Tariffe illimitate per cellulari rappresentano una pubblicità ingannevoli, richiamo del Garante agli operatori di telefonia
Le tariffe per cellulari “illimitate” sarebbero illecite e per questo molti operatori del settore sono stati richiamati dall’AGCOM per pubblicità ingannevole.
Con l’arrivo degli smartphone e l’uso massiccio dei servizi di telefonia mobile, i consumatori si spostano via via verso tariffe che permettono di utilizzare in modo quantomeno “libero” i servizi di messaggistica, il traffico telefonico e il traffico dati per l’utilizzo di internet.
Le proposte degli operatori, infatti, dalle offerte di Vodafone a quelle di Wind e Tim, prevedono soluzioni che cercano di soddisfare queste esigenze di consumo.
A tutti, infatti, è capitato di scegliere tra tariffe telefoniche che includono un gran quantitativo di minuti per le telefonate, di massaggi e di traffico dati per potersi connettere ad internet in modo frequente e per tutti, comunque, è stato necessario scegliere tra le offerte per cellulari più convenienti, che offrissero tanti servizi e a poco prezzo.
Una volta trovata la tariffa più inerente alle nostre esigenze di consumo, poi, in quanti hanno desiderato di poter averla per sempre? Detto fatto, perché molti operatori hanno pensato bene di pubblicizzare i loro prodotti alla stregua di contratti “per la vita”.
Purtroppo, però, così non è e molte delle pubblicità che offrono soluzioni di telefonia mobile “illimitate” o “per sempre” sono state giudicate ingannevoli.
L’AGCOM, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ha studiato la gestione delle offerte da parte di operatori come Tim, Vodafone, Wind e ha visto come in realtà questi messaggi risultino fraudolenti perché effettivamente, non c’è nessuna garanzia sul fatto che queste rimangano tali “per sempre”.
Nel caso specifico, Tim è stata denunciata per aver usato nelle sue pubblicità parole come “per sempre” e “internet senza limiti” perché se si pensa che una volta finito il traffico dati previsto dalla tariffa scatta l’extra soglia, l’illimitatezza del servizio si invalida istantaneamente.
Stessa cosa per Vodafone e Wind che hanno abusato dei termini “per sempre” e “illimitato”: usare questi termini non è esatto perché in realtà l’operatore ha la facoltà di modificare le condizioni sulle tariffe delle offerte.
L’AGCM quindi, ha deciso di richiamare gli operatori ma non li ha multati: pare infatti che il Regolamento sulle procedure istruttorie in materia di pubblicità ingannevole e comparativa, pratiche commerciali scorrette e clausole vessatorie, si possa applicare solo in casi estremi.
Come si legge dal documento dell’Autorità stessa, è stato raggiunto un accordo con gli operatori che si impregneranno ad eliminare queste parole e a rimodulare i loro claim pubblicitari: “In data 10 febbraio 2014 il professionista, in ragione della peculiarità della fattispecie e delle incertezze normative in tema di riparto di competenza fra Autorità indipendenti in materia di tutela dei consumatori, ha presentato una proposta di impegni”.
L’impegno di adeguarsi ad una pubblicità più trasparente è stato necessario per il Garante che ha deciso di non multare le compagnie telefoniche ma lascia dei dubbi circa la sicurezza dei consumatori: rimane in dubbio, infatti, se una telco vada giudicata dall’AGCOM sempre e comunque o se sia giusto che intervenga anche l’AGCOM.
È evidente come la normativa sia molto aperta ad interpretazioni libere e come a volte il potere sanzionatorio delle Autorità di competenza non sia così forte come dovrebbe essere.