Theresa May contro la caccia alla volpe

Il Sunday Times ipotizza che il primo ministro britannico Theresa May stia per abbandonare l’impegno elettorale di reintrodurre a livello nazionale la caccia alla volpe, una delle attività più popolari nell’Inghilterra rurale.
L’annuncio ha sconvolto certamente le circa 250.000 persone che si sono radunate, come ogni anno, in decine di località di campagna del Regno Unito il 26 dicembre, per i tradizionali festeggiamenti di Santo Stefano (Boxing Day) e le battute di caccia, anche se ormai, dal lontano 2004, anche se non è vietato incontrarsi e correre attraverso i campi e i pascoli, né cacciatori, né le mute di greyhounds o beagles sono più autorizzati dalla legge a inseguire le volpi.
La maggior parte dei sostenitori di questo sport si aspettava che venisse revocato il divieto, ma secondo il Sunday Times, Theresa May vuole riqualificare il suo partito conservatore come una forza “compassionevole”. La sua mossa sicuramente farà infuriare molti sostenitori rurali del partito, e dividerà i suoi parlamentari, quando May annuncerà i piani per abbandonare definitivamente l’impegno all’inizio del 2018, sostiene il giornale.
Sul sito animalista italiano www.nelcuore.org si sprecano i commenti. G.P. scrive “Attività di una barbarie e di una crudeltà oltre ogni possibile spiegazione (e basta con questa storia della tradizione per cercare di difendere e giustificare pratiche ignobili!) che deve giustamente restare bandita per sempre.
Che i rurali sostenitori del partito mettano a disposizione se stessi o uno dei propri figlioli come prede da inseguire e vediamo quanto davvero è divertente questa “tradizione”.
A.L. aggiunge: “Inghilterra rurale? direi Inghilterra troglodita”.
E C.L. conclude: “250.000 IMBECILLI CON I SOLDI…”.
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