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Generazione Z. Un futuro che guarda al passato?

  • REDAZIONE TRENDIEST
  • 4 Aprile 2019
faccine
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Una ricerca sulla Generazione Z

Secondo i risultati della ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif all’istituto di ricerca AstraRicerche, la Generazione Z o Centennials, cioè i giovani nati dopo i Millennials, dal 1995 fino al 2012, potrebbero essere descritti così: sempre più connessi, multi-social e senza confini, ma per i quali i valori e il desiderio di una vita vera tornano al passato. Ma c’è di più: i giovanissimi cambiano le regole andando oltre gli stereotipi tradizionali.

Indice dei Contenuti:
  • Generazione Z. Un futuro che guarda al passato?
  • Una ricerca sulla Generazione Z
  • LA GEN Z
  • AMBIENTE E DIVERSITA’
  • BULLISMO E DISCRIMINAZIONI
  • TUTTI GLI ALTRI DATI


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Digitali e social ma anche inclusivi, responsabili, concreti e con valori importanti: gli appartenenti alla generazione Z riscoprono la famiglia, l’amicizia e la vita off-line, smentendo gli stereotipi più diffusi sui giovanissimi. Questo quanto è emerso dalla ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia.

Un viaggio attraverso gli occhi dei 14-24enni, per indagare il loro rapporto con la sfera sociale, la tecnologia,  l’informazione, le abitudini di consumo, la mobilità, il tempo libero, il lavoro e le aspettative sul futuro.

La presentazione della ricerca, nella prestigiosa cornice della sede Torre Diamante di BNP Paribas, è stata moderata da Gianluca Gazzoli, conduttore di Radio Deejay, e ha visto l’intervento di Isabella Fumagalli –Head of Territory for Insurance in Italy di BNP Paribas Cardif–, Cosimo Finzi –Direttore di AstraRicerche–, Salvatore Palella –CEO & Founder Helbiz–, Valentino Magliaro –Civic Leader Obama Foundation e Founder Humans to Humans–, Cristina Cislaghi –Head of Media Relations di BNP Paribas Cardif– e la partecipazione “virtuale” dei ragazzi di MABASTA, vincitori del contest Open-F@b Call4Ideas 2019 promosso da BNP Paribas Cardif, con cui la Compagnia collabora affiancandoli nel loro progetto contro il bullismo e il cyberbullismo.

LA GEN Z

Come possiamo, dunque, descrivere la Gen Z, che rappresenta ben l’11% della popolazione italiana? Sicuramente, non ci si trova di fronte a una generazione rampante guidata solo dalle logiche dell’apparenza e del virtuale. Tutt’altro. Sono i valori autentici a contare veramente, quelli della famiglia e delle amicizie che, sorprendentemente, non sono quelle digitali, indicate solo dal 26%. Gli amici veri sono le persone che si frequentano durante il tempo libero (74%), i compagni di scuola o i colleghi di lavoro (58%) e solo in misura minore le persone conosciute sui social e poi frequentate nella vita reale (37%).

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A livello generale non esiste una ricetta per la felicità (quasi il 60% si dichiara felice, e lo sono soprattutto gli uomini), ma per loro è molto importante stare bene con se stessi (84%) e fisicamente (82%), e avere il supporto della famiglia (80%). La fama, il successo, l’essere leader o influencer contano davvero pochissimo. A conferma di questo dato, tra le priorità dei Centellians risultano ancora una volta la famiglia (per il 56%), l’amore (47%) e la salute (42%), meno la scuola e il lavoro. I loro veri modelli di riferimento sono quelli tradizionali, come i genitori (55%) e gli amici (44%), mentre tra gli estranei, i personaggi dello spettacolo (35%) e gli sportivi (30%) superano di gran lunga i nuovi potenziali punti di riferimento come chef (19%), blogger (21%) e influencer (23%).

AMBIENTE E DIVERSITA’

Si è di fronte a una generazione attenta all’ambiente e aperta alla diversità (soprattutto le donne per il 67%): per loro, infatti, si tratta di valori acquisiti che fanno parte del quotidiano, del loro modo di essere, di pensare e di vivere. Pongono una grande attenzione verso la raccolta differenziata (66%) e sono attenti agli sprechi (60%), anche se mancano un po’ sul fronte della proattività, come nell’attività di volontariato (la pratica solo il 25%).

BULLISMO E DISCRIMINAZIONI

Una generazione attiva (solo il 9% né studia né lavora) che si trova a essere più esposta a fenomeni sociali come il bullismo, con oltre la metà che afferma di aver subito a scuola o sul lavoro discriminazioni, in particolare per la propria salute e forma fisica (soprattutto le donne). Anche la loro vita social li porta alcune volte a commettere errori in prima persona, con il 47% che dichiara di aver pubblicato contenuti on-line di cui si è poi pentito, oppure ad aver avuto esperienza diretta o indiretta di cyberbullismo (oltre 40%). Ciò nonostante sono poco consapevoli e interessati alla reputazione digitale e hanno una debole percezione della serietà del tema.

