Stefania Craxi denuncia l’ingiustizia subita da suo padre e l’ipocrisia attuale
La figura di Bettino Craxi
Stefania Craxi offre una rivelazione intima sulla sua infanzia, descrivendo Bettino Craxi come un padre profondamente affettuoso, ma interamente dedicato alla politica. Per lei, la politica era l’unico modo di comunicare con lui. Nella sua testimonianza, rievoca un episodio significativo: la sera delle “monetine”, un evento che la colpì profondamente, specialmente poiché era incinta della sua terza figlia. La reazione di suo padre, che le ricordò con fermezza che “una Craxi non piange”, sottolinea la forte identità politica che permeava la loro vita familiare. Stefania racconta un’infanzia forgiata da una dedizione intensa alla politica, il che ha influenzato anche il loro legame personale.
L’esilio in Tunisia e le sue conseguenze
Stefania Craxi espone il dramma dell’esilio di suo padre ad Hammamet, raccontando come questa scelta fosse profondamente dolorosa per lui. Bettino Craxi rinunciò a tutto ciò che aveva conosciuto—la sua carriera politica, il suo partito e, in parte, la sua famiglia. Stefania ricorda i suoi sforzi per far visita al padre durante il suo esilio, cercando di portargli momenti di leggerezza in un contesto così tragico. La sua salute si deteriorò, aggravata dall’assenza di cure adeguate per il diabete e dalla crescente impotenza. L’operazione che tentò di salvargli la vita si rivelò estremamente complessa, e la perdita colpì Stefania con un profondo senso di impotenza.
L’ingiustizia del trattamento riservato a Craxi
Stefania Craxi affronta la questione dell’ingiustizia subita dal padre, evidenziando come il suo esilio e la sua malattia siano stati trattati con una certa indifferenza. Rifiutò il funerale di Stato proposto da D’Alema, sottolineando che se Bettino Craxi avesse avuto diritto a tale onore, avrebbe dovuto ricevere la cura necessaria nel suo paese come “un uomo libero”. La figlia di Craxi sostiene che la percezione dell’esilio e della sofferenza patita dalla sua famiglia continua a essere trascurata. L’ingiustizia che avvolge la sua figura è un tema ricorrente nel suo racconto, e Stefania esprime la sua frustrazione per la mancanza di comprensione da parte della società riguardo alle esperienze di esilio e marginalizzazione vissute dal padre.
Il ricordo di un grande padre
Nelle sue parole, Stefania Craxi descrive il padre non solo come un politico, ma come un “grandissimo padre” il cui esempio e coraggio le mancano ancora oggi. La perdita è accentuata dal ricordo della sua fisicità e della presenza che, in un certo senso, l’aveva sempre ispirata. Questa figura paterna rappresenta per Stefania una mistura di affetto e rispetto, un legame che trascende la sfera politica. La sua testimonianza mette in luce un rapporto intenso, costellato di momenti di apprendimento e crescita, segnando una chiara separazione tra l’immagine pubblica di Bettino Craxi e l’uomo che era in casa, sempre pronto a trasmettere valori e principi nel contesto di un legame familiare profondo.
L’esilio in Tunisia e le sue conseguenze
Stefania Craxi illustra il profondo dramma associato all’esilio suo padre a Hammamet, una decisione che comportò un sacrificio incommensurabile. Per Bettino Craxi, quell’esilio non fu solo una fuga dalla scena politica italiana, ma una rinuncia totale alla vita per cui aveva combattuto. Stefania ricorda i sacrifici che faceva per visitare il padre, portando con sé momenti di serenità in un’esistenza segnata dalla solitudine e dalla sofferenza. La sofferenza del padre aumentò ulteriormente a causa della mancanza di cure adeguate, e il suo deterioramento fisico divenne, per Stefania, una tragedia personale. L’operazione che tentò di arginare la sua progressiva malattia si dimostrò ardua e complicata. A distanza di tempo, il ricordo di quei momenti è intriso di impotenza e dolore, segnando una ferita profonda nella sua memoria.
L’ingiustizia del trattamento riservato a Craxi
Stefania Craxi affronta con fermezza l’argomento dell’ingiustizia che ha colpito suo padre, evidenziando come la sua esistenza sia stata segnata da una grave sottovalutazione nel momento del bisogno. Dopo la sua espulsione dalla scena politica, Bettino Craxi ha vissuto la desolazione e l’emarginazione in un paese straniero, senza ricevere il supporto e le cure necessarie. In un momento particolarmente significativo, rifiutò l’offerta di un funerale di Stato, rimarcando che se Craxi avesse dovuto ricevere tale onore, prima avrebbe dovuto essere trattato con dignità e assistenza nel suo Paese. L’idea che la società non abbia compreso appieno la sofferenza e la lotta di suo padre continua a tormentarla, rendendo il discorso sull’ingiustizia un tema centrale della sua narrazione.
Il ricordo di un grande padre
Stefania Craxi evoca un’immagine profonda e affettuosa di suo padre, definendolo non soltanto come un politico di spicco, ma come un “grandissimo padre”. La sua narrazione si arricchisce di ricordi personali, rivelando un legame intimo che trascende la sfera pubblica. La figura paterna rappresentava per Stefania un esempio di coraggio e determinazione, valori che ha cercato di interiorizzare nel corso della sua vita. La mancanza del padre si fa sentire non solo a livello emotivo, ma anche come un vuoto esistenziale, accentuato dalla sua personalità forte e carismatica.
In aggiunta al ricordo del suo esempio morale, Stefania sottolinea l’impatto fisico della sua presenza, che le manca profondamente. La perdita di Bettino Craxi ha lasciato un’eredità non solo politica, ma anche personale, plasmandone le esperienze e le scelte future. Lei stessa riconosce quanto sia difficile ricostruire una vita senza l’orientamento di un uomo che ha dedicato la propria esistenza alla politica con passione e dedizione, creando una separazione netta tra l’immagine pubblica e il padre affettuoso che ha conosciuto.