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“State of Italian VC” di P101 il rapporto sull’Italia del Venture Capital

  • Redazione Assodigitale
  • 26 Febbraio 2025
Screenshot

L’Italia del Venture Capital: Crescita, Sfide e Opportunità

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Il settore del Venture Capital (VC) italiano continua il suo percorso di crescita, consolidandosi come un’industria strutturata e determinante per l’ecosistema dell’innovazione nazionale. Lo rivela il report “State of Italian VC” di P101, uno dei principali attori del settore, che ha analizzato gli investimenti e le tendenze degli ultimi anni confrontandoli con il panorama europeo.
La versione integrale del report “State of Italian VC” è disponibile a questo link

Indice dei Contenuti:
  • “State of Italian VC” di P101 il rapporto sull’Italia del Venture Capital
  • L’Italia del Venture Capital: Crescita, Sfide e Opportunità
  • Un mercato in espansione, ma con margini di miglioramento
  • Investimenti e settori strategici
  • Milano capitale del FinTech, Roma dell’AI
  • Exit e sfide future
  • Raccolta fondi e investitori internazionali

Un mercato in espansione, ma con margini di miglioramento


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Negli ultimi cinque anni, il Venture Capital in Italia ha investito circa 7 miliardi di euro in startup, con 1,1 miliardi di euro allocati solo nel 2024. Questo dato posiziona il Paese al decimo posto in Europa per volume complessivo di investimenti nel quinquennio, superando Austria e Portogallo. Tuttavia, l’Italia si colloca al quart’ultimo posto per investimenti pro capite, con soli 114 euro per cittadino, evidenziando il gap rispetto a economie come Francia e Germania.

L’ecosistema italiano dell’innovazione conta oggi oltre 14.000 imprese, di cui 12.054 startup e circa 2.000 PMI innovative. Queste realtà hanno generato nel 2024 un fatturato complessivo di 8,6 miliardi di euro, impiegando oltre 60.000 persone, un terzo delle quali in startup. Le startup italiane contribuiscono per 2,4 miliardi di euro al totale del fatturato, evidenziando un contributo significativo ma ancora migliorabile.

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“In dieci anni il Venture Capital italiano ha subito una trasformazione radicale, passando da una nicchia a un’industria consolidata con 150 operatori attivi, una capacità di investimento decuplicata e quasi 9 miliardi di euro investiti in imprese innovative. Tuttavia, il ritardo rispetto ad altri Paesi europei rimane significativo, specialmente sul fronte della capacità di raccolta e degli investimenti pro-capite”, ha dichiarato Andrea Di Camillo, Founder e Managing Partner di P101. “Il mercato deve diventare più dinamico, attrarre investitori istituzionali e consolidare una cultura dell’innovazione per competere a livello internazionale.”

Investimenti e settori strategici

Nel 2024, gli investimenti europei in VC hanno sfiorato i 60 miliardi di euro, distribuiti su 13.451 operazioni (-22% rispetto all’anno precedente). L’Italia, con 1,1 miliardi investiti in 628 deal, ha registrato un calo del 9,5% rispetto al 2023, ma il capitale mediano per startup ha raggiunto i 540.000 euro, più che raddoppiato rispetto al 2023 e quintuplicato dal 2015.

L’allocazione dei capitali mostra un cambiamento di tendenza: mentre negli anni precedenti il focus era su FinTech, E-Commerce e SaaS, nel 2024 il VC italiano ha puntato con decisione sul deeptech, con investimenti per 693 milioni di euro (+14% sul 2023). In particolare, il CleanTech ha attratto 306 milioni di euro (+71%), Space Technology 161 milioni (+233%) e Robotics & Drones 161 milioni (+443%), settori che stanno crescendo esponenzialmente nel Paese. Questo spostamento riflette un cambio di paradigma nelle strategie di investimento, privilegiando innovazioni ad alto impatto tecnologico.

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Nonostante questi segnali positivi, l’Italia resta indietro in comparti cruciali come Intelligenza Artificiale e Machine Learning (155 milioni di euro investiti, rispetto ai 2,97 miliardi della Francia e 1,77 miliardi della Germania) e Cybersecurity, sebbene quest’ultima abbia visto un incremento dei finanziamenti del 300% rispetto al 2023, a testimonianza della crescente consapevolezza sull’importanza della sicurezza digitale.

Milano capitale del FinTech, Roma dell’AI

Il Nord-Ovest si conferma il cuore pulsante del VC italiano, con 5,3 miliardi di euro investiti tra il 2020 e il 2024. Milano guida la scena con 4,1 miliardi concentrati sul FinTech, mentre Roma si distingue per gli investimenti in AI, EdTech e Robotica. Pisa emerge come hub strategico per l’innovazione con 201 milioni di euro investiti, mentre Napoli guida il Sud Italia con 95 milioni di euro.

La distribuzione geografica degli investimenti evidenzia un forte squilibrio tra Nord e Sud Italia. Sebbene Napoli e il Sud stiano emergendo come poli di sviluppo, la concentrazione del capitale nelle regioni settentrionali sottolinea la necessità di strategie per incentivare una maggiore diffusione degli investimenti su tutto il territorio nazionale.

Exit e sfide future

Il mercato delle exit italiane rimane limitato e poco liquido: nel 2024 si sono registrate 27 operazioni, di cui 21 acquisizioni e buyout, mentre il numero di IPO è sceso a zero (erano tre nel 2023). Un confronto con il resto d’Europa mostra un ritardo significativo: le IPO sostenute da VC in Italia sono state appena 24 negli ultimi dieci anni, contro le 616 dell’Europa. La mancanza di una cultura del mercato azionario per le startup è un freno per la crescita e l’attrazione di nuovi capitali.

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Raccolta fondi e investitori internazionali

Nel 2024, la raccolta fondi in Italia ha raggiunto gli 837 milioni di euro, con una flessione del 28% rispetto all’anno precedente, ma minore rispetto al calo registrato in Spagna (-63%), Francia (-45%) e Germania (-64%). Tuttavia, nessun fondo italiano ha superato i 250 milioni di euro di raccolta, un dato che sottolinea la necessità di attrarre capitali più consistenti per competere su scala europea.

Un segnale positivo arriva dall’aumento degli investitori esteri, che nel 2024 hanno rappresentato il 45% del totale, in crescita rispetto al 29% del 2020. Tuttavia, il panorama degli investitori italiani rimane ancora dominato da istituti bancari (20,3%), con una scarsa partecipazione delle compagnie assicurative (3,5%) e degli high-net-worth individuals (2,8%), evidenziando la necessità di diversificare le fonti di capitale.

Il Venture Capital italiano ha compiuto passi da gigante negli ultimi dieci anni, ma per colmare il gap con gli altri Paesi europei servirà un ulteriore consolidamento dell’industria, un rafforzamento della cultura dell’innovazione e l’attrazione di capitali pazienti e internazionali. Il momento per investire nell’innovazione in Italia è ora, e il futuro del VC dipenderà dalla capacità di rendere il mercato più dinamico e competitivo su scala globale.

La versione integrale del report “State of Italian VC” è disponibile a questo link


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