Valange in Svizzera: analisi del numero sorprendentemente basso di vittime nei ghiacciai

Morti per valanghe in Svizzera
Durante l’inverno 2024-2025, il numero di decessi causati da valanghe nelle Alpi svizzere è risultato significativamente inferiore alla media ventennale. Si sono registrati **dieci morti** in **nove incidenti** distinti, un dato che si confronta con una media di **diciannove** vittime per anno negli ultimi vent’anni. Questo trend positivo nel numero di fatalità è stato riportato dal **WSL Institute for Snow and Avalanche Research (SLF)**. Tali eventi sono stati gestiti in modo efficiente, contribuendo a ridurre il numero complessivo di morti. Nonostante l’innalzamento del rischio dovuto ad alcune valanghe significative, l’efficacia dei soccorsi ha attenuato ulteriormente le conseguenze, permettendo una gestione più sicura e strategica delle emergenze legate a queste situazioni.
Statistiche sulle valanghe
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Nel periodo compreso tra il 1 ottobre 2024 e il 14 aprile 2025, sono stati segnalati **172 episodi di valanghe** in Svizzera, i quali hanno comportato danni sia a persone che a beni materiali. Di questi, ben **156** sono stati provocati dall’intervento umano, evidenziando una connessione tra attività umane e rischio di valanghe. Inoltre, durante questi eventi, **216 persone** sono state coinvolte, un dato lievemente superiore alla media degli ultimi vent’anni, che si attesta a **205 individui**. Tuttavia, il numero complessivo di decessi è rimasto sorprendentemente basso, con solo **dieci vittime** registrate in **nove incidenti**, segnando una netta diminuzione rispetto alla media storica di **diciannove decessi**. Questi numeri suggeriscono non solo una riduzione del rischio e una gestione delle emergenze più efficace, ma anche un cambiamento nelle dinamiche ambientali legate alle valanghe stesse. È importante notare come il monitoraggio e l’analisi delle valanghe siano fondamentali per migliorare la sicurezza e la preparazione delle comunità alpine.
Fattori che hanno contribuito al basso numero di vittime
La diminuzione del numero di vittime di valanghe nelle Alpi svizzere può essere attribuita a diversi fattori, tra cui l’assenza di incidenti con un alto numero di morti e la caratteristica di molte valanghe, che si sono rivelate di minore entità. Le statistiche rivelano che il numero di eventi letali si è mantenuto su livelli notevolmente inferiori rispetto agli anni passati, suggerendo un andamento positivo sotto il profilo della sicurezza. Inoltre, è emerso che le operazioni di soccorso, svoltesi nel corso della stagione invernale, hanno mostrato un livello di efficienza tale da ridurre le potenziali conseguenze fatali per le persone intrappolate. Questi successi operativi, uniti a una chiara comprensione delle dinamiche delle valanghe da parte di esperti e autorità, hanno portato a una gestione dei rischi sensibilmente migliorata. L’approccio proattivo nella preparazione e nella risposta ha giocato un ruolo cruciale nel ridurre il numero di vittime e incidenti gravi nel corso della stagione invernale.
Mancanza di neve negli Alpi svizzeri
Durante l’inverno 2024/2025, le condizioni climatiche nelle Alpi svizzere sono state notevolmente influenzate dalla scarsità di neve, un fenomeno che ha attirato l’attenzione degli esperti. Questo inverno è stato catalogato come uno dei dieci più miti dal 1864, con un’impatto diretto sulla dinamica delle valanghe. Le limitate precipitazioni, in particolare tra novembre 2024 e aprile 2025, hanno portato a profondità di neve ben inferiori alla media storica. Ad esempio, il 14 aprile, il campo di misurazione di **Weissfluhjoch**, sopra **Davos**, ha registrato solo **121 cm** di neve, rispetto ai quasi **218 cm** attesi. Tali condizioni hanno condotto a un ambiente di valanghe meno complesso, contribuendo al numero ridotto di incidenti mortali. Gli eventi di nevicate tardive, come quello tra il 19 e il 22 novembre, hanno portato a situazioni temporanee di innevamento, ma non hanno compensato la generale mancanza di nevicate significative. La scarsità di neve è stata particolarmente pronunciata nelle aree orientali, dove la situazione è risultata più critica, insinuando preoccupazioni per la sicurezza nei prossimi anni e per la vitalità delle località sciistiche, che dipendono da una consistenza adeguata di neve per attrarre turisti e appassionati di sport invernali.
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