Stellantis abbandona l’Italia: l’inaugurazione della giga factory di Douvin evidenzia una svolta verso la Francia e la Germania
La creazione di un impero automobilistico europeo attraverso l’unione di Fca e Psa ha portato a un’importante trasformazione nel paesaggio industriale del settore automobilistico. Tuttavia, la recente inaugurazione della gigafactory di Douvin, nel Nord della Francia, da parte di Stellantis, ha sollevato nuove domande sulla direzione strategica del gruppo.
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Questa nuova struttura, la più grande del suo genere in Europa, è stata realizzata attraverso una collaborazione con Total Enrgies e Mercedes, con un costo totale di 7 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi sono stati finanziati dallo Stato francese. Questo evento non solo rafforza l’influenza francese nel gruppo Stellantis, ma sottolinea anche un crescente spostamento verso l’attenzione nei confronti della Francia e della Germania, a discapito dell’Italia.
L’apertura della gigafactory di Douvin rappresenta un passo avanti nell’ambizioso progetto di Stellantis di diventare un attore di riferimento nel settore delle batterie elettriche in Europa. La struttura sarà responsabile della produzione di batterie ad alta efficienza energetica, un elemento cruciale per il futuro dell’industria automobilistica. Inoltre, questa nuova fabbrica è stata accolta con entusiasmo dal governo francese e dalle autorità locali, che vedono in essa una grande opportunità per la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo economico della regione.
Il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, ha dichiarato che l’apertura della gigafactory rappresenta la nascita di una nuova filiera industriale delle batterie elettriche in Francia ed Europa, con la prospettiva di generare fino a 10.000 posti di lavoro.
Questa iniziativa ha suscitato reazioni contrastanti in Italia, dove si trova la sede storica di Fiat e dove l’azienda ha una forte presenza industriale. La famiglia Agnelli-Elkann, tramite la Exor, detiene il 14,3% del capitale di Stellantis, conferendole il ruolo di primo azionista singolo, seppur in minoranza rispetto agli azionisti francesi.
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Tuttavia, la giga factory di Douvin e la pianificata apertura di un’altra struttura simile in Germania hanno sollevato dubbi sul futuro delle operazioni italiane all’interno del gruppo. Mentre i francesi detengono una maggioranza relativa nell’azionariato e hanno l’opzione di aumentare il proprio peso e potere decisionale, la rappresentanza italiana sembra essere in posizione di svantaggio.
L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, proveniente da Psa, ha sottolineato l’importanza strategica della gigafactory di Douvin nell’ambito di un più ampio progetto europeo. Ha dichiarato che Stellantis contribuirà al progetto di produrre il 23% delle celle delle batterie in Europa entro il 2030. Inoltre, Tavares ha annunciato l’intenzione di lanciare 65 nuovi modelli elettrici entro la stessa data, sottolineando la sfida industriale che l’azienda affronterà nei prossimi anni.
Nonostante questi piani ambiziosi, Tavares non ha menzionato esplicitamente l’apertura di una gigafactory in Italia a Termoli, lasciando aperti interrogativi sul coinvolgimento dell’Italia nella strategia di Stellantis per il settore delle batterie elettriche.
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Mentre Stellantis continua a fare grandi investimenti in Francia e in Germania, il governo italiano è stato criticato per la sua mancanza di azione e di una strategia chiara per la transizione verso i veicoli elettrici. Sindacati e industriali italiani hanno rimproverato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, per la sua inazione e l’assenza di una visione nazionale per l’elettrificazione del settore automobilistico italiano. Questo ha generato preoccupazioni tra i lavoratori italiani di Stellantis, che temono per la loro occupazione e per il futuro delle fabbriche italiane all’interno del gruppo.
In risposta a queste preoccupazioni, la Fiom-Cgil, un importante sindacato italiano, organizzerà una delegazione di lavoratori di Stellantis provenienti da tutti gli stabilimenti italiani per recarsi a Parigi-Poissy. L’obiettivo di questa “trasferta” è quello di chiedere garanzie occupazionali, migliori condizioni di lavoro e maggiori investimenti nella transizione industriale.
La Fiom-Cgil ha espresso preoccupazione per le condizioni di lavoro che si sono deteriorate negli stabilimenti italiani di Stellantis e ha sottolineato la necessità di garantire lavoro, dignità e prospettive future per i lavoratori. Inoltre, il sindacato ha criticato la politica di accompagnamento incentivato che ha portato a oltre 7000 lavoratori che sono stati esclusi dal perimetro aziendale senza offrire alternative occupazionali.
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La situazione attuale solleva importanti questioni sul futuro delle operazioni italiane di Stellantis e sulla strategia complessiva del gruppo per la transizione verso i veicoli elettrici. L’Italia, con la sua ricca storia nel settore automobilistico, potrebbe rischiare di essere messa da parte mentre i centri di produzione delle batterie elettriche si concentrano in Francia e in Germania.
Sarà fondamentale che il governo italiano e le parti interessate lavorino insieme per definire una strategia chiara e sostenibile per l’industria automobilistica italiana nel contesto dell’elettrificazione e per garantire l’occupazione e il futuro delle fabbriche italiane all’interno di Stellantis.
Solo attraverso un’azione decisa e coordinata sarà possibile affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso la mobilità elettrica.
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