TikTok e social media effetti sull’attenzione e concentrazione: come influenzano il cervello moderno

smartphone e video brevi: il nuovo babysitter digitale
L’uso sempre più diffuso degli smartphone come strumento di intrattenimento ha trasformato radicalmente il modo in cui i bambini trascorrono il loro tempo libero. In particolare, i video brevi si sono affermati come una forma dominante di contenuto, spesso utilizzata come sostituto della sorveglianza attiva da parte degli adulti. Questa dinamica si osserva soprattutto in contesti familiari dove i genitori sono meno presenti, come nelle aree rurali della Thailandia, dove un gruppo di psichiatri della Srinakharinwirot University ha esaminato l’utilizzo degli schermi da parte di 528 bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni.
Indice dei Contenuti:
Dalle interviste con i tutori, in prevalenza nonni, è emerso che i bambini passano in media 3,6 ore al giorno davanti agli schermi, con quasi metà di questo tempo dedicato esclusivamente alla visione di video brevi. Tale uso intensivo si spiega anche con la difficoltà degli adulti più anziani a intrattenere i bambini, affidandosi spesso allo smartphone come “babysitter digitale”. L’orario tipico dei bambini, che va dalla fine della scuola alle ore serali, lascia ampio spazio a questa modalità di fruizione, che rappresenta un fenomeno sociale rilevante nella gestione quotidiana della cura infantile in contesti caratterizzati da migrazione lavorativa.
correlazioni tra consumo di video brevi e deficit di attenzione nei bambini
Un legame significativo emerge tra il tempo trascorso a guardare video brevi e la comparsa di sintomi riconducibili a deficit di attenzione nei bambini. Lo studio condotto dalla Srinakharinwirot University ha evidenziato come i piccoli che dedicano più ore a questi contenuti manifestino segni chiari di disattenzione, quali difficoltà a mantenere il focus, facilità a distrarsi e frequenti dimenticanze, fenomeni che risultano accentuati rispetto a chi limita il proprio tempo davanti allo schermo.
In particolare, l’associazione tra video brevi e problemi attentivi si conferma indipendente dalla durata complessiva dell’esposizione agli schermi, suggerendo un effetto specifico di questo tipo di contenuti. Tale correlazione risulta più marcata soprattutto nei bambini più piccoli, un dato allarmante considerando la plasticità cerebrale in questa fase dello sviluppo.
Va inoltre sottolineato che il consumo di video brevi non appare correlato con altri comportamenti tipici dei disturbi dell’attenzione come impulsività o iperattività, i quali invece sono legati principalmente al tempo totale trascorso davanti agli schermi. Questo distingue i video brevi come fattore potenzialmente peculiare nel condizionare specificamente le capacità attentive.
ipotesi sulle cause e implicazioni per lo sviluppo cognitivo
L’analisi delle possibili cause che collegano il consumo di video brevi ai deficit di attenzione nei bambini evidenzia un quadro complesso e multidimensionale. Due principali ipotesi emergono dallo studio: la prima suggerisce che i bambini con difficoltà attentive preesistenti siano maggiormente attratti da contenuti brevi e stimolanti, trovando in essi un rifugio che richiede una bassa concentrazione. La seconda ipotesi, invece, attribuisce agli stessi video brevi un ruolo attivo nell’indurre sovraccarico cognitivo, generato dalla rapidità degli stimoli e dall’algoritmo che spinge a un consumo intenso e ripetitivo.
Questa sovraesposizione può compromettere la capacità di regolare l’attenzione e le emozioni, limitando la possibilità di esercitare un controllo cognitivo più profondo e prolungato. Inoltre, il tempo trascorso davanti a video brevi sottrae ore preziose a esperienze fondamentali per lo sviluppo cerebrale, quali il gioco all’aperto, l’interazione sociale diretta e altre attività cognitive stimolanti.
Il restringimento del tempo dedicato a tali attività può, a lungo termine, influire negativamente sul processo di maturazione delle funzioni esecutive e della regolazione emotiva nei più piccoli, ampliando così la rilevanza del fenomeno non solo in termini di attenzione momentanea ma anche di sviluppo cognitivo complessivo.
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