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TUTTI GLI ALTRI DATI

La ricerca ha indagato anche il rapporto della Generazione Z con le assicurazioni. In generale ben il 65% ne possiede almeno una stipulata da loro o dai propri genitori; più gettonate quelle legate alla mobilità (31%), alle polizze vita (19%) e alla casa (19%).Alta anche la percentuale di chi copre il proprio viaggio con un’assicurazione (69%) tra salute, volo, valigia o viaggio stesso. Sulle polizze per coprire i device da eventuali danni o furti, questa generazione dichiara di conoscerne l’esistenza (81%), con il 21% che già la possiede. Ma nonostante la rete possa essere un terreno rischioso a livello reputazionale, più della metà non conosce le assicurazioni legate alla digital reputation (55%) e buona parte, pur conoscendole, dichiara di non esserne interessato (23%).

In merito all’universo digitale i dati emersi confermano il pensiero diffuso, con gli smartphone che trionfano tra i device più utilizzati (93%) e irrinunciabili (87%), anche se non vengono sostituiti così di frequente, considerando che il 46% lo cambia solo se necessario. Unica vera alternativa allo smartphone è il laptop (per il 75%). Tra le app maggiormente utilizzate svettano quelle per vedere video (76%), ascoltare musica (67%) e fare acquisti (63%).

WhatsApp, in assoluto (89%), e Instagram (82%) sono, come previsto, i social più utilizzati e irrinunciabili, con Facebook che si ferma al 72% e Tik Tok che raggiunge il 10%. A sorpresa, pur essendo nativi digitali e multisocial, solo meno di un terzo è molto attivo con contenuti nuovi o personali e meno di uno su cinque si definisce creatore di contenuti originali. Comunicano prevalentemente con le immagini (il 60% interagisce attraverso foto) che superano di gran lunga i video (6%).

Nel tempo libero ascoltare musica è la prima grande passione dei giovanissimi (78%), che amano viverla anche in maniera esperienziale preferendo i concerti alla discoteca (solo il 31%). Seguono le serie e i film visti in tv o tramite altri devices (74%), e il tempo trascorso con gli amici, sia uscendo con loro (65%) sia chattando a distanza (65%). Il cinema resta un piacevole passatempo (49%), così come leggere un buon libro (45%).

E per quanto riguarda l’attività lavorativa? Il 32% già lavora, ma se più della metà si vede con un lavoro stabile e da dipendente, quasi tre su dieci si rivelano particolarmente intraprendenti, sognando un lavoro autonomo e dinamico (28%), come avviare una start-up o una carriera da freelance. Ma il dato “allarmante” è che solo il 57% pensa di restare nel Bel Paese, mentre il 30% si immagina in Europa e il 13% addirittura in un altro continente. Una vera fuga di cervelli.

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Lato consumi, a sorpresa i negozi fisici (40%) vincono sugli acquisti on-line (34%), confermando l’importanza del fattore esperienziale anche negli acquisti. Ma in questo caso il genere conta, poiché le donne preferiscono in assoluto il negozio mentre gli uomini l’on-line. A livello generale si acquistano più beni fisici (79%) che servizi (54%).

Per gli acquisti si fanno consigliare da amici e familiari, forse perché i veri influencer del futuro sono loro anziché quelli della rete come probabilmente ci si sarebbe aspettati?

Curiosi di conoscere il mondo, viaggiare è per loro un’esperienza diffusa (per il 46%), mentre sul fronte mobilità, i giovani si spostano prevalentemente in auto (51%), a piedi (50%) e con i mezzi pubblici (37%), ma il mobility sharing è per il momento una realtà a cui sono poco interessati.

“L’ascolto è il primo strumento che abbiamo per rispondere in maniera efficace ai cambiamenti sociali con soluzioni sempre più accessibili e orientate alle persone. Dopo Millenials e Over 65 ci interessava comprendere la Generazione Z che rappresenta il target del futuro – afferma Isabella Fumagalli, Head of Territory for Insurance in Italy di BNP Paribas Cardif – “Ci siamo trovati di fronte a dei giovanissimi nativi digitali concreti e con le idee chiare, dove il mondo virtuale è una ‘normalità’ che non soppianta i valori tradizionali, come la famiglia e gli amici, e quelli nuovi, come l’inclusione e la sostenibilità. La nostra sfida sarà di offrire loro prodotti innovativi e nuovi modelli di servizio in una logica digitale che tenga sempre conto della componente esperienziale e dell’impatto sociale positivo.”


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