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UE vieta tutti i contratti di importazione di gas e petrolio dalla Russia entro la fine del 2027

  • Redazione Assodigitale
  • 17 Giugno 2025
UE vieta tutti i contratti di importazione di gas e petrolio dalla Russia entro la fine del 2027

Fase di eliminazione delle importazioni

La Commissione Europea ha delineato un piano rigoroso per la completa eliminazione delle importazioni di gas e petrolio dalla Russia entro la fine del 2027, in risposta alla crescente esigenza di ridurre la dipendenza dalle risorse energetiche di Mosca. Questo intervento si propone di interrompere l’afflusso di combustibili fossili russi, avviando una fase di dismissione dei contratti esistenti. La strategia punta a garantire la sicurezza energetica dell’Unione Europea mentre si minimizzano le ripercussioni sui mercati e sui prezzi. Entro il 2024, i dati indicano che il 19% delle importazioni di gas e il 3% delle risorse petrolifere dell’UE provengono dalla Russia, e solo un numero limitato di Stati membri, tra cui **Ungheria** e **Slovacchia**, rimane attualmente legato ad approvvigionamenti russi. La proposta, approvata senza la possibilità di veto da parte di membri critici, come Budapest e Bratislava, prevede scadenze specifiche per la cessazione dei contratti di approvvigionamento, incoraggiando così un’azione rapida e coordinata tra i membri.

Contratti a lungo e breve termine

La *,Commissione Europea* ha stabilito un programma di termine per estinguere tutti i contratti legati alle forniture di gas e petrolio dalla Russia. A partire dal 1 gennaio 2026, tutti i contratti stipulati con fornitori russi non saranno più validi, al fine di evitare una corsa frenetica verso l’approvvigionamento nelle prossime settimane. Successivamente, entro il 17 giugno 2026, è previsto che i contratti di fornitura a breve termine in essere verranno annullati. Le forniture a lungo termine, attualmente esistenti, saranno eliminate entro il 1 gennaio 2028. Attualmente, l’Unione Europea ha nove contratti di lunga durata attivi per gas e petrolio provenienti dalla Russia. Inoltre, i contratti relativi ai servizi di terminale per GNL per clienti russi o controllati da entità russe saranno anch’essi vietati.

È necessario sottolineare che la Commissione offre la possibilità di cessazione dei contratti per motivi di ‘forza maggiore’, tutelando così le aziende europee da eventuali conseguenze legali. Nonostante ciò, non è prevista alcuna forma di compensazione finanziaria per gli operatori economici. Per garantire l’applicazione della normativa, tutte le aziende con contratti di fornitura di gas dalla Russia dovranno fornire informazioni necessarie alla Commissione e alle autorità doganali. È importante notare che non si richiederà la divulgazione di informazioni sensibili come i prezzi; l’unico requisito sarà la tracciabilità e l’origine del gas.

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Misure per la sicurezza dell’approvvigionamento

La Commissione Europea, con l’obiettivo di garantire una transizione fluida verso l’eliminazione delle importazioni di gas e petrolio dalla Russia, ha ideato una serie di misure per preservare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell’Unione. Questa iniziativa mira a evitare impatti negativi sui mercati energetici e a garantire che i prezzi non subiscano aumenti vertiginosi. Le proposte includono un adeguato supporto ai paesi membri, i quali devono elaborare piani nazionali di diversificazione per ridurre la loro dipendenza dalle forniture russe. Tali piani dovranno comprendere misure concrete e tappe intermedie, offrendo così un quadro chiaro delle azioni da intraprendere entro la fine dell’anno.

In linea con le nuove normative, tutti gli Stati membri dell’UE sono tenuti a collaborare con la Commissione per affrontare le sfide posed dal mercato energetico, assicurando che vi siano opzioni alternative sufficienti. La Commissione è convinta che il mercato globale del gas possa supportare questa transizione, evidenziando la disponibilità di forniture alternative provenienti da partner come **Qatar**, gli **Stati Uniti** e l’**Africa settentrionale**. Le strutture di importazione e i sistemi di interconnessione tra i vari paesi dell’Unione saranno potenziati per facilitare il flusso di gas da fonti non russe.

