“La Bonifica delle Paludi Pontine, tra storia e identità”
— di Letizia Dehò – Trendiest News —
L’Istituto “Vittorio Veneto – Salvemini” di Latina ha partecipato e vinto il bando del Ministero dell’Istruzione emanato per l’anno scolastico 2020/2021 “per la promozione di eventi istituzionali, giornate, ricorrenze nazionali e campagne di comunicazione, così come previsto dalla lett. H, art. 2 del D.M. n.18 del 23/5/2020”, con la finalità “di sensibilizzare studentesse e studenti alla conoscenza di personaggi e passaggi memorabili della Storia nazionale e portarli ad interiorizzare i valori che tali episodi testimoniano, con l’accompagnamento ed il sostegno delle loro famiglie…”.
L’Istituto, che quest’anno ha raggiunto l’autonomia ed è guidato dalla nuova Dirigente Scolastica Prof.ssa Dott.ssa Marina Rossi, in qualità di capofila all’interno di un accordo di rete di scuole della città di Latina denominato Site-Lieu, Site Espace, ha presentato il progetto dal titolo “La Bonifica delle Paludi Pontine, tra storia e identità”. Tale scelta è stata dettata dalla volontà di valorizzare il patrimonio artistico e culturale locale, dar lustro a quelle personalità che hanno avuto un ruolo di primo piano nella storia del territorio, promuovere lo spirito di unità nazionale e dei valori della Costituzione attraverso la conoscenza e la consapevolezza della funzione che ha avuto la Bonifica nella provincia di Latina, sublimata nella memoria collettiva da personaggi Premio Strega che l’hanno consegnata alla storia.
Pianta delle Paludi Pontine. Giambattista Ghigi 1778
Si intende così rafforzare il concetto di unità nazionale a partire dal senso di appartenenza a quei luoghi in cui si sviluppa la propria storia e identità culturale, come singoli e come comunità attraverso una serie di video e/o cortometraggi che promuovano anche il ruolo della Scuola come elemento di coesione tra gli studenti coinvolti.
Le Paludi Pontine
Roberto Almagià, cultore della storia della sua terra, sul sito www.borghidilatina.it esprime il timore che “in Italia siano assai pochi coloro che abbiano visitato la pianura pontina, quella vasta plaga del Lazio meridionale protesa fra i Monti Lepini ed il mare, fra le propaggini estreme dei Colli Laziali e il seno di Terracina; e ancor meno coloro, che, non avendola percorsa, se ne sian potuti fare un’idea anche approssimata”.
Eppure oltre alla descrizione poetica dell’Aleardi, un po’ datata forse per il gusto contemporaneo, ci sono molte altre descrizioni affascinanti del territorio: ne citiamo una non proprio recentissima, ma ancora molto coinvolgente. Quella dell’opera “Passeggiate per l’Italia” di Ferdinand Gregorovius che ci restituisce una fotografia di sensazioni ed immagini risalente al 1856. Il testo completo può essere consultato a qui
L’Autore ci presenta il pittoresco aspetto della campagna romana, le selvagge
solitudini dei monti Ernici e Volsci, la poesia profonda delle rovine infiorate di Ninfa.
Ma allora vivere nella zona creava molte difficoltà agli abitanti. Finalmente nel 1924 ebbe inizio un’imponente opera di bonifica dell’intero territorio fino ad allora noto come Paludi Pontine. La bonifica però, era già stata prevista in un decreto del 1899. Nel 1919 una legge prevedeva il prosciugamento dei terreni paludosi, ma il governo non riusciva a convincere i latifondisti dei lati positivi della bonifica.
La bonifica su larga scala cominciò solo nel 1928 quando il governo dell’epoca trattò con latifondisti e borghesia agricola della zona, pagando fino al 75% dei costi da affrontare.
Il sistema di bonifica attiva è costituito da canali di raccolta principali, cioè i più grandi, che raccolgono le acque provenienti dai canali secondari, di dimensioni inferiori, che a loro volta raccolgono le acque provenienti dai piccoli canali minori. I canali di scolo possono in alcuni casi non avere la pendenza necessaria a portare l’acqua fino al mare, quindi ad un certo punto vengono interrotti dagli impianti idrovori, che grazie all’uso fondamentale dell’energia elettrica, sollevano le acque dei pochi metri necessari e le reimmettono nel proseguimento del canale (o in altro canale adiacente) che, partendo da una quota più alta, può infine avere la pendenza necessaria a trasportare l’acqua fino al mare.
Il Castello Caetani
Il Castello Caetani, situato nella parte più alta del borgo medievale di Sermoneta, è il monumento più noto ed emergente dei monti Lepini e domina con la sua mole il paese e l’intera pianura Pontina sottostante. Conobbe assalti e guerre, ospiti famosi e momenti di pace festosa. Si arricchì nel tempo di opere di difesa che dovevano renderlo quasi inespugnabile. Il castello costituisce uno degli esempi di architettura militare del Lazio dalla struttura più articolata e meglio conservata. L’immagine altamente unitaria di questo organismo architettonico racchiude una straordinaria complessità di stratificazioni e di aggiunte, di sostituzioni ed alterazioni, testimonianza della sua vitalità attraverso la storia.