alternativo.

Infine, preparare una procedura di emergenza: salvare i riferimenti per contattare l’assistenza ufficiale WhatsApp, conoscere la procedura di recupero account (richiesta di verifica via email o modulo) e, in caso di furto, informare immediatamente i contatti più vicini per prevenire ulteriori truffe. Agire rapidamente minimizza il danno: revoca sessioni, cambia PIN, segnala il problema all’assistenza e, se necessario, valuta la segnalazione alle autorità competenti.

FAQ

  • Come attivo la verifica in due passaggi? — Vai su Impostazioni > Account > Verifica in due passaggi e inserisci un PIN: questa procedura aggiunge una protezione permanente oltre all’OTP.
  • Cosa fare se vedo un dispositivo collegato che non riconosco? — Disconnettilo subito da Impostazioni > Dispositivi collegati, cambia il PIN della verifica in due passaggi e segnala l’attività sospetta all’assistenza WhatsApp.
  • I backup cloud sono sicuri? — Solo se il servizio cloud ha l’autenticazione a due fattori e i backup sono criptati; altrimenti rappresentano un rischio per i dati sensibili.
  • Devo informare i miei contatti se il mio account viene compromesso? — Sì: avvisa subito i contatti più vicini tramite canali alternativi per impedire che cadano in eventuali truffe propagate dal profilo rubato.
  • Posso recuperare l’account senza la verifica in due passaggi? — È possibile, ma più difficile; l’esito dipende dalla rapidità dell’intervento e dalle informazioni fornite all’assistenza ufficiale.
  • Qual è l’errore più comune che porta al furto? — Condividere l’OTP o il PIN per risolvere presunti problemi: non fornire mai codici ricevuti, anche se la richiesta sembra credibile.
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