In aggiunta, è prevista l’attivazione di un meccanismo di emergenza, consentendo alla Commissione di esentare temporaneamente alcune misure in situazioni critiche. Tuttavia, i funzionari UE hanno chiarito che non ci si aspetta che questa clausola venga utilizzata frequentemente. A fronte di tutto ciò, la Commissione intende dimostrare che l’Unione Europea dispone delle risorse e delle infrastrutture necessarie per navigare in questo periodo di cambiamento, mantenendo stabile l’approvvigionamento energetico e senza compromettere l’accessibilità economica per i cittadini europei.

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Resistenza degli Stati membri

La proposta della Commissione Europea di interrompere completamente le importazioni di gas e petrolio dalla Russia sta incontrando una certa resistenza tra alcuni Stati membri, in particolare da parte di **Ungheria** e **Slovacchia**. Entrambi i paesi, ancora fortemente dipendenti dalle forniture russe, si trovano in una posizione difficile nell’affrontare la transizione energetica richiesta dalle nuove normative europee. Nonostante il veto di Budapest e Bratislava sia stato eluso grazie all’adozione della normativa senza necessità di unanimità, la pressione per attuare un cambiamento nel loro approvvigionamento energetico è palpabile.

Le vocazioni economiche e strategiche di questi paesi fanno sì che oltre il 30% della loro fornitura di energia provenga dall’approvvigionamento russo, creando barre significative alla loro piena adesione al piano di dismissione. Per affrontare questa situazione, la Commissione offre assistenza nella creazione di piani nazionali di diversificazione. Questi piani dovranno includere le azioni da attuare entro la fine dell’anno, stabilendo misure specifiche e passaggi intermedi per armonizzare la transizione.

È fondamentale notare che, nonostante la resistenza iniziale, la Commissione Europea ha chiarito che l’implementazione delle nuove regole sarà obbligatoria e che eventuali inadempienze comporteranno conseguenze legali per gli Stati recalcitranti. Questo stabilisce un precedente significativo per quanto riguarda il rispetto delle normative europee e la cooperazione tra gli Stati membri nella gestione della crisi energetica. È evidente che la sfida non è solo quella di limitare le importazioni russe, ma anche di garantire a tutti gli Stati membri una compatibilità nell’approvvigionamento energetico, in modo da evitare disparità e conflitti interni all’Unione.

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Sviluppo di fonti alternative di energia

In risposta alla necessità urgente di ridurre la dependence dalle risorse energetiche russe, l’Unione Europea sta accelerando lo sviluppo di fonti alternative di energia. Questo sforzo è essenziale per garantire una transizione sostenibile in grado di affrancare gli Stati membri dall’afflusso di gas e petrolio provenienti dalla Russia. La Commissione Europea sta promuovendo accordi con fornitori alternativi in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’Unione, mirando a nuove intese per importare gas naturale liquefatto (GNL) da paesi come **Qatar**, **Stati Uniti** e **nazioni nordafricane**. La diversificazione delle fonti di approvvigionamento rappresenta un pilastro fondamentale nella strategia di sicurezza energetica dell’UE.

È stato annunciato anche un potenziamento delle infrastrutture di importazione e dei sistemi di interconnessione tra gli Stati membri che facilitano il trasporto di gas da fornitori alternativi. Ci si attende che queste misure non solo garantiscano approvvigionamenti stabili ma contribuiscano anche a stabilizzare i prezzi, prevenendo le oscillazioni che potrebbero derivare dalla transizione. Il focus sullo sviluppo delle energie rinnovabili è un altro elemento chiave della strategia; l’Unione Europea sta investendo in progetti di energia solare, eolica e idroelettrica, cercando di aumentare la propria capacità produttiva interna.

La Commissione Europea ha accolto la proposta di una cooperazione più intensa tra i paesi membri per lo sviluppo congiunto di tecnologie energetiche innovative, contribuendo così a creare un mercato energetico più resiliente e indipendente. La condivisione di risorse, dati e best practice diventa cruciale per massimizzare l’efficienza e ottimizzare l’uso delle risorse disponibili. Solo attraverso un approccio coordinato l’Unione Europea potrà navigare con successo nella transizione verso un futuro energetico più sicuro e sostenibile.

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