Wearable nel 2025: l’evoluzione decisiva verso l’intelligenza artificiale avanzata
l’ascesa degli occhiali AI nel settore wearable
Nel 2025, la trasformazione nel campo dei dispositivi indossabili ha assunto una forma decisamente innovativa, con gli occhiali AI che emergono come protagonisti indiscussi. Questa evoluzione segna una netta discontinuità rispetto all’associazione tradizionale degli wearables con salute e fitness, proponendo invece una nuova frontiera: un’integrazione completa e intelligente dell’intelligenza artificiale direttamente nell’accessorio più discreto e funzionale da portare quotidianamente sul viso.
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Durante l’edizione di gennaio del CES 2025, la presenza massiccia di occhiali con funzionalità AI ha confermato un cambiamento radicale nell’approccio al mercato. L’enorme successo degli Ray-Ban di Meta ha aperto la strada a una categoria che non si limita più a definire questi prodotti come “smart glasses”, ma li classifica esplicitamente come occhiali AI. Non si tratta più di una manovra di marketing, ma di una riconversione concettuale che sottolinea il ruolo centrale dell’intelligenza artificiale come elemento abilitante principale. Mark Zuckerberg ha ribadito più volte come la forma degli occhiali rappresenti il formato ideale per un’AI personale sempre pronta all’uso, capace di offrire interazioni vocali, acquisizione di immagini contestuali e risposte in tempo reale sull’ambiente circostante.
Anche Google ha adottato una distinta classificazione, differenziando tra occhiali AI, visori VR/AR (XR) e soluzioni ibride. Secondo i suoi tecnici, gli occhiali AI sono dispositivi leggeri, dal design elegante, in cui l’interazione con assistenti come Gemini costituisce il valore aggiunto principale, rispetto a sistemi più ingombranti e complessi come Project Aura, considerato più un headset che un semplice paio di occhiali.
Questa nuova narrativa evidenzia che la vera “killer app” per sbloccare il potenziale del mercato wearable è proprio l’applicazione dell’AI in modo naturale, discreto e costantemente presente. L’adozione massiva degli occhiali AI sancisce una svolta che proietterà l’intero settore verso scenari di computing indossabile pensati per integrarsi senza soluzione di continuità nella vita quotidiana degli utenti.
nuovi dispositivi indossabili sempre connessi all’intelligenza artificiale
Nel 2025, la crescita di dispositivi indossabili connessi all’intelligenza artificiale ha accelerato notevolmente, differenziandosi dai tradizionali wearable orientati al fitness. Tra le novità più significative spiccano i pendenti e i pin sempre attivi, progettati per offrire un’assistenza AI continua e discreta durante l’intera giornata. Aziende come Amazon, dopo l’acquisizione di Bee AI, e startup emergenti hanno lanciato gadget come Friend, un collier AI che si propone come un assistente personale sempre presente, capaci di monitorare conversazioni, generare riepiloghi e suggerire attività personalizzate in base al contesto.
Questi dispositivi indossabili estendono il concetto di intelligenza artificiale oltre gli schermi, trasformandosi in compagni digitali tascabili ma invisibili. Oltre ai collier, si stanno affermando anelli intelligenti che permettono all’utente di registrare memos vocali in modo riservato, mentre pendenti come Plaud NotePin e Limitless puntano a migliorare l’efficienza quotidiana offrendo sintesi automatiche di incontri e promemoria.
Questa nuova generazione di wearable AI è pensata per essere integrata in modo organico nella routine quotidiana, sfruttando la presenza costante del dispositivo sul corpo per raccogliere dati, analizzare situazioni in tempo reale e interagire senza interruzioni. L’approccio mira a superare i limiti dell’accesso all’AI tramite smartphone o altri dispositivi, garantendo una presenza continua, contestualizzata e proattiva dell’intelligenza artificiale nella vita degli utenti.
integrazione dell’AI negli smartwatch e altri wearables popolari
Nel 2025, l’intelligenza artificiale ha assunto un ruolo decisivo anche negli smartwatch e in altri dispositivi wearable, accelerando la loro evoluzione da semplici strumenti di monitoraggio fisico a assistenti digitali avanzati. Samsung e Google hanno integrato Gemini, il loro assistente AI, nei rispettivi sistemi WearOS, offrendo agli utenti interazioni più intuitive e personalizzate direttamente dal polso. Contemporaneamente, Fitbit ha avviato una fase di beta testing per un coach AI dedicato al miglioramento delle attività fisiche e del benessere complessivo.
Apple ha introdotto funzionalità AI potenziate negli AirPods Pro 3, con traduzioni in tempo reale gestite dall’“Apple Intelligence”, e ha ampliato l’esperienza utente sull’Apple Watch con il “Workout Buddy”, un coach virtuale che monitora e adatta gli allenamenti in base ai progressi registrati. Allo stesso modo, Oura Ring ha elevato la propria offerta con l’Oura Advisor, chatbot AI che aiuta l’utente nella gestione del riposo e delle abitudini quotidiane attraverso consigli personalizzati.
Garmin ha lanciato nuovi servizi premium basati su AI, fornendo insight avanzati e analisi predittive per gli sportivi più esigenti. Non solo hardware, ma anche le app fitness si stanno evolvendo per integrare l’AI, creando un ecosistema connesso che sfrutta i dati dei wearable per offrire feedback in tempo reale, migliorare le prestazioni e anticipare le esigenze degli utenti.
Questa stratificazione di intelligenza artificiale nei dispositivi indossabili testimonia la consapevolezza delle aziende che la presenza continua sul corpo rappresenta un valore strategico per sviluppare assistenti personali più efficaci, capaci di reagire con tempestività e precisione ai contesti quotidiani. L’era in cui gli smartwatch erano solo estensioni del telefono è ormai superata; oggi sono veri e propri hub AI a portata di polso, che abilitano un’interazione costante con ambienti, dati e servizi digitali in modo intelligente e contestuale.




