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Fra una pizza e la vostra privacy, che cosa scegliereste?

  • Paolo Brambilla
  • 8 Agosto 2017
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Pizza o privacy? Secondo una ricerca dell’Università di Stanford si è creato un paradosso dell’era digitale.
La professoressa Susan Athey dimostra una incredibile discrepanza tra quello che la gente dichiara a proposito della propria privacy sul web, e quello che poi fanno realmente.


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Tutti dicono di voler proteggere le proprie informazioni personali, ma le nuove ricerche dimostrano che la privacy tende a prendere una strada più morbida e può facilmente essere barattata con una piccola ricompensa come una pizza gratis da gran parte del pubblico.

IL PARADOSSO DELLA PRIVACY

Illustrazione del paradosso della privacy
Ecco che cosa ha scoperto la professoressa Susan Athey : “In genere, la gente non sembra essere disposta a intraprendere azioni costose o anche azioni molto più semplici per preservare la propria privacy. Anche se a domande specifiche esprimono frustrazione, infelicità o dispiacere nel caso dovessero perdere la propria privacy, tendono poi a fare scelte che non corrispondono a quelle dichiarazioni”.

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Athey e i suoi co-autori, Christian Catalini e Catherine Tucker del MIT, hanno usufruito di un’opportunità unica per esplorare empiricamente il paradosso della privacy quando MIT ha lanciato un progetto nel 2014 per incoraggiare la sperimentazione con Bitcoin da parte di MIT.

Nella sperimentazione 3.108 studenti hanno espresso le proprie preferenze di privacy mentre sceglievano un portafoglio online per memorizzare e gestire la valuta digitale. Insieme alle scelte relative ai Bitcoin, sono state anche misurate le preferenze di privacy degli studenti.

A prescindere dai vari livelli di privacy, le quattro opzioni presentate all’atto della sottoscrizione sembravano influenzare molte delle decisioni dei partecipanti, anche quando le scelte si contrapponevano alle preferenze di privacy dichiarate.

Perfino gli studenti che avevano espresso preferenze più forti per la privacy sostanzialmente non si comportavano poi diversamente da quelli che affermavano che la riservatezza era meno importante.

BASTA POCO PER CEDERE SULLA PRIVACY DEGLI ALTRI

Per vedere se un piccolo incentivo potesse influenzare una decisione sulla privacy, i ricercatori hanno offerto a un gruppo di studenti una pizza gratis, a patto che divulgassero tre indirizzi di posta elettronica di amici. La stragrande maggioranza degli studenti ha scelto la pizza piuttosto che proteggere la privacy degli amici. Le differenze in termini di genere o le sensibilità personali dichiarate sulla privacy non sembrano avere alcun effetto sulla scelta.

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La gente “è disposta a rilasciare i dati privati ​​piuttosto facilmente quando è incentivata a farlo” ha messo in chiaro lo studio. I ricercatori hanno inoltre offerto agli studenti la possibilità di aggiungere una crittografia aggiuntiva per proteggere le informazioni nell’impostazione dei portafogli. Sebbene la crittografia in realtà non avrebbe aggiunto un beneficio di sicurezza alle future transazioni portafogli, l’offerta era destinata a verificare se i partecipanti avrebbero voluto prendere ulteriori misure per proteggere la loro privacy. Circa la metà degli studenti ha inizialmente cercato di aggiungere la caratteristica rassicurante. Tuttavia solo la metà di quel gruppo ha completato il processo, mentre il resto è tornato all’opzione di installazione più semplice senza la crittografia.

Complessivamente, i risultati dell’esperimento dimostrano che “i consumatori si discostano dalle proprie preferenze dichiarate in materia di privacy in presenza di piccoli incentivi, frizioni o informazioni irrilevanti”.

LE IMPLICAZIONI NORMATIVE

Poiché i risultati mostrano che le azioni dei consumatori non si allineano con quello che dicono, ed è difficile valutare la vera preferenza di privacy di un consumatore, i responsabili politici potrebbero mettere in discussione il valore delle preferenze dichiarate. D’altra parte i consumatori potrebbero avere bisogno di tutele più estese della privacy, per proteggerli  dalla loro disponibilità a condividere dati in cambio di incentivi monetari relativamente modesti.


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Paolo Brambilla

Paolo Brambilla, bocconiano, ha seguito il mondo economico-finanziario per molti anni. Consigliere dell'Ordine dei Giornalisti di Lombardia, scrive di finanza, cultura e innovazione digitale su varie testate. E' direttore responsabile de La Mia Finanza green www.lamiafinanza.com e dirige l’Agenzia di stampa Trendiest Media www.trendiest.it E' editor in chief di www.assodigitale.it Rotariano, è stato Assistente del Governatore del Distretto 2041.

 


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