Svizzera e tassi di interesse negativi entro il 2026: cosa succede all’inflazione e al mercato finanziario
Andamento attuale dei tassi di interesse in Svizzera
La situazione attuale dei tassi di interesse in Svizzera si caratterizza per un mantenimento stabile a quota zero, decisione che rispecchia la strategia prudente adottata dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS). Nonostante l’inflazione, ferma da mesi attorno allo zero, e la crescita economica moderata, con un Pil previsto in aumento dell’1,5% per quest’anno, la BNS ha scelto di non modificare i tassi di riferimento. L’istituto centrale conferma così il proprio obiettivo di mantenere l’inflazione all’interno di un intervallo tra 0 e 2%, evitando interventi di politica monetaria che possano destabilizzare il fragile equilibrio di prezzi e crescita.
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Il quadro economico testimonia una dinamica complessa, con un rallentamento della crescita attesa per il 2026, stimata intorno a +1%. A ciò si aggiunge una contrazione del Pil pari allo 0,5% nel terzo trimestre, attribuibile principalmente agli impatti delle tariffe americane sulle esportazioni elvetiche. Tuttavia, l’intesa recentemente raggiunta con Washington per ridurre questi dazi dal 39% al 15% rappresenta un elemento positivo per il futuro dell’economia svizzera.
I tassi di interesse tradizionalmente liquidi e sotto controllo dalla BNS assumono particolare rilevanza in questa fase, soprattutto considerando la frequenza trimestrale con cui l’istituto centrale revisiona le sue decisioni. La scelta di mantenere i tassi invariati riflette non solo un’attenta valutazione del contesto interno, ma anche la volontà di non compromettere le relazioni commerciali internazionali, in particolare con gli Stati Uniti, in un momento di fragilità economica globale.
Previsioni di tassi negativi nel 2026 e implicazioni di mercato
La prospettiva di tassi d’interesse negativi in Svizzera per il 2026 emerge con forza dalle attese del mercato finanziario. Nonostante la decisione attuale della Banca Nazionale Svizzera di mantenere i tassi praticamente a zero, la curva dei rendimenti e le aspettative incoraggiano una visione orientata verso il segno meno. In particolare, il tasso Saron, equivalente elvetico dell’Euribor nell’Eurozona, si mantiene sotto zero da giugno dello scorso anno e la curva forward suggerisce che questa condizione perdurerà per tutto il 2026, con un ritorno progressivo a tassi positivi successivamente.
Questo scenario riflette una delle dinamiche peculiari della politica monetaria elvetica, che bilancia la necessità di evitare deflazione con l’obiettivo di gestire la forza del franco svizzero sul mercato valutario. Per il mercato, pertanto, un abbassamento dei tassi oltre i livelli attuali appare più che probabile, seppur rimandato rispetto alle attese iniziali, in parte per ragioni politiche e diplomatiche legate agli accordi commerciali con gli Stati Uniti.
L’anticipazione di tassi negativi riveste rilevanza strategica per gli investitori e le imprese svizzere, poiché influenza direttamente il costo del denaro e la dinamica dei finanziamenti. La BNS sembra utilizzare questa attesa come leva per gestire le pressioni sul cambio del franco, senza scatenare la reazione immediata delle controparti internazionali, specialmente la Casa Bianca, che monitorano con attenzione le mosse monetarie elvetiche in un contesto di rivalità commerciale globale.
Impatto del franco svizzero forte sull’economia e sulle esportazioni
Il franco svizzero mantiene una posizione di forza che rappresenta un elemento cruciale sia per l’economia nazionale sia per il comparto delle esportazioni. Un cambio elevato, infatti, penalizza inevitabilmente la competitività delle merci elvetiche sui mercati internazionali, aumentando i costi relativi e riducendo i margini delle imprese orientate all’export.
La Banca Nazionale Svizzera è consapevole di questa dinamica e adotta un approccio bilanciato, cercando di evitare sia pressioni deflazionistiche interne sia un indebolimento eccessivo della valuta che potrebbe compromettere la tenuta economica.
In tale contesto, le resistenze a un taglio immediato dei tassi riflettono anche considerazioni geopolitiche, poiché Washington interpreta una politica monetaria più accomodante come un tentativo di indebolire il franco rispetto al dollaro. Perciò, la BNS procede con cautela, gestendo il cambio forte del franco per non mettere a rischio le esportazioni, elemento vitale per l’economia elvetica e per la stabilità complessiva dei prezzi.
La persistenza di tassi negativi sui titoli a breve termine in Svizzera, in parallelo alla forza del franco, evidenzia un contesto finanziario atipico dove la politica monetaria e la valuta nazionale sono strettamente interconnesse, con impatti diretti sulle dinamiche di crescita e sulla competitività internazionale.




